IL FALLIMENTO DEL NORD
IL FALLIMENTO DEL NORD
Se dovessi immaginare l’Italia come più volte è stata raffigurata, la bella e giovane ragazza, identificherei il nord Italia come la parte finanziaria della ragazza, il portafogli; il resto del corpo rappresenta il meridione d’Italia.
Metafore a parte, l’ennesima emergenza a cui è stata sottoposta la “parte produttiva” del paese(quella del 45% del PIL) ha evidenziato tutte le carenze, le mancanze, ii malaffare, che subiscono gli abitanti padani.
La “parte produttiva” del paese, iniziò ad aver bisogno del meridione già agli albori della giovane nazione, quando all’indomani dell’unificazione smembrò le ricche e produttive industrie del sud italia favorendo la nascita di acciaierie, setifici, cantieri navali (ecc…) al nord;
Quando poi la rivoluzione industriale aveva trovato impreparata la “parte produttiva” del paese, i governo centrale non ebbe esitazioni nel “vendere” la gente del sud alla Svizzera per qualche tonnellata di carbone.
Ma il buon cuore della gente del sud che li ha portati comunque sempre in prima linea, sia nella difesa della patria durante le guerre, che nella gestione delle emergenze che il nostro territorio si è trovato ad affrontare, come dimenticare l’alluvione di Firenze con gli angeli del fango, o i terremoti in Emilia Romagna e Abruzzo.
È bene precisare che non siamo solo muscoli e cuore; Naturalmente non guardando al passato ed evitando di elencare le innumerevoli eccellenze che nella storia hanno visto il meridione di italia in prima linea nella ricerca, cultura e industrializzazione, ancora oggi è difficile tenere a freno la vulcanica intelligenza della gente del Sud.
Molte persone con la loro opera hanno contribuito al lavoro di strutture lontane dal meridione, ricercatori meridionali sparsi nel mondo ed in prima pagina su riviste scientifiche, Medici che prestano servizio nelle strutture estere anche (uno di questi è nell’equipe che cura il primo ministro inglese) al CERN di Ginevra durante la realizzazione della struttura crearono una squadra di studiosi prevalentemente meridionali chiamata a risolvere i problemi che altri non riuscivano a capire, o ancora non è elencabile per spazio, l’elenco di tecnici meridionali che hanno reso grande l’industria del nord.
Emergenza coronavirus
Oggi, tutta l’incapacità della “parte produttiva” del paese è venuta ancora una volta alla luce; la recente emergenza, ancora in corso, ha evidenziato tutte le lacune che il nord ha nella gestione delle emergenze.
E chi lo poteva sapere? Qualcuno si chiede.
Un sistema è perfetto soprattutto nella gestione dell’anormale. Tutti sono bravi a fare le cose normali, ma la realtà è che l’intelligenza prevale nelle situazioni di emergenza.
Il nord ha fallito in tutta la gestione delle emergenza, sin dall’inizio dell’epidemia non è stato in grado di contenere il diffondersi del virus, perché sono abituati all’aperitivo sui navigli o alle vacanze sulla neve!!! Anzi, sono stati colpevolmente artefici del diffondersi del contagio al sud, permettendo a tante persone di tornare nelle loro terre d’origine. (altro fallimento: se sei una terra perfetta perché dovrei scappare non appena mi vieti l’unica cosa per cui sono qui, il lavoro? Perché sei una terra vuota di vita!)
Il nord ha fallito nel programmare la sua sanità: privatizzandola ha reso la gestione attenta ai soli bilanci societari, privilegiando dunque i posti letto più redditizi (cure oncologiche, chirurgia, ecc.) a sfavore di quelli a basso reddito come la rianimazione o cure intensive.
Il nord ha fallito nella gestione delle RAS, favorendo il contagio degli ospiti anziani ed un bilancio si oltre 3500 morti (in 280 al Sud) anche se al maggior parte dei decessi sono stati classificati non covid-19 ma morte per simil-influenza (!!!)
Il nord ha fallito nel mostrare il proprio cuore (o le proprie capacità): quando lo stato ha chiesto il reclutamenti di medici ed infermieri per le zone più colpite, si sono presentati solo i meridionali.
Il nord ha fallito nella gestione delle notizie: dal 13 marzo hanno sempre mostrato i napoletani per strada, attendendo una pandemia meridionale che ad oggi (facendo i dovuti scongiuri) ancora non si è verificata, quindi ha proseguito nella normale programmazione lo sputtanapoli.
Il nord ha fallito nella gestione della meritocrazia: la sanità e la ricerca del nord è sempre stata al centro di mille iniziative per la raccolta fondi, eppure il virus è stato isolato per la prima volta nel mondo a Roma, e le cause del virus sono state curate con serietà a Napoli, mentre il nord litigava su come mettere la mascherina; ma questa emergenza mi ha fatto scoprire che nonostante i fondi vadano al nord, l’ospedale Cotugno di Napoli primeggi a livello mondiale per la ricerca contro i tumori.
Il nord è per legge la “parte produttiva” del paese, ma è di fatto il FALLIMENTO e la VERGOGNA dell’Italia.
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