Lista fuori termine a Cellole: il TAR respinge la lista di Compasso, ricorrerà in appello
La seconda sezione del Tar Campania ha respinto il ricorso presentato dalla lista del candidato sindaco uscente, Cristina Compasso («Cellole nel cuore») esclusa il 24 agosto dalla competizione per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del nuovo sindaco di Cellole per un ritardo nella presentazione della lista.
I giudici, dopo aver sentito anche illegale delle liste contro interessate, in particolare l’avvocato amministrativista Paolo Centore, per Luciano Mascolino («Cellole in comune) – mentre quella di Giuseppina Mastroluca (Noi per Cellole) non si è costituita in giudizio – hanno sottolineato la presentazione fuori termine della lista che in sostanza sarebbe stata «composta» proprio negli uffici comunali con ben 27 candidati.
«Come ha avuto modo di sottolineare la più avveduta giurisprudenza, con orientamento ormai consolidato e condiviso dal Collegio – scrivono i giudici – costituisce principio generale quello secondo il quale l’inosservanza del termine perentorio delle ore 12,00, sancito dagli artt. 28 e 32 del d.P.R. n. 570/1960, comporta l’esclusione della lista tardivamente presentata senza che rilevi, in senso contrario, la presenta fisica dei delegati e dei sottoscrittori nella segreteria del comune alle ore 12,00 dell’ultimo giorno; tuttavia, in ossequio al principio del favor per la più ampia partecipazione delle liste alla competizione elettorale, può ammettersi la validità della presentazione tardiva quando lo scostamento orario è minimo (pochi minuti) ed ascrivibile a circostanze non imputabili ai soggetti interessati. Peraltro, va precisato che le esigenze di certezza che sovrintendono all’applicazione delle regole del procedimento elettorale e quelle, coerenti, di tutela della par condicio di coloro che concorrono alla competizione richiedono che le eccezioni al rigoroso rispetto dei termini e delle forme prescritti dalla legge in materia, individuabili in ossequio all’altro principio generale del favor partecipationis, siano circoscritte alla ricorrenza di circostanze eccezionali (rientranti nelle ipotesi di forza maggiore), non imputabili, come tali, ai presentatori della lista ed oggettivamente riconducibili a fattori causali del tutto estranei alla loro sfera di controllo e di prevedibilità (cfr. per tutte Consiglio di Stato, Sez. V, 9 maggio 2014 n. 2392, 2 aprile 2003 n. 1706 e 4 marzo 2002 n. 1271); – in sintesi, il citato orientamento si è attestato nell’affermazione dei seguenti principi: a) il termine delle ore 12,00 per la presentazione delle liste è tassativo, in quanto posto a presidio delle esigenze di certezza e di celerità del procedimento elettorale; b) nondimeno, eccezionalmente, al fine di contemperare il carattere rigoroso del predetto termine con il principio di massima partecipazione alla competizione elettorale, deve ritenersi giustificabile il ritardo nella presentazione delle liste allorché ricorrano cumulativamente le seguenti condizioni: 1) che il ritardo sia lieve; 2) che all’ora di scadenza del termine i presentatori della lista si trovassero già all’interno della casa comunale; 3) che il ritardo sia giustificato da ragioni eccezionali ed imprevedibili non imputabili ai soggetti interessati (cfr. Consiglio di Stato, Sez. III, 5 dicembre 2019 n. 8336 e 9 maggio 2019 n. 3032)».
La sottocommissione elettorale circondariale di Sessa Aurunca aveva infatti ricusato la lista «Cellole nel cuore» e il candidato sindaco ad essa collegato, Cristina Compasso, per vizi formali nella documentazione presentata. La lista di Compasso ha presentato ricorso assistita dall’avvocato Attilio Compasso. La discussione davanti al Tar, in questi casi, è molto rapida: il ricorso deve essere presentato entro tre giorni cosi come un eventuale ricorso al Consiglio di Stato.
«Non mettiamo in dubbio l’operato degli organi preposti, ma attendiamo fiduciosi il risultato del ricorso. Abbiamo la piena consapevolezza che solo le urne possano decidere il vincitore della competizione elettorale, nel pieno rispetto del principio della democrazia partecipata», aveva affermato nei giorni scorsi l’uscente sindaco e candidata Cristina Compasso. La candidata, avvocato, figlia del noto meridionalista e più volte parlamentare Franco Compasso, si era ripresentata con l’obiettivo di replicare il successo di due anni fa e riprendere la guida amministrativa di Cellole e continuare il lavoro interrotto bruscamente nel dicembre dello scorso anno con lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale. La lista di Compasso ricorrerà ora in appello.
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