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Caserta. Rifiuti a Gradilli: circostanziata denuncia dell’associazione Termopili d’Italia di Castelmorrone

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L’associazione culturale “Termopili d’Italia” con sede in Castel Morrone, in persona del Presidente Rosita Marra, ha presentato denuncia penale nei confronti di ignoti relativamente alle ipotesi di reato ambientali da verificare relative alla localizzazione di un biodigestore in località Gradilli.

Con ampio ed articolato esposto, sottoscritto anche dai soci Sara Ginevra Marra e Michele Marra, l’Associazione ha richiamato tutta la normativa vigente in relazione ai biodigestori evidenziando la posizione del  biologo Gianni Tamino dell’Università di Padova, il quale ha dichiarato:

Il biogas oltre alla combustione possiamo avere altri usi energetici delle biomasse: ad esempio la trasformazione chimica, in appositi digestori anaerobici, del materiale organico in biogas, cioè metano da utilizzare per qualunque uso (produzione di calore ed elettricità o come carburante da trazione). […]

Ma il biogas prodotto da un biodigestore va poi bruciato in un cogeneratore per produrre energia elettrica, con conseguente inquinamento atmosferico.

Comunque un impianto a biogas alimentato per il 90% da insilati, cioè coltivazioni dedicate (sottraendo terreni agricoli alla produzione di cibo), ha un bilancio energetico molto basso, perché, come abbiamo già spiegato, occorre calcolare tutta l’energia necessaria per la produzione agricola (fertilizzanti, fitofarmaci, irrigazione, trasformazione, trasporti, ecc.) e quella necessaria per far funzionare l’impianto di biogas.

Il fatto che di solito il cogeneratore sia sotto 1 MW elettrico, non significa di taglia piccola, perché comunque servono oltre 20.000 tonnellate di materiale ogni anno.

I problemi che si pongono sono: odori ; mezzi di trasporto (traffico e inquinamento); rumori ; emissioni in atmosfera; scarti e rifiuti (del biodigestore e dell’impianto di combustione del biogas); collegamento alla rete e campi elettromagnetici.

Il risultato di questa disamina è la esistenza di gravi pericoli per la salute.

La fermentazione anaerobica favorisce la produzione di batteri sporigeni anaerobi come il clostridium botulinum che, attraverso il digestato sparso sui campi come concime può determinare problemi anche mortali negli animali d’allevamento, specie  volatili, e anche per le persone.

Premesso che il territorio dell’agro del Volturno  presenta un habitat particolare con un terreno umido, con numerosi pozzi di trivellazione per l’acqua che abbisogna la città di Napoli, l’esistenza dell’acquedotto, la centrale idroelettrica di Capua, tutti elementi che la città di Caserta non ha valutato con la dovuta perizia ai fini della individuazione dell’area.

É appena il caso di segnalare che l’impianto doveva essere realizzato in località Ponteselice, ma la forza dei cittadini dell’area ha determinato lo spostamento del manufatto in una zona scarsamente abitata proprio al fine di non avere una fiera opposizione da parte dei cittadini, confermando che viene prima la spesa e poi la salute dei cittadini.

Alla luce di questa premessa va tenuto ancor maggiormente presente il “principio di precauzione” sancito nel 1992 dalla Convenzione di Rio de Janeiro e inserito nel 1994 nel Trattato dell’Unione Europea «in base al quale un prodotto o un processo produttivo non vanno considerati – come si è fatto finora – pericolosi soltanto dopo che è stato determinato quanti danni ambientali, malattie e morti producono ma, al contrario, possono essere considerati sicuri solo se siamo in grado, al di là di ogni ragionevole dubbio, di escludere che possano presentare rischi rilevanti e irreversibili per l’ambiente e per la salute».

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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