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Caiazzo. A ‘Mi manda RaiTre’ giovedì la storia di Antonio Sangiovanni, vittima di una famigerata truffa sul web ‘snobbata’ dalle istituzioni?

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Approda sulla nota trasmissione di servizio televisivo ideata da Antonio Lubrano e ora condotta da Salvo Sottile, il caso di Antonio Sangiovanni (Ahthony per chi volesse contattarlo tramite Facebook – nella foto qui accanto), pensionato caiatino che, dopo il deludente impatto contro il micidiale “burosauro” di molte pubbliche amministrazioni italiane, soprattutto per lui che è vissuto lungamente negli Stati Uniti d’America, ha deciso di muoversi per proprio conto al fine di smascherare non solo i malviventi che lo hanno truffato proponendogli la vendita, attraverso internet di un trattore proposto a prezzo molto allettante, ma ricevuto dopo il pagamento di un consistente anticipo, e tanti altri analoghi malfattori, ma anche mettere in guardia tanti altri sprovveduti che, allettati e circuiti in vari modi, ogni giorni “ci cascano”.

Il servizio, breve quanto incisivo, sarà trasmesso giovedì 4 ottobre nel corso della trasmissione televisiva “Mi Manda Raitre”, in onda dalle ore 10; il tutto su iniziativa del semi omonimo congiunto Giuseppe Sangiovanni, eccellente nostro collega in giornalismo e concittadino, “di casa” in Rai, il quale così ha illustrato l’iniziativa:

L’ennesimo caso collocato in Rai dal giornalista Giuseppe Sangiovanni

PENSIONATO DI CAIAZZO, TRUFFATO ONLINE, APPRODA IN RAI, NELLA TRASMISSIONE CULT “MI MANDA RAITRE”

Il dinamico e perspicace pensionato, nativo di Caiazzo, con doppio passaporto Italia-Usa, sostituendosi alle forze dell’ordine, si è trasformato in investigatore, e dopo laboriose richerche, tassello su tassello, è arrivato ai truffatori

Denunce, dozzine di appelli, lettere al Ministro degli Interni Matteo Salvini, al Presidente della Repubblica Mattarella, al Presidente del Consiglio Conte, al Consiglio Superiore della Magistratura, al Questore di Caserta, a nulla serviti.

Nessuno ha mosso un dito per l’estenuante odissea vissuta dalla vittima, un vivace e perspicace pensionato caiatino, per anni vissuto negli Stati Uniti, abituato all’efficienza delle forze dell’ordine e della Giustizia USA.

Quello che avrebbero dovuto fare le istituzioni preposte, che hanno dato risposte allucinanti, l’ha fatto lui.

Trasformatosi in investigatore, ha fatto laboriose ricerche e, da novello 007, è arrivato ai truffatori.

Su un piatto di argento ha fornito agli organi di polizia nomi, cognomi e coordinate precise, ottenendo risposte inquietanti.

Soldi veri, trattore virtuale! La sintesi di una collaudata truffa (una delle tante compiute in Italia), messa in atto da truffatori di professione, che la giustizia italiana ignora.

Organi di polizia, che inseguono i grandi truffatori con la 500 e chi ruba una mela, con la Ferrari!

Una odissea, quella vissuta da A.S. -pensionato di Caiazzo, repetita juvant, che per conto suo ha indagato, cercando di sapere chi fosse l’autore della truffa.

Ha nomi e cognomi ed altre coordinate per arrivare al truffatore, ma alle forze dell’ordine, non interessa. Incredibile ma vero! Inquirenti-lumaca, beati spettatori di una vicenda reale e surreale, che getterebbe nello sconforto chiunque.

L’inquietante odissea, per il pensionato caiatino- doppio passaporto, Italia-Usa (ha vissuto per anni negli States) ora vive sei mesi in Italia e sei negli Usa, dove vivono i figli, inizia circa tre mesi fa.

Dopo accurate ricerche, controlli, riscontri, passando per il sito della polizia postale, per evitare raggiri e truffe, approda sul sito *** (ndr.che facebook non ci permette di digitare).

Cerca un trattore per il piccolo fondo terriero che coltiva nei sei mesi di residenza in Italia. Il 30 giugno, lo trova. Riceve foto, video e rassicuranti dettagli dal “venditore”.

Dopo aver verificato con ricerche mirate la reale esistenza e l’identità delle persone, inizia la trattativa che il 2 luglio lo conduce alla stesura del contratto e al versamento della somma pattuita di 3400 euro sul conto del “venditore”.

Dopo l’effettuazione del versamento, la brutta sorpresa: vittima della truffa.

L’intera transazione, effettuata tramite whats-app, a viva voce, seguita dalla moglie, incantata anche lei dall’apparente signorilità dell’interlocutore.

