Aversa. Ospedale: sindacati sul piede di guerra dopo la riqualificazione anche del pronto soccorso
In seguito alla riqualificazione e al nuovo pronto soccorso, all’Ospedale Moscati, è braccio di ferro tra direzione sanitaria e sindacati.
Continua incessante l’opera di riqualificazione disposta dalla direzione sanitaria dell’ospedale Moscati di Aversa, che appare, però, non sempre semplice dovendo abbattere alcune, o forse tante, vecchie credenze e anche troppe abitudini radicate saldamente tra le eccellenze che operano all’interno.
Difficoltoso ad esempio, è il rapporto con le RSU del Presidio ospedaliero, le quali, convocate dalla Direzione Sanitaria al fine di provare a concertare una strategia finalizzata a ottimizzare l’utilizzo del personale operante nell’ospedale, hanno preso le distanze da tali proposte.
La richiesta di licenziamento per nuovi incarichi da parte di quattro medici e l’apertura del nuovo Pronto Soccorso hanno determinato lo spostamento temporaneo, in attesa di nuove assunzioni, di altrettanti medici e quattro operatori socio-sanitari dai reparti e la copertura a rotazione dei turni dello stesso Pronto Soccorso con i Dirigenti Medici di tutto l’ospedale, purché non esonerati da tali attività.
Tali spostamenti hanno scatenato le proteste dei rappresentanti sindacali CGIL, CISL, UIL, FIALS, AROI, che hanno proclamato lo stato di agitazione, chiedendo la revoca di tutte le disposizioni del nuovo corso della Direzione Sanitaria e lo spostamento della Responsabile del Pronto Soccorso presso un altro ospedale, dimenticando o ignorando che, come spiegato dal Ministero della Salute, il “Moscati” è “Ospedale sede di D. E. A. di primo livello, che garantisce oltre alle prestazioni fornite dagli ospedali sede di Pronto Soccorso anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione e, contemporaneamente, deve assicurare interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologia).
Sono inoltre assicurate le prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali”.
Benché sollecitati dalla Direzione a operare nell’ottica del mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza nell’interesse di chi soffre e dei cittadini che accedono all’ospedale, inoltre. le proposte del sindacato non sono state quelle di rendere l’ospedale operativo nella rete dell’infarto e dell’emergenza – accettazione, ma tese a trasformarlo quasi in casa di cura o in un ambulatorio, considerate le numerose presenze di personale escluso dai turni notturni o da particolari mansioni.
Si rischia in tal modo, praticamente, di azzerare tutto quello che di buono è stato fatto in questi mesi per l’ospedale; si prova a restaurare le posizioni cristallizzate e addirittura si vogliono riportare gli operatori nel vecchio Pronto Soccorso mentre si dovrebbe lasciar marcire tutto quanto, anche se rimane ancora molto da completare di tutto ciò che è stato ristrutturato con i soldi dei contribuenti.
Possibile che qualcuno si attendesse che i lavori continuassero all’infinito, come improbabili cattedrali nel deserto?
Che non si attendesse uno sconvolgimento tale da fare dell’ospedale normanno una delle eccellenze più funzionanti della provincia?
Ci vuole l’aiuto e la collaborazione di tutti, sia delle idee rivoluzionarie della direzione sanitaria, sia dei sindacati e del personale coinvolto.
Non si può immaginare qualcosa che cambi, in meglio, ad opera della sola idea: dopo, infatti, ci vuole l’azione.
Occorre stabilire un dialogo tra le parti, per il bene dei pazienti e per la crescita della qualità del nosocomio, finora di difficile attuazione.
(Laura Ferrante – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)