Caiazzo. Decò: non solo chiusura confermata, ma anche danni da risarcire; Comune ‘tardivo’ per riflessione?

Avremmo preferito evitare un “ritorno” sulla vicenda del Decò, cui, confermiamo, martedì 18 è stata imposta la chiusura, per non “maramaldeggiare” sui soccombenti in una vicenda che, comunque, ha i suoi aspetti umani da considerare: in particolare i diversi operai che (almeno temporaneamente) perderanno (anzi hanno già perso) il lavoro, ma non la retribuzione, se è vero che esistono espressi sussidi e ancor più che l’iperstore potrebbe riaprire anche subito in una struttura conforme anziché insistere con pervicacia nel sostenere una causa, a quanto si evince dall’articolata sentenza, indifendibile anche se forse qualcuno era convinto, credeva o voleva far credere il contrario.

Purtroppo però una “attenta lettrice” ci ha tirato per il bavero nel confermare quanto già riportato, solo dopo attenta lettura, nei punti salienti, della sentenza che, oltre a ribadire la natura “agricola semplice” del sedime su cui insiste la struttura ed annullare tutti gli atti illegittimi rilasciati dai preposti comunali caiatini, ha condannato i soccombenti, quindi anche il Comune (cioè noi contribuenti?!?), a risarcire i danni alla parte lesa, che peraltro, a quant’è dato sapere, in separata sede giudiziaria ha già avanzato richieste “milionarie” oltre a denunciare penalmente quanti avrebbero infranto la legge per favorire la concorrenza, il tutto per vari lustri.

Non bufala, quindi, ma mero ritardo di ore nella notifica dell’ordine di chiusura, che dovrebbe avvenire giovedì 20 agosto e l’indugio può essere anche comprensibile, anche considerato il periodo agostano, se intanto si sarà predisposto un atto legalmente perfetto, cioè inattaccabile come è lecito attendersi da un avvocato.

Questo anche se, secondo raffinati giuristi, i preposti si son presi una grossa responsabilità ove mai nel frattempo si fosse verificato un accidente nella struttura che avrebbe dovuto essere chiusa senza indugio, ma ormai è acqua passata e, se davvero qualcuno ha dubitato della nostra correttezza informativa, ormai il tempo avrebbe dovuto giocare a nostro favore confermando coi fatti che anche la pubblicità pagata con volantini non rappresenta che carta straccia, ad litteram.

Se qualcuno ancora dubitasse di quanto (non solo da noi) riportato e ribadito, potrà scaricare la sentenza diventando, ipso facto, il san Tommaso di turno.

Cliccare sulla foto per scaricare la sentenza integrale ed originale

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