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Attualità

La scuola non è il virus. De Luca non riapre le scuole. Il comunicato della USB Campania

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IL FALLIMENTO NELLA GESTIONE DELLA SCUOLA, DELLA SANITÀ E DEI TRASPORTI: FRA IL RIMPALLO DI RESPONSABILITÀ SONO I BAMBINI E I RAGAZZI A PAGARE IL PREZZO PIÙ ALTO!

Il comunicato:
È notizia fresca di ieri la decisione del presidente De Luca di continuare a tenere chiuse le scuole in Campania, primarie comprese, di concerto con la Direzione scolastica provinciale, le organizzazioni sindacali della scuola (le stesse che nulla hanno fatto per impedire le riforme che hanno portato allo sfascio la Scuola Pubblica Statale), i rappresentanti dei medici pediatri, dell’ospedale Santobono, i dirigenti delle Asl e l’Anci.
Sarebbe stata comprensibile una chiusura così drastica e drammatica se ci fosse una evidenza della correlazione fra l’aumento dei contagi e l’apertura delle scuole, ma a tutt’oggi risulta invece impossibile da dimostrare, piuttosto sembra non esistere affatto, visto che a oltre 10 giorni dalla chiusura pressoché totale delle scuole, i contagi nella nostra regione non accennano a diminuire, anzi aumentano. E risulta impossibile perché, come nel resto del paese, è saltato il meccanismo di tracciamento dei contagi e non a causa delle scuole, che molto faticosamente si erano attivate per comunicare tempestivamente alle ASL e al dipartimento di protezione, i casi sospetti che via via si verificavano.
Ci è sembrata anche paradossale ed anacronistica la possibilità indicata dal presidente nella ordinanza n.82 di attivare la didattica in presenza solo per gli alunni disabili, che ha sancito di fatto la reintroduzione delle classi differenziali, che ci ha riportato indietro di oltre 40 anni e che rimarca quanto il nostro presidente, e tutta l’istituzione regionale, siano incompetenti, ignoranti e lontani dal mondo della scuola e dai temi che la riguardano e la attraversano.
Qualcuno di palazzo Santa Lucia ci dovrà anche spiegare come faranno le famiglie dei bimbi della scuola primaria a gestire la DAD, ad essere anche solo presenti in casa durante le ore di “scuola”, oppure quelle che hanno più figli in DAD, dovendo avere più dispositivi informatici ed una connessione super veloce, in una situazione in cui (dati miur) 1 alunno su 4 non ha avuto accesso all’istruzione nei mesi del lockdown.
È molto probabile che “a babbo morto” non si potrà fare altro che chiudere tutto, scuola compresa, e il “babbo morto” è tutto ciò che si sarebbe dovuto fare e non si è fatto, e di cui i nostri amministratori e governanti non parlano se non sulla carta: un piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici esistenti, compresa l’individuazione di ulteriori spazi per la didattica in presenza, un piano per l’ampliamento del trasporto pubblico – che DA SEMPRE è in strettissima correlazione con la scuola – il potenziamento del SSN, magari riaprendo quelle strutture ospedaliere che colpevolmente sono state dismesse nella fase del commissariamento, il rafforzamento dei servizi sanitari di prossimità che sono di fatto inesistenti, con un piano di assunzioni VERE che riguardino tutti i servizi pubblici essenziali, che negli ultimi anni hanno subìto dei tagli dissennati.
Oggi il nostro presidente scarica sulla scuola, sui nostri figli e sul loro futuro, la responsabilità e gli effetti di una gestione fallimentare della cosa pubblica, delle carenze strutturali della sanità e dei trasporti campani, del cui fallimento portano la responsabilità tanto la sua amministrazione quanto quelle passate.
Questo disastro, è bene ricordarlo, è stato possibile per la spinta verso politiche tutte spostate a favore dell’iniziativa privata – e che oggi si rivelano perdenti su tutti i fronti (in special modo nel settore sanitario) -, e di quella bruttissima parola che è la “competitività”, come se il diritto alla salute, all’istruzione e alla mobilità, il diritto al lavoro e alla vita fossero merci da lanciare sul mercato, da svendere al massimo ribasso.
Ma è anche utile ricordare il refrain che ci ha perseguitato in ogni dove che recitava “è l’Europa che ce lo chiede” e che ha giustificato la lunga stagione di tagli che ci ha condotto dove siamo.
Più onesto sarebbe dire che abbiamo sbagliato tutto, che dell’errore sono responsabili tutti i partiti che compongono la compagine parlamentare – maggioranza ed opposizione – perché tutti indistintamente hanno preso parte al disastro cui oggi assistiamo e che è necessario e urgente invertire la rotta, ovvero investire nella scuola che è il nostro futuro, nella sanità che è la nostra salute, nel trasporto che è la connessione fra i territori, e nel complesso dei servizi pubblici e delle pubbliche amministrazioni che sono i servizi al cittadino. Come? Assumendo con assunzioni VERE e STABILI, internalizzando i servizi ad esse connesse e smettendola di propagandare un modello, quello liberista, che è evidentemente fallimentare.
USB SCUOLA CAMPANIA

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