Querelle nord-sud/interviene Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli interviene nell’ambito di un dibattito sul rapporto nord-sud reso ancora più marcato e violento dall’esplodere della pandemia
”Credo si possa dire con un certo margine di sicurezza che se i contagi fossero rimasti alti in Molise e Basilicata anzichè in Lombardia e Piemonte, col cavolo che il resto d’Italia sarebbe rimasto bloccato per aspettarli”
Senza voler scadere in un ingenuo campanilismo, non possiamo non tener presente che le parole della Lucarelli sembrano, quanto meno, registrare una situazione preoccupante circa il deprecabile tentativo di trasmettere un’immagine del meridione da parte di giornalisti e opinionisti che è miope, svilente e non rispondente al vero. I problemi del sud sono manifesti,come lo sono le eccellenze. Queste ultime non sono certo sorte all’improvviso, per cui i meridionali non meritano di esubire un Feltri, direttore di Libero che, invitato da Giordano al programma “Fuori dal coro”, così si è espresso
«Non credo ai complessi di inferiorità, credo che in molti casi i meridionali siano inferiori».
È chiaro che ,di fronte a questo tipo di esternazioni, problema non è lui, ma chi lo invita per un po’ di share in televisione (alimentando tutta la retorica sottesa al divario nord-sud) facendolo divenire un facile bersaglio di un’opinione pubblica già fomentata da slogan e strumentalizzazioni di vario tipo.
Per nulla accettabile è stata anche l’ironia nei confronti del Dott. Ascierto del programma “Striscia la notizia”, che per il servizio sul medico napoletano è stata querelata.
“L’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale e il prof. Paolo Ascierto esprimono innanzitutto la più viva gratitudine verso tutti coloro che in questi giorni hanno manifestato la loro solidarietà e vicinanza nei confronti del prof. Ascierto. Ringraziano profondamente tutti i medici e tutto il personale sanitario che con competenza, dedizione e spirito di sacrificio si dedicano e continueranno a dedicarsi encomiabilmente a fronteggiare l’emergenza in atto. Ritengono il servizio su richiamato di “Striscia la notizia”, montato ad arte, gravemente lesivo dell’onore e della reputazione del prof. Paolo Ascierto e dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale, oltre che del tutto inopportuno e inappropriato in relazione alla drammaticità del momento che si vive, denotando una mancanza assoluta di sensibilità, specie nei confronti dei medici impegnati in prima linea e di quanti, come il prof. Ascierto, sommessamente sperimentano trattamenti terapeutici e cure, peraltro con risultati positivi. Per tali motivi, la Direzione Generale dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale e il prof. Paolo Ascierto hanno dato mandato all’avv. prof. Andrea R. Castaldo per sporgere querela per diffamazione aggravata nei confronti del conduttore della trasmissione, di quanti hanno curato il servizio e del Direttore Responsabile
Ma se Ascierto e il Pascale (celebre è famosissimo per la sua eccellenza) sono stati oggetto di una sottovalutazione, il Cardelli è stato addirittura colpito da una fake news
“La notizia che non trova alcun fondamento nei documenti puntualmente verificati dalla direzione amministrativa”.
È così che la direzione strategica dell’ Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli definisce quanto su tutti i media nazionali si stava scrivendo a proposito di 249 presunti “dottori malati immaginari
“I numeri, certificati e verificabili, riferiscono di un organico di 739 medici dei quali 276 impegnati nel Dipartimento di Emergenza Urgenza Dea – prosegue la nota del Cardarelli – Dei 739 medici impegnati a combattere l’ emergenza legata al coronavirus e a tutte le altre patologie i medici assenti per malattia sono 33”
Dispiace che Myrta Merlino mai avrebbe pensato che ”un’eccellenza arrivi proprio da Napoli” e che la Palombelli A “Stasera Italia” ritenga che i lombardi ‘’escono per andare a lavoro a differenza del sud che è a casa perché lavora meno’’, perché un giornalista ha tutta la libertà di registrare i fatti, ma deve prestare attenzione a veicolare, in un clima e un contesto già particolarissimi, messaggi che possono contribuire a imprimere nell’immaginario collettivo stereotipi che non hanno alcuna funzione davvero costruttiva.
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