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Napoli. ‘Treni strettamente sorvegliati’: da venerdì 19 gennaio al teatro ‘La giostra’ l’opera di Bohumil Hrabal

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Massimiliano Rossi porta in scena il terzo capitolo della quadrilogia della guerra

“Ad Est+1”, in prima teatrale assoluta nello spazio multidisciplinare dei Quartieri Spagnoli

Sarà Il Teatro La giostra/Speranzella81 a ospitare, venerdì 19 gennaio 2018 alle ore 20.30 (repliche fino a domenica 28), il debutto, in prima teatrale assoluta, di Treni strettamente sorvegliati dal romanzo di Bohumil Hrabal, un progetto dell’attore e regista Massimiliano Rossi, che ne firma anche l’adattamento e la regia.

A dar vita, in scena, all’allestimento, presentato da TaRatatà produzioni, saranno Giovanni Buselli, Angela Rosa D’Auria, Pietro Juliano/Massimiliano Rossi, Giuseppe Villa, Giuseppe Fiscariello, Adele Vitale, Antonio Clemente, Noemi Giulia Fabiano, Sara Lupoli, Marco Aspride, Michele Capone, Valerio Lombardi.

Treni strettamente sorvegliati è un romanzo dello scrittore Bohumil Hrabal del 1965, da cui fu tratto anche un film con la regia di Jiri Menzel (vincitore dell’Oscar nel 1967 come miglior film straniero), che regalò all’autore ceco la notorietà a livello internazionale.

Il romanzo, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia del timido Milosh, apprendista ferroviere in una sperduta stazioncina della Boemia e Moravia occupate dalle truppe del Reich, che persegue il chiaro obiettivo di diventare un uomo.

Questo significa, innanzitutto, smetterla con quel vergognoso affare che è l’eiaculatio praecox, e conquistare, per davvero, la giovane e bella capotreno Masha.

Come una sorta di Charlot boemo, diventa adulto tra i propri insuccessi amorosi e gli scintillanti successi del capo-manovra Hubicka (che finisce sotto inchiesta per aver timbrato le chiappe della collega telegrafista), tra il ricordo del nonno, che voleva fermare i tank con l’ipnosi, e quella bomba (quella “cosina”) che lui, Milosh, deve infilare nel treno dei nazisti.

L’adattamento teatrale del romanzo di Hrabal rappresenta una vera e propria sfida, poiché la sua prosa di straordinario impatto immaginifico e profondamente visiva, rende ardita la sua trasformazione in flusso di immagini.

“Rispetto al romanzo e alla trasposizione cinematografica – spiega Massimiliano Rossi – ho cercato di non perdere, ma amplificare, quell’erotismo giocoso e anarchico che caratterizza lo scritto originale. Eros e Thanatos, afferma Freud, sono in lotta continua e l’evoluzione civile è un costante impegno volto a impedire alla seconda di mandare in rovina la società, che nasce dalla tendenza aggregativa della prima”.

Imperniare, così, tutto il racconto sul contrasto tra l’istinto alla vita e l’istinto alla morte sembra dare un senso psicologico alla follia distruttiva nei decenni, dalla prima alla seconda guerra mondiale.

Tutti i personaggi del testo rappresentano queste pulsioni primarie: vita, morte, principio di realtà. È con l’interazione di queste due forze contrapposte, Eros e Thanatos, che si producono i cambiamenti nella vita umana, due principi dinamici della psiche umana.

 

Rispetto al libro e al film, vorrei riuscire a non perdere, semmai amplificare, quell’erotismo giocoso e anarchico che contrassegna l’originale scritto. Eros e Thanatos, afferma Freud, sono in lotta continua, e l’evoluzione civile è un costante impegno volto a impedire alla seconda di mandare in rovina la società, che nasce dalla tendenza aggregativa della prima.

Imperniare tutto il racconto sul contrasto tra l’istinto alla vita, e l’istinto alla morte, sembra dare un senso psicologico alla follia distruttiva nei decenni dalla prima alla seconda guerra mondiale.

