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SexyGate Campano. Lui, lei e l’altro: impazza il ‘totocoppia’, esclusiva di Giuseppe Sangiovanni

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Sesso, tradimenti, perversioni, bugie, vizi, manie e pruriti di provincia.

La “Lewinski de noantri”, “eloquente” in stanze non ovali, con tanti “Clinton”!

Pronta una bozza di scenografia, per un film, sul peccato erotico di provincia, già inviata a un regista che si ispira al mitico Tinto Brass.

 

Il tutto(rispettando la privacy dei protagonisti), con altre storie scollacciate, potrebbe finire in un libro, magari destinato a diventare pure un best seller!

Per la intrigante soap-opera, “riesumati” grandi nomi: Pirandello, Fabrizio De Andrè ,Vittorio Gassman, Bill Clinton eTinto Brass(viventi gli ultimi due. E la “stagista”, Monica Lewinski!

Una storia di passione, sesso, vizi, manie,tradimenti, perversioni, psicopatologie, bugie e pruriti di provincia.

Roba da far impallidire Tinto Brass, maestro dell’erotismo boccaccesco italiano.

Una “love story” insolita, ricca di colpi di scena!

Lei, imprenditrice, bionda, filiforme, apparato tricologico da vamp, gentile, delicata, apparentemente bigotta; lui, un uomo intelligente, buono, onesto, sensibile; l’altro, un domino prossimo al pannolone.

E gli altri (professionisti, docentibus, esperti di economia, finanza e del diritto).

Un “ménage a dozzine”(altro che a trois), diventato tale per amore della consorte e per salvare il matrimonio.

Unione da salvare a tutti i costi.

É il sexygate campano -che non fa tremare le borse (come per il caso Lewinsky)- ma che ha cancellato pace e serenità in più famiglie della provincia campana.

Con ragionevole certezza professionale racconteremo la verità (il più bravo cronista al mondo, difficilmente farebbe meglio: questione di domicilio!) – per rispetto dei lettori, perché questa, è una storia vera e non un fumetto porno per teenager foruncolosi, come cercavano di presentarlo all’epoca i fattorini di Clinton: per ora non c’è alcun segreto istruttorio.

Lui, lei (La chiamavano e chiamano “Bocca di Rosa”, come quella di De André), l’altro e gli altri, che, velocemente, “entrano nel cuore” della donna che cerca, si, di colmare un vuoto, nel bollito matrimonio, ma che ama ricevere e procurare piacere a un nutrito esercito di uomini.

Un amore malato, ossessivo, perverso, quello della donna: fisico da velina, sguardo magnetico, che senza freni si abbandona all’attempato amante, esponendosi, proponendosi e mascherando malamente e ingenuamente numerosi incontri hot, con dozzine di amici e conoscenti.

Altro che liason esclusiva per il “vecio” amante. Uno dei tanti!

Negli ultimi mesi, scappa da lui, quando può e quando non può.

Sembra cotta, bollita. Si butta anima e corpo tra le braccia dell’amante vintage.

Quest’ultimo capisce che non è il primo, né l’unico, ad “interagire” con la giovane signora.

L’uomo è curioso. Non è geloso. Sembra strano, ma è cosi. Vuole sapere, se la sua amante, ha altri amanti.

Desidera inconsciamente di essere tradito. Un gioco eccitante, perverso. Ma non è il solo.

Identico desiderio di altro uomo, da anni a conoscenza delle turbolenze sessuali della donna, accolta sempre a braccia aperte.

Troppi interessi in gioco. Non è solo ninfopatologia, una sorta di ninfomania “istituzionale”. Evidente un disagio psichico marcato.

Gli antidepressivi fanno il resto (ma non incidono minimamente sul fisico della domina pulchra).

Incontri hot candidamente confessati, al rientro, beccata con i corpi del “reato” addosso, quindi, costretta a spifferare tutto: nome e cognome dell’amante di turno e luogo dei roventi incontri.

Clip e click, ingenuamente prodotti da lei nelle stanze non ovali, scrivanie collaudate, immortalate, tende ben chiuse (solo una fascia di tenda, semiaperta, adiacente una parete).

Dopo, l’apparato tricologico sconvolto e il volto candido prima, diventato colorato.

Monica Lewinsky (quella del celebre sexygate nella stanza ovale della Casa Bianca) di fronte ai giurati americani disse: “Ho avuto una relazione con lui, con Clinton, durata 18 mesi. Lo abbiamo fatto 12 volte, sempre in un certo modo però, in un modo particolare, che lui mi chiedeva perché nella sua testa non lo considera sesso, perché lui diceva che in quel modo avrebbe potuto negare di avere avuto una relazione sessuale con me”.

