Caiazzo. Festival Jovinelli: chiusura domenica a Castelmorrone con Mario Romano-Quartieri Jazz
In piazza Bronzetti il Concerto di Mario Romano con il suo Ensemble: Luigi Esposito al pianoforte, Ciro Imperato ai bassi ed Emiliano Barrella alle percussioni.
Gran finale domenica 20 maggio , per la tredicesima edizione del Festival Nazionale del Varietà “Giuseppe Jovinelli”, dedicato quest’anno a Totò nel cinquantenario della sua scomparsa e finanziato dalla Regione Campania con i fondi Poc 2014/2020, a valere sulla azione 3 “Iniziative promozionali sul territorio regionale” nell’ambito della linea strategica 2.4 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura”.
In piazza Bronzetti, con inizio alle ore 21, si terrà l’ultimo spettacolo in cartellone della kermesse, intitolata al grande impresario di origini caiatine, che, negli ultimi due mesi, ha già toccato i diversi centri di Caiazzo (capofila della intera manifestazione), Alvignano, Castel Campagnano e Castel di Sasso.
A salire sul palco per allietare i presenti, sarà la Mario Romano Band con i suoi “Quartieri Jazz” che vedranno la presentazione anche de “Le 4 Giornate di Napoli”, l’ultimo lavoro discografico del noto chitarrista napoletano dei Quartieri Spagnoli che, dopo il successo del primo disco ‘E strade ca’ portano a mare”, ha voluto affrontare una nuova sfida all’insegna della consapevolezza e della rivalutazione dell’identità partenopea, attraverso la fusione tra la napoletanità dei vicoli in cui vive l’artista, e il jazz manouche dei caposcuola come Reinhardt e Rosenberg, proseguendo così sulla strada del genere coniato Il NEAPOLITAN GIPSY JAZZ.
Ad affiancare Mario Romano alla chitarra manouche, ci saranno i fidi compagni Luigi Esposito al pianoforte, Ciro Imperato ai bassi ed Emiliano Barrella alle percussioni che, oltre ai nuovi brani, eseguiranno anche gli evergreen del loro repertorio.
“Quartieri jazz è una lunga storia perché comincia negli anni 80 con interminabili partite di pallone con il supersantos, partite che di calcio avevano ben poco ma di mazzate tante… è la storia di pomeriggi, dopo i compiti, nel “bigliardo” sotto casa cercando di finire Mario Bros con un solo gettone… storia di domeniche passate ad ascoltare la radio, aspettando il “90° minuto” per vedere i gol della MaGiCa (ovviamente Maradona, Giordano e Careca), la storia di noi che guardavamo al sud-America attraverso il sinistro di un genio bastardo… è la storia dei primi innamoramenti che ci lasciavano incantati a guardare il cielo di maggio… questa storia passa attraverso la musica napoletana, che con le sue
melodie colpiva e scolpiva il nostro cuore… è la storia di 30enni che sono cresciuti tra i vicoli e le strade perbene… di filoni a scuola passati sugli scogli a stordirci o forse a stare più lucidi mentre guardavamo il mare… di incazzatura con i libri, i nostri genitori con gli strumenti e col lavoro… incazzatura con il mondo quando è ingiusto… ma rapiti dalla vita e dalle sue magie… ma soprattutto è la storia di un popolo contraddittorio come la sua città…
Napoli, città di fuoco e città di mare, di energia propulsiva per la vita ma anche di energia autodistruttiva, di cultura e di spaventose sacche di ignoranza… è la storia dei Napoletani che meglio degli altri conoscono il dolore”, racconta Mario Romano.
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