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AttualitàCaserta e Sannio

Inquinamento navale, mancanza di impegno ambientale dell’industria crocieristica

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Pubblicata oggi l’annuale classifica redatta dall’associazione tedesca NABU sull’industria crocieristica che, purtroppo, conferma il trend già osservato in passato: solo una piccolissima parte degli armatori sta investendo per ridurre l’impatto sull’ambiente del florido business delle crociere. Nel suo complesso, continua a fare affidamento su combustibili pesanti ed estremamente inquinanti.

Dopo la classifica pubblicata a luglio da Cittadini per l’Aria su i traghetti che fanno scalo nei porti italiani, NABU fa il punto sull’impegno per l’ambiente dell’industria delle crociere, con una conclusione: praticamente tutte le navi sono alimentate con carburanti fossili che producono emissioni climalteranti e inquinanti mentre pochissime utilizzano sistemi di abbattimento dei fumi.

Solo due navi utilizzano le vele, rappresentando tuttavia una vera rarità per le navi da crociera. Altre due invece,la Costa Smeralda (gruppo Carnival) e Aida Nova (gruppo AIDA) hanno ridotto sensibilmente il loro impatto ambientale utilizzando il GNL[1] ma, osserva NABU nel proprio comunicato, questo carburante “è un combustibile fossile a tutti gli effetti e il suo processo di estrazione danneggia fortemente l’ambiente oltre a rilasciare metano in atmosfera, un gas che ha un potente effetto serra”.

Da quest’anno NABU, oltre alla classifica relativa alle emissioni inquinanti, ha valutato navi e armatori anche sulla base dell’adozione di misure di stampo climatico come i sistemi di approvvigionamento energetico a bordo mediante il collegamento alle banchine o l’accumulo di energia con l’utilizzo di batterie.

I giganti del settore come MSC e Royal Caribbean, armatori con navi che trasportano anche oltre 5.000 passeggeri, restano purtroppo in fondo alla classifica, dimostrando come ci sia ancora molto da fare per “ripulire” il settore delle navi da crociera.

[1]Gas naturale liquefatto

I problemi legati all’impatto sulle città di porto dall’industria delle crociere e all’inquinamento prodotto dalle grandi navi rappresentano ormai un tema di rilevanza internazionale che Cittadini per l’aria segue da anni con la campagna “Facciamo respirare il Mediterraneo” chiedendol’istituzione di un’area a basse emissioni (ECA) nel Mar Mediterraneo. L’Italia si è unita al sostegno a ECA lo scorso maggio con altre nazioni europee, tra le quali Francia e Spagna.

E proprio dal nostro Paese, da Venezia, giunge il sostegno alla campagna “Facciamo respirare il Mediterraneo” da parte del Direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera, in risposta all’appello dell’associazione veneziana “We Are Here Venice”, impegnata per la conservazione e la valorizzazione di Venezia come città viva, nonché a salvaguardia della sua laguna.

“Considerando il caso specifico di Venezia, attualmente al centro del dibattito circa il futuro della crocieristica, l’appoggio del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera – per il mondo mediatico che rappresenta – è particolarmente prezioso. Un supporto significativo per “segnalare l’urgenza di politiche utili a combattere l’inquinamento, i danni ambientali e il rischio costante che le grandi navi da crociera portano a Venezia, e ovunque nel mondo” aggiunge Jane Da Mosto, co-fondatrice dell’associazione veneziana.

“Gli armatori non possono ignorare la crisi ambientale che viviamo” sottolinea la Presidente di Cittadini per l’aria, Anna Gerometta. “Serve usare fin da subito carburanti più puliti, adottare tecnologie per l’abbattimento delle emissioni inquinanti e per la riduzione dell’impatto climatico”. Perché, come dichiarato dal CEO di NABU, Leif Miller: “Il fatto che l’industria delle crociere non sposi la protezione del clima è uno schiaffo ai nostri giovani”.

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