Meridione abbandonato secondo il rapporto Svmiez: preoccupato l’onorevole Aldo Patriciello
“È ora che il Parlamento metta al centro dell’agenda politica il Mezzogiorno.
Siamo oramai all’emergenza nazionale: se muore il Sud muore l’Italia”.
É quanto ha dichiarato Aldo Patriciello, europarlamentare e membro del Gruppo Ppe al Parlamento europeo, nel commentare le anticipazioni del rapporto Svimez sull’economia e la società del Mezzogiorno 2019.
Un rapporto a tinte fosche per il Meridione, in netta recessione nel 2019 e in cui è drammatica l’emigrazione, soprattutto quella giovanile.
“Un territorio che perde i suoi giovani perde il futuro, inutile girarci intorno. Oltre due milioni di cittadini emigrati in poco più di dieci anni – spiega Patriciello – non sono più un semplice dato numerico, ma un vero e proprio dramma.
Serve un’azione decisa da parte del Governo: quello del Mezzogiorno è un caso unico, è il divario economico più grande, interno a uno stesso Stato, che esista in tutto il mondo sviluppato.
Altro che regionalismo differenziato e più autonomia per il nord: fino a quando si continuerà a non affrontare seriamente il nodo della enorme sperequazione presente nella nostra penisola – afferma l’eurodeputato molisano – sarà difficile ritornare ai livelli di ricchezza pre-crisi e arrestare, di conseguenza, l’emigrazione dei nostri giovani. Il sud ha urgente bisogno di investimenti pubblici, non a pioggia, ma mirati per ridurre il gap di competitività con il resto del Paese, a cominciare dalle infrastrutture.
Mentre il Governo litiga da mesi sul Tav Torino-Lione, l’alta velocità si ferma a Salerno, escludendo gran parte del Sud.
Inaccettabile, in un Paese che rappresenta la seconda potenza manifatturiera d’Europa. Non possiamo trasportare le merci sui treni se i tempi di percorrenza sono più lunghi rispetto agli anni ´80; non possiamo attrarre turisti in assenza di aeroporti e strade; non serve investire nei porti se le merci una volta arrivate non hanno infrastrutture intermodali di collegamento.
È necessario comprendere a pieno lo stato di estrema difficoltà economica e sociale che sta attraversando il Sud del Paese.
Non si può contare solo sul sostegno finanziario di Bruxelles: c’è bisogno di maggiore equità e di un impegno concreto da parte di tutti.
Frenare la spaventosa crisi di un pezzo d’Italia – conclude Patriciello – è una responsabilità che ricade sull’intera classe dirigente del Paese, non solo su quella meridionale”.
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