Intervista ad Anna Ascani su didattica diversificata e su i nuovi scenari da settembre
Anna Ascani, viceministro della Istruzione, è stata ospite ieri di “Direttamente”, il live in onda sulla pagina Fb del PD provinciale di Treviso e condotta da Roberto Grigoletto. Nella fase 2 dell’emergenza sanitaria, una responsabilità importante è stata assegnata, per quanto riguarda la scuola, agli enti locali:
“Abbiamo stanziato un miliardo per Comuni e Province, a cui sono stati aggiunti altri 855 mila euro per l’edilizia scolastica delle Province; l’obiettivo è quello di realizzare interventi strutturali nei circa quarantamila plessi disseminati in tutta Italia”.
Il viceministro ha assicurato che le risorse potranno essere impiegate in tempi rapidissimi da parte degli enti locali perché a settembre nelle aule si dovrà svolgere una didattica “diversificata”, soprattutto nel primo ciclo di istruzione:
“Abbiamo potenziato per questo motivo l’organico, con 78.000 nuove assunzioni per stabilizzare il corpo docenti e avere meno supplenti”.
La Ascani ha però escluso la possibilità che gli alunni del primo ciclo di istruzione (/elementari/medie) vadano in aula tre giorni, seguendo poi da casa la restante parte della settimana, mettendo tra l’altro le famiglie in grosse difficoltà:
“Bambini e ragazzi hanno bisogno di relazione e per questo è urgente tornare alla didattica in presenza; faremo di tutto anche per introdurre una didattica sempre più esperienziale: incredibile – ha sottolineato Ascani – che il Paese della Montessori abbia raccolto meno di altri l’eredità della grande pedagogista italiana”.
Altro il discorso per gli studenti della secondaria superiore:
“per loro l’esperienza della didattica a distanza potrebbe proseguire, almeno in parte ma non senza aver pienamente colmato il gap digitale”. Che cosa ha detto questa emergenza sanitaria alla scuola italiana? – è stato infine chiesto al viceministro: “Ci ha permesso di mettere sotto la lente di ingrandimento le povertà materiale ed educativa che c’è nel nostro Paese; su tale disagio sociale dobbiamo intervenire. Ci siamo poi resi conto tutti di quale importanza rivesta la istituzione scolastica e di quanto conti la dimensione relazionale”.
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