La Lewinsky “in erba” pensa allo stesso modo della “collega” americana (farlo in quel modo li, non vuol dire far sesso)- dopo essere stata scoperta per l’ennesima volta in pochi mesi, messa alle corde in una drammatica notte, avrebbe detto al tarantolato congiunto: Basta! Finiscila!

Ci siamo incontrati tante volte, ma stai tranquillo, quello è completamente impotente e le dimensioni sono ridotte!

Confessione buffa, ridicola, di comodo.

Ma la gente del posto, concordando con il chiacchierato amante, si chiede: se avesse testato davvero l’impotenza dell’amante, perché l’ha cercato, desiderato e incontrato, dozzine e dozzine di volte?

“I nostri incontri sono stati semplicemente ‘romantici’, ti prometto, che non lo sentirò e non lo vedrò più”- le “rassicuranti” parole della donna, che avrebbero momentaneamente rasserenato il congiunto, che per difendere l’apparenza, sarebbe ricorso a click mielosi.

Ma le telefonate e gli incontri tra la “bella” e statuaria capretta e il vaccinato caprone– sarebbero continuate/i a tutte le ore del giorno e della sera e in ogni luogo.

Overdose di emozioni per entrambi: per l’amante, piacere, stress, tachicardia e cuore a mille, con la paura incombente di rimanere sul campo, specialmente in una memorabile ed eccitante “partita”, giocata in “trasferta”, con i congiunti a due passi.

L’uomo, ad un certo punto, dice “basta”, non vuole più saperne: lei, morsa dalla tarantola, coinvolge amici e parenti, denigrando l’uomo. Roba da igiene mentale. Una storia sballottata fra lo squallore piccolo borghese.

Ben presto, a riprendere il sopravvento tra le mura di casa della scoppiata coppia: l’odio, il dolore, il disprezzo, scambio di accuse al vetriolo.

Si tira avanti tra quotidiani litigi, zuffe, spintoni, occhi fuori dalle orbite per lei: per il consorte, sguardi allampanati, per le veglie notturne e un tarlo nella testa, e l’ossessione infernale.

Ma è davvero impotente quell’uomo che mi ha fatto perdere, sonno e tranquillità? Davvero ce l’ha piccolo?

All’uomo rimane l’atroce dubbio nelle agitate notti in bianco.

La donna si aspetta la cacciata di casa, per correre dal suo “capriccio” di turno. Niente di tutto questo.

Scoperta decine di volte, lui fortemente attapirato, commoventemente l’ha perdonata, tenendola in casa.

Cerca di riconquistarla, in tutti i modi: è il trionfo dell’amore fedifrago.

Posizioni G… e non solo, condivise con amici e conoscenti.

After lessons, in office et studios, l’esame hot orale: il preferito dall’esercito di amanti e dalla novella Lewinski.

Messe in scena ridicole, clonato molto male lo spot della Barilla (ndr.: la bella famiglia, del Mulino).

Ma, la psiconinfopatologia della signora è nota nel vasto comprensorio.

La notte incombe, si avvicina a lei nel letto, l’accarezza, poi lo spettro delle mani, tante mani, tante piovre immaginate sul corpo della moglie.

Chiude gli occhi, la rabbia sale e da’ un leggero schiaffo sulla gamba di lei, che si abbandona ad un pianto collaudato negli anni, chiedendo scusa per i continui tradimenti.

Altro che impotente, l’altro. Diversi i “cantieri” aperti, in case di dame coniugate e non.

Ma io non sono geloso dei mariti”- tiene a precisare sorridendo- l’etichettato impotente.

Fisico da clochard lui, 49 primavere lei, perdutamente “innamorata” di lui!

Una farfallina incantata, che ha “sedotto” l’uomo. Creando problemi! Si è fatta male pure lei.

Ma che nella caduta ha scritto un’altra pagina di un libro antico e triste, come la storia umana: il romanzo di una donna malata, sognatrice, ingenua, insoddisfatta.

Imprenditrice di successo, laurea e più master nel cassetto- che, paradossalmente, alterna momenti di estrema lucidità, grande preparazione e professionalità, a scatti d’ira e filippiche inquietanti.

Incontri frequenti, che lasciano segni indelebili, che lasciano impronte ovunque, come per la macchia fatale a Clinton!

Accessori di abbigliamento scomposti, incubo ricorrente! Croce per l’uno, delizia per gli altri.

Passione diventata una fogna che raccoglie liquami, quei veleni, quelle vergogne vomitate con livore. Il silenzio avrebbe giovato alla bella signora.

Il marito, un gentlemen, avrebbe cercato di comprare il silenzio dell’amante della moglie sulla loro relazione, di contro avrebbe messo in giro la voce della persa virilità dell’uomo. Il tutto testato dalla moglie?

Una clamorosa e bizzarra autodenuncia conferma dell’avvenuto adulterio.