Tutti i personaggi del testo rappresentano queste pulsioni primarie: vita, morte, principio di realtà. E’ con l’interazione di queste due forze contrapposte, Eros e Thanatos, che si producono i cambiamenti nella vita umana, due principi dinamici della psiche umana.

Lo stratagemma elaborato dalla società consiste nel rispedire al mittente la sua aggressività, senza lasciargliela sfogare.

L’energia pulsionale aggressiva, rinchiusa tra le pareti della mente, si accanisce contro l’unico che non può sfuggirle, l’individuo a cui appartiene. Nasce così il senso di colpa.

Milosh, il protagonista, ha una connaturata tendenza alla morte e alla vita, così come la materia organica, perché nella sostanza vivente esiste una parte destinata alla morte e una parte immortale: il “plasma germinale” al servizio della perpetuazione della specie.

In modo non del tutto chiaro, il livello materiale e quello spirituale della vita sembrano corrispondersi.

Treni strettamente sorvegliati è il terzo capitolo della quadrilogia della guerra “Ad Est+1”.

Volevo ancora rivolgere lo sguardo alla guerra e alla narrativa dell’est, e volevo che gli occhi di questo sguardo fossero ancora quelli della giovinezza, così come nei miei precedenti spettacoli, “Giochi di famiglia” e “Nasza Klasa.

Volevo passeggiare ancora nel secolo scorso, quello dei miei nonni e di mio padre, che è stato maestro d’ironia, irriverenza e incanto, e a cui questo lavoro è dedicato.

Massimiliano Rossi

Note di regia

Tutto si vede e si sente, le ombre sono quelle della Storia che è eco del destino da altri deciso. Pochi sbruffoni, ma quelli che restano sono maestri della lotta alla noia e al già vissuto.

Nella stazione i treni vanno e vengono nonostante tutto, neanche buttarcisi sotto (o dentro) cambia le cose, ma c’è o vi può essere il tempo di guardare il cielo con sirene che volano e uomini dipingere paesaggi piccoli piccoli e partire, intanto dietro le colline c’è il fragore delle bombe, in Europa ci si uccide.

Praga capoluogo magico, è popolata da siluette sonnambule che si aggirano nelle vie tenebrose che si assommano alle stregherie delle fabbriche e alle colate di acciaio, dove v’è solo lavoro coatto dei campi di internamento, dove alcuni non perdono la capacità di sognare, di illudersi nelle ore più nere e più desolate del nostro tempo, di questo secolo breve che è stato il Novecento.

TaRatatà Produzioni

presenta

in prima assoluta

 Treni strettamente sorvegliati

da Bohumil Hrabal

progetto, adattamento e regia Massimiliano Rossi

con

Giovanni Buselli, Milosh Hrma

Angela Rosa D’Auria, I e II mamma, sig.ra Laskà

Pietro Juliano/Massimiliano Rossi, capomanovra Hubicika

Giuseppe Villa, facchino Novak

Giuseppe Fiscariello, capostazione

Adele Vitale, Viktoria Freie, contessa Kinskà

Antonio Clemente, caposervizio Slushny

Noemi Giulia Fabiano, Masha

Sara Lupoli, Zdna Svatà

Marco Aspride, macchinista Knigè

Michele Capone, I SS, soldato

Valerio Lombardi, II SS

scene e luci Davide Carità, costumi Claudia Citarella,

sound design Davide Mastropaolo, movimenti di scena Sara Lupoli,

grafica Malive, foto Alessandro Palumbo,

trucco Rosa Falco, aiuto regia Vincenzo Capaldo,

assistenti alla regia Noemi Giulia Fabiano, Valerio Lombardi,

aiuto scenografo Giordana Innocenti

Durata della rappresentazione 85’ circa

Adattare per il teatro il romanzo di Bohumil Hrabal può rappresentare una vera e propria sfida. La prosa di Hrabal, di straordinario impatto immaginifico, proprio perché profondamente visiva rende ardita la sua eventuale trasformazione in flusso di immagini. Le opere di questo scrittore esprimono un’anima che tende al racconto teatrale e cinematografico.

