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Covid-19. ‘Lockdown’ e disagio giovanile: sagaci considerazioni del dottor Marco Brancaccio

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Questa seconda chiusura, decretata dalle autorità nazionali e regionali, ci riporta indietro di qualche mese per quanto riguarda il disagio vissuto soprattutto dai più giovani. Se la limitazione delle attività lavorative, ludiche e relazionali in genere risultano essere gravose per l’adulto che, quantomeno, ha già un vissuto consolidato, per il giovane e l’adolescente in particolare risultano essere la privazione di una parte di vita che si sta ancora plasmando e consolidando e che risulterà, immancabilmente, privata di quegli aspetti relazionali di estrema importanza per la formazione del giovane adulto.

Di questa condizione di disagio, purtroppo, abbiamo contezza con sempre maggiore frequenza dalle varie fonti di informazione che ci forniscono notizie di comportamenti intolleranti nei confronti del mondo degli adulti, nonché di gesti autolesionistici, anche estremi, quali il suicidio. In merito a queste problematiche abbiamo raggiunto telefonicamente il dottor Marco Brancaccio neuro psicomotricista dell’età evolutiva, dottore in psicologia dello sviluppo e presidente  dell’associazione  BabyIsland dal 1996 al 2015.

Dottore Brancaccio, pensavamo che la problematica Covid ci stesse lasciando ma, purtroppo si sta riproponendo con i numeri che ben conosciamo; come stanno vivendo questa situazione i più giovani? :”i nostri giovani sono il nostro futuro e sono sicuramente la fascia che ha sofferto di più il distanziamento sociale, distanziamento che ha congelato tutti quei processi  di socializzazione, indispensabili per la crescita e lo sviluppo della personalità”.

Con quali ripercussioni quindi: ”uno studio elaborato da alcuni colleghi, che hanno analizzato le problematiche ed i cambiamenti conseguenti all’epidemia, in una fascia di età compresa tra i 16 ed i 24 anni, senza generalizzare su questa cattiva gioventù, come viene spesso etichettata, che i giovani, in un primo momento, sono stati ligi al dovere e rispettosi delle regole, in un secondo momento, coincidente con il periodo estivo, dato anche il desiderio di libertà e di riconquista degli spazi vitali, necessari per socializzare, si sono sentiti più liberi ed hanno negato il problema;

per certi versi lo hanno rimosso e questa è stata la strategia per allontanare l’angoscia alla quale non sono abituati”.  ci sta dicendo  che la pandemia ha avuto dei risvolti negativi sui nostri contesti: “La pandemia ha potenziato e favorito l’utilizzo degli strumenti informatici, i social, oggi più che mai indispensabili, hanno consentito di comunicare gli stati d’animo e, in parte, di limitare il distanziamento sociale ma ahimè stanno determinando, allo stesso tempo, un sottofondo nostalgico, che sta generando uno stato depressivo, legato all’abbandono delle vecchie abitudini.

La stessa didattica a distanza si riduce, a mio avviso, ad una informazione nozionistica, e non è idonea a rendere interessante ed empatica la lezione”.

Come ritiene quindi che possa orientarsi il comportamento degli adulti? “il compito della comunità educante è quello di dar voce alle paure, accogliere i dubbi, supportare le difficoltà e far comprendere gli errori, Bisogna educare i ragazzi insegnando loro a far prevalere quell’aspetto cognitivo emozionale in grado di dominare la lucidità di certi comportamenti perché altrimenti, si rischia di cadere nell’ansia, nella paura incondizionata del contagio.

Ritengo fondamentale il ruolo della comunicazione, che deve essere molto attenta e funzionale. Bisogna anche affrancarsi da una certa” infopandemia” da una continua informazione, che può destabilizzare la condizione psicologica dei nostri giovani, se non sono muniti di capacità di elaborazione critica.

Quindi trovo importante prestare attenzione ai messaggi, ai modelli ed alle strategie che usiamo per informare, educare e far crescere i nostri ragazzi senza mai dimenticare – e questo va sottolineato – la straordinaria capacità di adattamento che li caratterizza”.

A questo punto non ci resta che ringraziare il dottore Brancaccio per il suo contributo riproponendoci di interpellarlo su altri, e certamente non pochi, aspetti della socialità giovanile.

(Di Vincenzo Giaquinto  – Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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