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AttualitàCaserta e Sannio

‘Hasta siempre’: ricordo del Maradona rivoluzionario, morto dello stesso giorno del suo amico Fidel

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Io non l’ho visto giocare a pallone e non voglio parlare di calcio.
Voglio parlare del Maradona rivoluzionario, del Maradona che sta al fianco del più debole, del Maradona che si è fatto paladino di un riscatto sociale.

La rivoluzione di Maradona parte da lontano dalla scelta di giocare in club minore e non di un club di cartello. Ebbene si! Negli anni ottanta le squadre blasonate erano Juventus, Inter e Milan tutte quante interessate a Maradona ma lui decise di giocare nel Napoli e portò Napoli nell’olimpo del calcio mondiale.

Riscattò Napoli da una sottomissione sociale e psicologica di inferiorità all’ Italia intera. Fece in modo che dichiararsi napoletano: era un sinonimo di orgoglio o una referenza di gran conto. Ha reso orgoglioso il termine “Napoletano” che fino a quel momento era sinonimo di disprezzo.

Da solo, senza spargimento di sangue e senza mezzi e uomini, con un solo goal ha vinto una guerra. Quello non fu un goal, fu un riscatto di un intero popolo di rivincita sullo scoppio della guerra delle Falkland-Malvinas.
Sì, è vero fu Dio a guidare quella vittoria con quella mano de Dios.
Quattro anni prima di quel goal l’Inghilterra aveva invaso le Falkland, uccidendo centinaia di giovani argentini

con una conseguente imposizione di embargo sulla nazione e lo fece imporre da tutta l’Europa.
Ha sostenuto tutti i grandi comunisti dell’America Latina: Kirchner, Hugo Chavez e Nicolas Maduro, Pepe Mujica, Rafael Cirrea Daniel Ortega Dilma e Lula contribuendo a far vincere le elezioni a tutti, capovolgendo dittature di destra, filo naziste con esplicito schieramento militare. Laddove la politica aveva fallito, la lotta di classe aveva fatto cilecca, Diego Armando Maradona c’è riuscito.

Ha rivoluzionato l’America Latina senza spargimento di sangue.
Ha stabilito la sua dimora nell’ombelico del mondo, Cuba e, abbracciando la radici della rivoluzione, ha tatuato il Che sul suo braccio per tenere sempre acceso lo spirito rivoluzionario.
A Papa Francesco, suo concittadino, nell’orecchio a gran voce gli ha detto di stare dalla parte dei deboli e dei poveri.
Conclusioni il vero rivoluzionario post “68 è Diego Armando Maradona, la mano de Dios.

Coincidenza, destino, chissà, Maradona ci lascia il 25 novembre 2020, esattamente 4 anni dopo il suo amico Fidel.

Hasta siempre.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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