Caiazzo. Estate sempre più rovente per il sindaco: scaduto ‘l’ultimatum’ per un ‘mega’ pagamento: ma chi se ne importa?
Aveva ben altri “grilli” per la testa che inaugurare almeno con un saluto la fiera, evidentemente, il sindaco Stefano Giaquinto, solo poche ore prima “raggiunto” da una mega richiesta di risarcimento (oltre mezzo milione di euro, da onorare entro dieci giorni, quale corrispettivo di danni (finora) lamentati dai titolari del “Golden Market”.
Supermercato, a quanto è dato sapere, vessato dall’indebita -se non illecita- concorrenza del Decò, giusta sentenza del Consiglio di Stato, “vanificata” -grazie a una sanatoria concessa dal preposto dell’ufficio tecnico comunale, almeno per alcuni mesi, cioè fino a novembre, quando la giustizia amministrativa dovrà nuovamente pronunciarsi sull’estenuante quanto complessa vicenda, l’esito della quale sembra però scontato, atteso che, implicitamente, la richiesta di condono edilizio postula il riconoscimento delle pregresse irregolarità, ormai insanabili, essendo stata acclarata la destinazione agricola semplice dell’intero fondo, ritenuta ormai immutabile anche attraverso eventuali variazioni “mirate” del PUC.
Questo almeno secondo esperti del diritto amministrativo e penale che, d’altronde, prevedono richieste di risarcimento molto più rilevanti qualora, sulla base di attestazioni comunali farlocche”, i titolari di tale struttura concorrente fossero costretti alla chiusura definitiva dopo essere stati indotti per decenni a investire ed espandersi in difetto degli essenziali presupposti di legge, evidentemente certificati senza titolo?
Intanto il Comune di Caiazzo anzi il suo sindaco era chiamato a onorare tale richiesta di risarcimento entro dieci giorni dal 19 luglio, data di deposito al protocollo comunale del documento prodotto dai legali del “Golden Market”, pronti a dare battaglia, mentre al palazzo pare sia stata adottata la consolidata tattica del “campa cavallo“, in attesa del decreto ingiuntivo, per onorare il quale non resterà che pagare con urgenza il debito, frattanto moltiplicato, “spalmandolo” come tante altre volte sugli incolpevoli contribuenti, senza pensare neanche per un attimo di “girare il conto” ai responsabili.
Rituale consolidato, come sembra dimostrare lo stesso caso della caserma Carabinieri, per “non perdere” la quale il Comune si è indebitato per avviare la ristrutturazione dell’ex mattatoio, giusti accordi intercorsi coi vertici dell’Arma, a quanto è dato sapere, sulla base di documenti poi risultati fasulli o, viceversa, prima accettati ma poi misconosciuti.
Nell’uno o nell’altro caso, a quant’è dato sapere, senza che nessuno si si preoccupato di accertare la verità e presentare il conto a chiunque fosse risultato colpevole ma evidentemente limitandosi a una banale, irrilevante scrollata di spalle.
Non potrà andare così, però, per in risarcimento rivendicato dal “Golden Market” se, come si vocifera, è allo studio una sorta di diffida per evitare il ricorso a tale forse comodo ma sicuramente ingiusto rituale, all’insegna dell’adagio: chi sbaglia… paga…
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