Sconcertato, angosciato, nella notte del 3 luglio scorso, presenta la denuncia online, alla fine della quale gli viene chiesto di andare al più presto alla polizia postale per completare la documentazione. E l’incubo continua!

La mattina stessa piomba all’ufficio della polizia postale di Caserta, ma lo trova chiuso, corre in Questura.

Attende, denuncia l’accaduto e alla fine il poliziotto, nel consegnargli una copia, lo congeda con queste parole: ma lo volete capire che questi sono degli artisti nel campo delle truffe e voi non avete nessuna speranza di salvarvi?

L’andirivieni casa-questura è continuo. Nel rettificare alcuni errori riscontrati nel verbale, si accorge dell’archiviazione preannunciata.

Non è possibile! E il poliziotto: “Ma lo vuole capire che non c’è nulla da fare? questa è la prassi e deve attendere”!

Attendere l’intervento del giudice fra tre mesi, che verosimilmente archivierà tutto! Questa la prassi?

Chiama senza successo la polizia postale di Caserta, poi quelle di Modena e di Reggio Calabria, gli dicono che le indagini di norma partono immediatamente.

Chiama quella di Napoli, che risponde: “Non si preoccupi, tanto la truffa è di poca entità (ndr. 3400euro!) e questi banditi non scapperanno, perché continueranno a truffare”!

Il pensionato crede di sognare. E che incubo!

Torna in Questura a Caserta e il solito poliziotto risponde: “Se li troveranno, sarà costretto ad andare a testimoniare e se verranno condannati potrà costituirsi parte civile, ma a che pro se non hanno nulla da perdere? E saranno solo maggiori spese per lei quindi, se lo tolga dalla testa una volta per tutte”.!

Amareggiato il pensionato italo-americano, tiene a precisare: “Le forze dell’ordine chiedono collaborazione ai cittadini per combattere la criminalità, ma le diverse istituzioni alle quali mi sono rivolto mi hanno profondamente deluso e trasmesso informazioni contrastanti.

Mi sono offerto di fornire validi indizi che sono stati rifiutati, per cui mi chiedo: Cosa bisogna fare per collaborare con la giustizia?

Uno dei tre truffatori ha un conto corrente presso Poste Italiane a suo nome. Per aprire un conto, in qualunque istituto, è necessario esibire tutti i documenti personali e mi domando: è tanto difficile risalire a lui e bloccargli prima di tutto il conto? Quante altre vittime saranno necessarie prima di decidersi a farlo?

Poiché siamo nel mondo della tecnologia, che abbiamo sul palmo della mano, come è possibile che accadano ancora queste cose”?

Da semplice cittadino A.S. è riuscito a risalire agli autori della truffa che, appoggiati a parenti (con lo stesso nome e cognome) residenti in provincia di Modena, seminano tanta angoscia, essendo liberi di continuare fino all’interessamento tardivo della Magistratura.

Poiché come è noto, sembra che il nostro paese sia costellato di atti criminali di qualsiasi genere (furti, rapine, violazioni di domicilio a fini criminali, ecc.), di cui sono stati vittime anche miei zii, mio nipote, mio cugino e tanti miei amici, mi domando: Quanti poveri esseri umani devono ancora subìre tutto questo prima che vengano tentate o messe in atto azioni correttive”?

Gli interrogativi fatti pervenire al Presidente della Repubblica, al premier Conte, al ministro Salvini, al CSM ed altre istituzioni nazionali. “I delinquenti che hanno perpetrato la truffa nei miei confronti, sono agli arresti domiciliari ed hanno tutto il tempo necessario per continuare liberamente la loro “losca professione”.

Adoro la mia Patria e come tanti altri non voglio vergognarmi di essa, per cui (in nome di tante vittime) esorto i destinatari del mio sfogo a fare quanto è nelle loro possibilità per cambiare le leggi, che appaiono essere dalla parte dei delinquenti.

In conclusione, devo ammettere che i cittadini indifesi non sono per niente tutelati e mi rivolgo a voi con la speranza che le cose possano cambiare per il meglio.

Per questo ho voluto raccontarvi la truffa subìta e le tappe successive”(in una lunga lettera inviata alle massime autorità dello Stato)- le parole conclusive dello sconsolato pensionato nativo di Caiazzo, che giovedì 6 ottobre, alle ore 11.00 circa, nel programma cult “Mi Manda Raitre”, in onda su Raitre avrà la possibilià di raccontare l’infinita odissea che gli ha tolto il sorriso.

Ogni giorno sentiamo parlare di riforma della Giustizia. Di certezza della pena. Totò direbbe: “Ma mi faccia il piacere

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