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AttualitàDalla Campania

Portici (NA). Omaggio a uno dei suoi ‘figli’ più famosi: il pittore e scultore Adriano Cecioni

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Adriano Cecioni è nato a Fontebuona, frazione del comune di Vaglia, in provincia di Firenze, il 26 luglio 1836, da Giuseppe Cecioni e da Emiliana Cecchini.

Iscritto all’Accademia di Belle Arti di Firenze, sotto la guida del suo maestro, lo «… scultore Aristodemo Costoli», ha appreso «… ad affrontare temi concettual-mente elevati secondo l’uso accademico gravando l’immagine artistica di valori teorici e filosofici, dedicandosi in particolar modo alla scultura».

Nel 1859, ha interrotto gli studi per poter partecipare alla seconda guerra d’indipen-denza nazionale.

Partito volontario, ha combattuto sui campi da battaglia con il secondo battaglione dei bersaglieri toscani.

Nel 1860, tornato a Firenze, ripreso gli studi, ha partecipato «… senza successo a un concorso bandito dal governo per una statua di Carlo Alberto da erigersi in piazza S. Maria Novella».

Mentre seguiva le lezioni, ha preso «…

contatto col gruppo degli artisti più avanzati che frequentava il Caffè Michelangelo».

Nel 1863, grazie a una borsa di studio, è arrivato a Napoli.

Anzichè fermarsi e soggiornare nella capitale, ha preferito risiedere a Portici.

Intrattenendosi nella cittadina ai piedi del Vesuvio, è entrato in contatto i pittori Marco De Gregorio (Resina, oggi Ercolano, 12 marzo 1829 – ivi, 16 febbraio 1876) e i suoi amici Giuseppe De Nittis (Barletta, Bari, 25 febbraio 1846 – Saint Germain en laye, n Francia, 28 agosto 1884) e Federico Rossano (Napoli, 31 agosto 1835 – ivi, 5 maggio 1912).

Aggregatosi al terzetto di artisti, è divenuto uno dei più rappresentativi componenti del cosiddetto gruppo pittorico Scuola di Resina o, con ironica cattiveria, Repubblica di Portici.

Convinto «…  promotore dello studio diretto della natura», ha sostenuto «… veementemente la nascente scuola pittorica nella polemica antiaccademica, con “l’intento di integrare le istanze macchiaiole con il naturalismo della scuola napoletana”».

Nel 1867, ritenendo conclusa l’avventura partenopea, ha lasciato Portici.

Quindi, è tornato a Firenze, dove esercitando anche l’attività di «… acuto critico d’arte», si è avvicinato al movimento artistico dei Macchiaioli.

Nello stesso anno 1867 ha presentato all’Accademia di Firenze il modello del Suicida, senza però ottenere i necessari finanziamenti per realizzarlo in marmo.

Negli anni 1870 e 1871, si è trasferito in Francia.

In entrambi le occasioni, fremendo ardentemente di rientrare quanto prima a casa, si è trattenuto a Parigi solo per qualche tempo.

Dopo le due brevi dimore in terra francese, nell’inverno del 1871-1872, si è portato a Londra.

Nella capitale del regno Unito, ha lavorato come caricaturista per la rivista settimanale britannica Vanity Fair.

Nel 1884, ottenuta una cattedra al Magistero di Firenze, è rientrato in Italia.

Artista dalla vita travagliata e difficile, nell’esecuzione dei pochi quadri, così come nelle sculture, ha sempre privilegiato «… la meticolosa rappresentazione di scene domestiche e di interni».

Nel ruolo di entusiasta e battagliero critico d’arte, risultano oltremodo Interessanti i suoi scritti sui Macchiaioli.

Il pittore e scultore toscano Adriano Cecioni muore a Firenze, il 23 maggio 1886.

Tra le sue più significative opere plastiche, citiamo:

Suicida, 1865; Bambino con il gallo, 1868; La madre, 1880.

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(di Stanislao Scognamiglio  -Tonia Ferraro – http://www.lospeakerscorner.eu – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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