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Da Ruviano a Como (e in sud America) spopolano le opere librarie di Giovanni Casaura

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È trascorso un anno dalla pubblicazione di Iluminada, secondo romanzo della trilogia “Voci di donne”, e Giovanni Casaura (nella foto qui accanto) torna in libreria con Felicidad (Edizioni R.E.I. France, euro 15), terzo romanzo della trilogia ambientata in Perù.

Giovanni Casaura è un autore molto fecondo: ha pubblicato, infatti, numerosi saggi letterari, raccolte di poesia, opere teatrali, racconti e romanzi, tutti molto apprezzati, tanto da essere molto conosciuto e ammirato nel panorama letterario contemporaneo anche fuori dai confini nazionali..

Nato a Ruviano, ridente paese del Medio Volturno, vive ed opera a San Fermo della Battaglia, ameno centro del comasco, di circa 8000 abitanti.

Ha insegnato a Como al Liceo Classico “Volta” e per qualche anno ha diretto  il Liceo annesso al Conservatorio.

Suoi racconti e liriche sono inclusi in diverse antologie.

È stato premiato in Concorsi internazionali e ha vinto l’edizione 2007 del “Premio Matteotti” della Presidenza del Consiglio dei Ministri con “L’erede del Podestà”, il romanzo iniziale della nota e fortunata trilogia “Vita di un uomo normale,” che ha come protagonista il personaggio di Onofrio Domusuro.

Anche in “Felicidad”, come nel secondo romanzo della trilogia, la protagonista è “Iluminada”, rinchiusa in un manicomio a Buenos Aires e gettata a marcire in un bugigattolo in cui rischia di perdere la sua identità, la sua umanità e la sua coscienza di donna.

L’esperienza nel manicomio è drammatica, ma non riesce ad annientare la sua dignità e il suo attaccamento alla vita.

Testimone di ogni forma di brutale e animalesca violenza, fisica e psicologica, sulle sue compagne di sventura, la protagonista riesce attraverso un percorso accidentato, ma illuminato da sprazzi di poesia, a non perdere la speranza della felicità.

I fatti che accadono in un luogo peggiore del carcere fortificano il carattere di Iluminada, che riesce a sfuggire alle attenzioni morbose di infermieri e medici.

Quando la situazione cambia, con l’arrivo di un nuovo e illuminato direttore, la giovane troverà quello che aveva sempre cercato nella sua vita.

Il ritorno in patria la vedrà protagonista prima di una lotta pacifica, ma fermissima, in difesa delle sventurate che vegetano nei manicomi e, poi, con la creazione di una rete di Centri d’ascolto e di supporto, nella difesa delle donne vittime della violenza maschile, piaga diffusa in tutta l’America latina come nel resto del mondo.

Uno degli aspetti che accomunano i tre romanzi è la forza morale che esprimono le donne della famiglia Naras.

In un mondo difficile, nel quale talvolta sono considerate inferiori agli uomini, non sempre riescono, nonostante le innate capacità, l’impegno e lo spirito di sacrificio con cui affrontano le difficoltà quotidiane, ad emergere nel lavoro.

Le donne, però, si stagliano al di sopra di tutto e di tutti proprio per la forza morale con cui combattono.

Non sono eroine, non compiono azioni eclatanti, non rincorrono il potere o il successo, ma hanno una forza interiore e una perseveranza che permettono loro di raggiungere mete inimmaginabili per poi tornare alla vita di tutti i giorni perché nel calore delle piccole cose trovano la serenità e la gioia di vivere.

Sono umili, ma l’umiltà è la loro vera forza, la molla che le spinge a lottare in modo pacifico, ma determinato.

L’autore riesce ad esplorare sapientemente la psicologia delle protagoniste e degli altri personaggi femminili.

La loro personalità, i loro sogni, le loro paure, le loro piccole gioie, la loro perseveranza, il rispetto per sé stesse e per gli altri, prendono forma poco a poco e avvincono il lettore e lo immergono in un mondo lontano geograficamente, ma vicinissimo sul piano sociale e civile perché le difficoltà della vita delle protagoniste sono le sue medesime difficoltà.

Hilda, Iluminada e le figure minori diventano il simbolo della vita stessa, di quel chiaroscuro che a volte sembra far sprofondare in un abisso e a volte fa librare in volo verso il calore e la luce.

Ecco, la vita, quando raggiunge, come accade a Hilda e a Iluminada, un punto di equilibrio, quando apparentemente sembra calma, quasi monotona, viene vissuta goccia a goccia, momento per momento.

Solo allora si assapora completamente il miracolo dell’esistenza.

Le protagoniste della trilogia non vivono in un mondo incantato e imbellettato, ma si muovono in una realtà cruda, pericolosa, buia, com’era quella degli ultimi anni del Novecento in America Latina.

Nel secondo e terzo romanzo, la statura umana e morale di Iluminada si erge ancora più alta in quel mondo che contribuirà a cambiare grazie al suo impegno e alla sua abnegazione in difesa di quelle donne che hanno subito le violenze che lei ben conosceva.

Hilda, Asunción, Dolores e in particolare Iluminada, assieme a quasi tutte le altre figure femminili minori, diventano le vicine della porta accanto per il lettore, che vede in esse la sua figura riflessa in uno specchio.

L’uso sapiente della lingua, utilizzata nei suoi vari registri, è un altro elemento qualificante delle tre opere e rende ancora più affascinante la trilogia, avvincendo a tal punto il lettore che non riuscirà a staccarsi dalla lettura.

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