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Caiazzo. In arrivo circa 40 migranti: prima, vera ‘cambiale’ in scadenza per il neo sindaco?

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Un nuovo fronte rovente si aggiunge, nel pedissequo rispetto dell’adagio a mente del quale “non c’è due senza tre”, a quelli già infervorati che tengono banco nei capannelli, anche virtuali, in quest’afosissima estate coincidente coi primi mesi di governo della quasi interamente rinnovata amministrazione Giaquinto.

Alle due principali lingue di fuoco, allusive delle problematiche estive più chiacchierate, cioè degli “affariOpere Pie e Decò, sui quali contiamo di tornare a strettissimo giro, infatti, da qualche tempo se ne è aggiunta un’altra che infervora da un lato i presunti “razzisti”, cioè quanti avversano decisamente l’ospitalità indiscriminata, soprattutto in certi ambiti; dall’altro i presunti “buonisti” che invece vorrebbero accogliere tutti i migranti, deve presumersi non importa come e dove, anche in realtà decisamente inadeguate, facendo prevalere i propri interessi politici a quelli della comunità che li ha votati.

Tanto sembra evincersi da un battibecco virtuale fra l’ex sindaco Tommaso Sgueglia e la neo presidente del Consiglio comunale Ida Sorbo,di seguito riportato testualmente, con il quale, mentre il primo respinge decisamente le accuse di sue responsabilità riguardo all’imminente arrivo di circa 40 migranti, la giovane radicale lo rimbrotta, contestandogli che, anziché tutelare i concittadini, avrebbe dovuto favorire l’accoglienza dei disperati, attesi a Caiazzo lunedì 30 luglio, come disposto dal questore su indicazione del prefetto di Caserta e conseguenti intese con la civica amministrazione, ma che, secondo indiscrezioni, potrebbero essere sbolognati nel contado della presunta città buonviverina anche nella serata domenicale per eludere ogni eventuale iniziativa ostruzionistica.

Intese che, sempre secondo indiscrezioni, sottenderebbero quanto meno una “forzatura”, se è vero che una delle due strutture, destinataria di circa 25 migranti, ubicata in via Santa Lucia e in precedenza adibita ad azienda agrituristica, all’epoca fu oggetto di interdizione coatta per un’ala risultante edificata in difformità, pare mai condonata, rispetto alla concessione, tanto da indurre i titolari alla chiusura, per una destinazione più vantaggiosa, evidentemente non soggetta ad altrettanto rigorosi controlli?!

L’altra struttura che ugualmente il proprietario avrebbe ritenuto più vantaggioso mettere a disposizione della prefettura in cambio di circa 40 euro giornalieri (pari a oltre mille euro mensili: 25 ospiti=25000 euro/mese all’incirca) per ciascun migrante accolto è ubicata nelle campagne di via Giovannizzi- Riccetta, nei pressi dell’ex deposito autobus Sangiovanni, area ugualmente priva di ogni adeguata struttura.

Ma forse questo non rileva per chi pensa solo all’accoglienza dei migranti -se non per il gaudio, pur paventato sul web, di qualche donna “curiosa“- sicuramente per i fornitori di sistemi antifurto, a quanto pare letteralmente presi di assalto da richieste di residenti e nuclei familiari disperati, già allarmati da precedenti intrusioni malavitose, non solo notturne.

In attesa che il progetto sarà attuato -pare anche in totale assenza dell’opposizione, essendo in ferie l’avvocato Amedeo Insero, unico consigliere ritenuto in grado di impensierire gli antagonisti, sempre se interessato, essendo segretario PD- riportiamo di seguito la citata diatriba virtuale fra l’ex sindaco e la neo presidente del Consiglio, dalla quale, secondo alcuni lettori, sembra evincersi che il nuovo sindaco (di Forza Italia) abbia dovuto deglutire un calice molto amaro anche per lui:

Leggo da più parti sui social e sui blog notizie di insediamenti di centri di accoglienza per immigrati sul territorio di Caiazzo che sarebbero stati autorizzati dal sottoscritto.

Nulla di più falso, smentisco categoricamente tali notizie perché assolutamente infondate e frutto solo della fantasia di qualcuno che vuole denigrare la mia persona, e che diffonde bugie e falsità a menadito.

Nè io nè gli assessori ed i consiglieri della mia Amministrazione in carica dal 2013 e fino alla prima decade dello scorso mese di giugno, abbiamo mai autorizzato e tantomeno aderito ad alcun programma di accoglienza di extracomunitari, quale può essere la rete Sprar o altro, per cui appare davvero assurdo addossare al sottoscritto responsabilità che non ha e che non potrebbe avere, atteso che sono privati che hanno partecipato al bando della Prefettura per accogliere immigrati in strutture che sono nella loro disponibilità.

Ciò avviene senza alcuna autorizzazione da parte del sindaco.

Del resto, ogni qualvolta ho partecipato per dovere e garbo istituzionale verso il Prefetto che mi convocava quale sindaco, ai tavoli in Prefettura per trovare una degna sistemazione alle migliaia di extracomunitari presenti nella Provincia di Caserta, ho sempre dichiarato l’ indisponibilità del Comune di Caiazzo ad ospitare gli immigrati.

Alla luce di tanto, diffido chiunque dal diffondere ancora tali notizie.

Ida Sorbo Ida Sorbo 

Ida Sorbo  Tommaso, permettimi una riflessione: che le Prefetture gestiscano le gare per l’accoglienza migranti e che non siano tenute ad avere l’autorizzazione dai comuni, ormai si sa, ma adesso scrivi questo post per difenderti da cosa?

O per ribadire cosa? E perché hai dichiarato l’indisponibilità del comune a partecipare a progetti di accoglienza?

C’è una ragione specifica a questa linea politica? Perché detta così non si comprende.

Gli amministratori (e tu puoi insegnarmelo per la pluriennale esperienza trascorsa nella Casa comunale) non possono avere certo la presunzione di sentirsi i padroni del territorio che governano; viviamo, viva Dio, in una società in cui vige secondo il nostro ordinamento costituzionale il principio di sussidiarietà e non possiamo chiuderci entro i confini dei nostri comuni né da cittadini né da amministratori.

C’è un’emergenza che coinvolge un intero continente e invece di pensare a progetti di inclusione sociale, ci trinceriamo dietro al gioco dello scaricabarile.

Chi vorrà essere edotto sulla notizia dell’arrivo dei migranti potrà farlo nelle sedi deputate, non su un social network, ma qui stiamo parlando di altro.

Credo che la dichiarazione di indisponibilità vada motivata. Per le istituzioni la forma è sostanza e le parole sono importanti.

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