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Attualità

Arzano e la necessità di ripartire: intervista al prof. Simone Paride Russo

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Arzano, tra i comuni a Nord di Napoli, così come le cittadine limitrofe, manifesta i limiti e le difficoltà proprie di territori ridotti in termini di spazio ed estensione, con una densità abitativa altissima e con un vuoto che la politica degli ultimi anni ha lasciato, e che è stato ampliato dai problemi di carattere legale legati ai tre scioglimenti per infiltrazione.

Professor Russo, lei è uno dei giovani professionisti del territorio, è davvero un quadro così critico quello che il cittadino vive ad Arzano?

Non posso raccontare favole, o affermare che le istituzioni sul nostro territorio siano presenti, o almeno non nel modo in cui si necessita. Io stesso qui ci sono cresciuto e vedere in che condizioni versa non solo il paese, ma constatare quale sia il  tenore di vita di chi è rimasto come me ed ha preferito far ritorno anziché scappare senza voltarsi, provoca un senso di amarezza molto profondo.

Ci faccia un esempio.

Posso farne uno che è indicativo più di ogni altro, e che esisteva già quando io ero studente (non molto tempo fa in effetti): essere un paese così vicini a Napoli e ,allo stesso tempo, quasi del tutto isolati per una serie di ragioni che dipendono in primis dai servizi assenti. Le università in questo periodo di emergenza Covid, sono rimaste chiuse, ma normalmente, gli iscritti all’Università, non possono raggiungere le stazioni metro, o la stazione centrale e da lì recarsi presso gli Atenei, come invece è possibile fare partendo da altri comuni limitrofi al nostro

A cosa di riferisce quando parla di tenore di vita ?

Arzano purtroppo è un paese sfortunato. La sfortuna di questo paese è che i cittadini che vorrebbero un luogo migliore in cui vivere, sono in minoranza rispetto a coloro che invece “sporcano” con il proprio giudizio l’immagine di questo paese. Ovviamente per alcuni versi, non è possibile smentire ciò che di negativo viene continuamente denunciato: abbiamo una macchina comunale, prossima al collasso perché manca personale, e pertanto ogni semplice commissione ad un dato sportello diventa difficoltosa, non per mancanza di volontà dei lavoratori presenti, ma per una domanda che supera la capacità di fornire risposte in tempi brevi; ogni ufficio è sobbarcato di lavoro e così, l’ordinario accumulandosi rallenta e diviene straordinario persino mandare avanti le attività che dovrebbero essere garantire senza grosse difficoltà o ritardi.

Tre scioglimenti, cosa mi dice circa la presenza dell’illegalità?

Guardi, l’illegalità a mio avviso non è solo camorra, delinquenza, violenza o spaccio. Essere definiti come il paese dell’illegalità per eccellenza, non significa esser tutti delinquenti o malviventi. L’illegalità, e vorrei che ci si soffermasse su questo aspetto, è anche l’incapacità a governare. Chi non ha competenze e capacità di gestione amministrativa, commette errori, e gli errori nella pubblica amministrazione e nella politica, sono atti che identificano un illecito, che è ben diverso dall’esser delinquenti. Essere sciolti per mala gestione , in merito a procedure ignorate o peggio scavalcate dall’arroganza e la boria di saper e poter far meglio senza tener conto di leggi e protocolli, identifica un reato, che non è compiuto dai cittadini, ma da chi amministra. Non so se è reso l’idea. È comodo per il politico di turno cacciato o mandato a casa, dire che la colpa è del territorio che pullula di delinquenza per giustificare la sua inadeguatezza. La colpa del cittadino sta nell’aver scelto male o valutato poco attentamente la persona a cui ha regalato la propria fiducia con il voto.

Professore, lei appartiene al mondo dell’istruzione  e della cultura. È un giornalista ed autore di diversi libri nonostante la giovane età. È Vicepresidente della Commissione “Uomini Illustri” nel Consorzio Cimiteriale, insegna materie Letterarie e Latino alle superiori, ed è impegnato in diverse associazioni di matrice culturale. Cosa può fare la cultura per il suo territorio?

La Cultura può fare tutto se ha un indirizzo e soprattutto se chi governa, chi agisce e dispone per la “cosa comune” la tiene in conto come una priorità e non un ornamento. Di cultura si parla tanto quando fa comodo, ma nelle pratica si applicano poco e male le politiche promotrici di cultura ed educazione al rispetto del bene comune. Il sapere è il punto di partenza di ogni questione, mai il contorno.

Arzano andrà al voto, Professore? Cosa vede per il prossimo futuro.

Su questo ci sono diversi scenari, ma tenterò di fornire il mio punto di vista: Arzano andrà al voto probabilmente salvo proroghe in autunno. Il dubbio sullo slittamento del voto alla primavera del 2021 potremo scioglierlo solo poco prima dell’autunno in effetti. Certo è che un ulteriore rinvio all’espressione della volontà popolare sarebbe un ennesimo stupro democratico al diritto inalienabile di ogni libero cittadino e cioè il voto.Cosa mi aspetto nel prossimo futuro per il mio paese? La collaborazione. La presa di coscienza che questo territorio, per ritrovare gambe su cui camminare, ha bisogno di volontà positive. Mettere da parte il personalismo politico e d’opportunità da “battitore libero” o il rancore sterile e polemico di chi anziché alzare il livello di riflessione sociale per il proprio territorio, vuole ridurlo a semplice cicaleccio in cui sguazzare per un minuscolo ritorno di rivalsa personale. Queste persone non servono a nessuno, meno che mai al nostro paese. Qui servono idee. Serve volontà nel voler cambiare le cose. Serve il coraggio, quello vero, nell’esser coscienti che non sarà facile apportare un cambiamento, non si cambia la mentalità arretrata delle vecchie visioni appartenente ad una generazione politica, ormai tramontata come il suo tempo.”

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