“Una storia tormentata la nostra -spiega il “vecio” amante- ricca di retroscena e particolari clamorosi, come il ménage multiplo, architettato con vigoria dalla signora.

Sono stato “sedotto” da questa donna, che pur di vedermi ha fatto salti mortali. Aveva perso la testa per me.

E rincarando la dose sbotta dicendo: “Consiglio alla signora l’eliminazione di composti volatil-solforati, batteri presenti nei cavi che ‘inibiscono’ il partner, e che incidono notevolmente sulla libido”.

Una metafora al cianuro, indirizzata alla donna, attrice protagonista di una telenovela ricca di colpi di scena.

Il villaggio dei mariti, che inghiottono i rospi per convenienza e apparenza, diventa sempre più popolato; dei figli che non vogliono divorzi di genitori; il villaggio di noi farisei non vuole essere scosso dalla ipocrisia perbenista della comunità.

La condotta morale della Lewinsky campana non piace a nessuno nella comunità. Probabilmente neppure a se stessa.

Intanto impazza il totocoppia.

Un giornalista del posto ha raccolto le confidenze intime dell’amante della donna, intenzionato a pubblicare un libro, un romanzo erotico sulle piccanti love story (innumerevoli) di cui è stato protagonista.

Non è finita: ha già approntato una bozza di scenografia per un film sul peccato erotico di provincia, spedita in questi giorni a un regista che ha raccolto l’eredità professionale di Tinto Brass.

Chissà che il libro non diventi pure un best seller, partorito questa volta fra le manie, i vizi, le turbolenze della provincia campana, ipocrita e trasgressiva: il regista, chissà che lo traduca veramente in film.

Un remake de ” Il Turno”, film con Vittorio Gassman, tratto dal romanzo di Luigi Pirandello. Chi vivrà, vedrà!

Nelle ultime 24 ore, saltata fuori, ultima in ordine di tempo, l’identità di altro “romantico fidanzato”, molto geloso, anch’esso molto attivo nel verificare de visu, rubriche e contatti sui social (miratamente su whatsapp) della signora, scoperta grazie a dispositivi di ultimissima generazione.

Cellulari (anche se spenti) e social network, diventati un megagalattico Grande Fratello.

Azioni controllate comodamente e con elementare facilità, h24, a migliaia di km di distanza dai controllati, “violati” ovunque, in qualsiasi luogo.

Audio e persino video disponibili in tempo reale e registrati.

La fine della privacy per il popolo dei social network, dei cellulari, dell’impenetrabile (finora) whatsapp, di Instagram ed affini.

Vita dura per tutti, l’unica alternativa sicura, rimane quella usata da Cosa Nostra: “il pizzino”.

Si preannuncia un colpo di scena clamoroso, per “domare” la bella signora: in cantiere l’alleanza tra lui e l’altro, accomunati da molte cose (manie, perversioni, gelosie morbose).  Sancita la pax finale tra i due.

A breve potrebbero vivere tutti felici e contenti. Una bella famiglia allargata, aggiungendo un posto a tavola e un letto a tre piazze!

E gli altri? Continueranno a testare la “perspicuitas”, “l’eloquenza nel porsi” (qui dato os suum) della focosa imprenditrice, che varca “puntuale” ogni mattina il cancello dell’avviata azienda di famiglia, che offre lavoro a dozzine di dipendenti.

Uno, infedele e bene informato, avrebbe detto che tutto sarebbe nato dai numerosi contatti (quotidiani) professionali della signora con “mediatori di affari”, che nell’ordinato ufficio, avrebbero “pianificato” e spesso “finalizzato”, al termine di laboriose trattative professionali.

Il tutto, in orari non compatibili con la presenza dei dipendenti.

Molto usati anche i social: fonte, per la Lewinski campana, per cercare nuovi Clinton!

La chiamavano bocca di rosa
Metteva l’amore, metteva l’amore
La chiamavano bocca di rosa
Metteva l’amore sopra ogni cosa
Appena scese alla stazione
Nel paesino di Sant’Ilario
Tutti si accorsero con uno sguardo
Che non si trattava di un missionario
C’è chi l’amore lo fa per noia
Chi se lo sceglie per professione
Bocca di rosa né l’uno né l’altro
Lei lo faceva per passione
Ma la passione spesso conduce
A soddisfare le proprie voglie
Senza indagare se il concupito
Ha il cuore libero oppure ha moglie
E fu così che da un giorno all’altro
Bocca di rosa si tirò addosso
Si sa
L’ira funesta delle cagnette
A cui aveva sottratto l’osso
Ma le comari d’un paesino
Non brillano certo in iniziativa
Le contromisure fino a quel punto
Si limitavano all’invettiva
Si sa…

Fabrizio De André

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