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AttualitàCaserta e Sannio

In ricordo di Jerry Essan Masslo

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VILLA LITERNO – Il 24 agosto 2019 ricorre il trentesimo anniversario dell’assassinio di Jerry Essan Masslo, bracciante sudafricano ucciso nelle campagne di Villa Literno (Caserta). Per ricordare il 30esimo anniversario della sua morte sabato 24 agosto 2019 con inizio alle ore 17.00, presso il cimiteri di Villa Literno (CE), in Via Santa Maria a Cubito, si terrà una sobria cerimonia in memoria. Dopo la commemorazione si terrà la Preghiera per ricordare con Jerry tutti gli immigrati che in Italia sono morti nella campagne nel raccogliere i frutti della terra e coloro che hanno perso la vita durante il trasferimento nei campi o mentre facevano ritorno nei luoghi dove alloggiavano.

La Flai Cgil nazionale nel 2010 ha istituito il Premio Jerry Masslo con cadenza biennale. Il Premio, rivolto per lo più alle scuole di ogni ordine e grado, vuole essere un’occasione per riflettere sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione e della convivenza civile, per incoraggiare al dialogo e promuovere lo sviluppo di una società fondata sul rispetto della diversità. Lo ricordiamo con le parole di Matilde Raspini (dirigente nazionale Flai Cgil in quegli anni), riprese da una nota pubblicata nel numero di settembre 1989 del mensile Verde Rosso della categoria.

“L’assassinio del giovane sudafricano Jerry Essan Masslo ucciso da balordi violenti e razzisti il 24 agosto a Villa Literno ha risvegliato l’interesse delle forze politiche e sociali, dei mezzi di informazione e del sindacato. Solo dopo la morte di Jerry abbiamo tutti «scoperto» cose che in gran parte erano già note soprattutto a chi vive e fa sindacato e politica nelle zone di maggiore affluenza di lavoratori provenienti da paesi non europei.

Abbiamo allora tutti «scoperto» che i lavoratori extracomunitari vivono e lavorano nel nostro paese in condizioni assolutamente umilianti e inaccettabili, abbiamo appreso che nei mesi estivi, durante la campagna dl pomodoro, dormono ammassati nei «ghetti» di Villa Literno o nelle seconde case, in genere abusive, di Castelvolturno, e che a lavorare ce li porta il caporale di turno, con relativa tangente, che il salario è 1.000 lire a cassetta, una cassetta da 25 kg, per 10-12 ore di lavoro al giorno. E poi c’è l’illegalità diffusa, le violenze, i ricatti, le minacce, l’assoluta assenza di qualsiasi diritto.

La Flai è certamente una delle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente coinvolte. Le campagne di raccolta della frutta, del pomodoro, dell’uva, delle olive, i lavori nelle serre e nei vivai occupano già da qualche anno decide di migliaia di lavoratori immigrati, nel mezzogiorno ma anche nelle regioni del Nord.

A questo punto conviene forse mettere da parte i dibattiti sul numero attuale dei lavoratori immigrati nel nostro paese, le affascinanti proiezioni demografiche, la pretesa di definirli una volta per tutte (sono concorrenziali o non concorrenziali?) e cominciare a lavorare in vista della prossima campagna di raccolta per vedere se riusciamo a contrattare (ed ottenere) condizioni di vita e di lavoro migliori”.

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