Il sostegno della Chiesa. Le parole del Papa sulla fase 2 e le direttive del governo sul Covid19.
Papa Francesco nella messa celebrata a Santa Marta si esprime sulle direttive del governo riguardanti la fase due in una chiave positiva e di speranza.
“In questo tempo nel quale si comincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa a Santa Marta.
Ci sono “notizie false, calunnie, che riscaldano il popolo” e portano al “linciaggio. Accade contro i politici nei colpi di Stato, contro i martiri cristiani, è accaduto nella Shoah. Ma c’è anche un piccolo linciaggio quotidiano che cerca di condannare la gente”. Questo l’invito del pontefice diretto a promuovere la fiducia nei nostri politici e nelle persone, nonché a spingerci a resistere in questi tempi difficili.
Del resto la Chiesa e le sue istituzioni si sono date da fare durante tutta la quarantena, non solo in Italia tra l’altro, per dare un contributo di carattere materiale al di là dell’accompagnamento spirituale che sta offrendo in una miriade di iniziative creative dopo la sospensione delle Messe con la partecipazione di fedeli. Da Nord a Sud le Diocesi si sono attivate per rispondere in modo concreto alla pandemia: hanno aperto le proprie strutture per ospitare persone o gruppi familiari che sono impossibilitati a vivere la quarantena nella propria casa, accollandosi anche il pagamento alberghiero di pazienti dimessi perché meno gravi, così da liberare posti. La Diocesi di Bergamo ha messo a disposizione di medici e infermieri 50 camere singole del Seminario, altre 10 le offre Lodi e così Roma, Cremona, Crema, Brescia, Taranto e tante altre fino a Siracusa. Gaeta ha persino aperto le porte del monastero di San Magno, a Fondi per ospitare 30 volontari della Croce Rossa.
Le Congregazioni religiose maschili e femminili che gestiscono ospedali e case di cura hanno risposto con altrettanta generosità di fronte alla crisi sanitaria, aumentando l’impegno in favore dei malati di Covid-19. Ci sono anche suore che, dopo lo scoppio dell’emergenza, hanno trasformato i loro conventi in sartorie per la produzione di mascherine, bene raro e prezioso, come le Oblate di Avellino e le Benedettine di Mercogliano che ne hanno già confezionate oltre centomila donandole alla cittadinanza.
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