La facilità di lettura cela, però, un complesso intreccio di combinazioni e derivazioni linguistiche, con disinvolti, ma sofisticati, registri lessicali e di pensiero. Farne uno spettacolo autentico comporta il rischio di scivolare in una banale ripetizione.

 

Tutto il mondo Boemo formicola di piccoli Kafka che a dispetto delle regole livellatrici e nemiche della fantasia conservano ancora una “fenditura nel cervello, un grano di follia”.

Treni strettamente sorvegliati, è una commedia che termina con una tragedia, ma non è una commedia classica stravolta in ultimo dal dramma, nel libro di Hrabal, commedia e drammatico si mescolano continuamente come nella vita.

Le sue descrizioni anti-eroiche, ricche di elementi grotteschi, di vicende quotidiane minime, sempre ai limiti del paradosso, collocano Hrabal sul filo del surreale. L’ambientazione popolare e popolaresca, la sua prosa burlesca aderisce al parlato popolaresco, in un flusso ininterrotto di invenzioni e di “chiacchiere”.

Hrabal applica, per decifrare la vita, l’ironia; che mette in luce le contraddizioni del consorzio civile. L’ironia è un vero sistema di pensiero, è: “La malinconia di una costruzione eterna, un gioco apparentemente infantile, folle e stupido, la vana lotta per l’uomo contro l’umanesimo formale e convenzionale, una battaglia contro una felicitante teoria dello stato e contro l’apparato burocratico”.

La sua scrittura annulla il tempo, costruendo un universo atemporale e infinito, e corre sul filo di un presente continuo; il concetto di tempo dipende dalle cose che accadono, è una coordinata meramente soggettiva, si mescola con lo spazio, diviene qualcosa che non c’entra più con la nostra semplice intuizione e tutto sommato diviene inutile. Dimenticando il tempo diventa tutto più semplice, è più facile capire come funziona il mondo.

Boumil Hrabal

Nato a Brno, in Moravia, ma si trasferì presto a Nymburk e poi a Praga. Nel 1939 i suoi studi di legge furono bloccati dall’invasione della Cecoslovacchia da parte della Germania nazista. Per mantenersi cambiò tantissimi mestieri, tanto numerosi da essere difficili da elencare.

Fu magazziniere presso una cooperativa di consumo, addetto alla preparazione del malto in una fabbrica di birra, copista presso lo studio di un notaio, prima manovratore e poi capostazione ferroviario, telegrafista, agente assicurativo della “Sostegno della Vecchiaia”,

commesso viaggiatore di giocattoli, operaio metalmeccanico, imballatore di carta da macero ottenuta dai libri censurati dal regime comunista, macchinista e in seguito comparsa in un teatro, cameriere.

Trasversale a queste esperienze di lavoro, fu la sua esperienza di grande bevitore e personalità fuori dagli schemi. Iniziò a pubblicare poesie negli anni trenta, ma senza successo. La vena artistica si indirizzava piuttosto verso la narrativa, secondo toni non-intellettuali e autobiografici, continuamente legati alla sua formazione attraverso i mestieri. Le pagine dei suoi romanzi furono all’inizio un esercizio per sé stesso. Dal 1963 poté dedicarsi più tranquillamente alla scrittura. Tuttavia la fine della Primavera di Praga, dopo il 1968 portò alla censura totale delle sue opere da parte del regime.

I suoi romanzi circolavano tramite canali clandestini. La diffusione era però tale da renderlo un maestro riconosciuto, con una crescente fama anche fuori dai confini della Cecoslovacchia. Morì il 3 febbraio del 1997, durante un ricovero per una lieve malattia in un ospedale di Praga, cadendo da una finestra al quinto piano.

Treni strettamente sorvegliati da Bohumil Hrabal – Napoli, Teatro La giostra/Speranzella81 – da venerdì 19 a domenica 28 gennaio 2018 – Inizio delle rappresentazioni teatrali ore 20.30 (giovedì, venerdì e sabato), ore 19.00 (domenica).

Info e prenotazioni ai numeri 081405632, 3492187511, 3488100587email lagiostrateatro@gmail.com

(Raimondo Adamo – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

 

 

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