Caiazzo. Comune, siamo alle comiche o peggio ‘alla frutta’: neanche (più) copiare sanno?

Incredibile ma vero: in una pubblica amministrazione, come quella comunale caiatina, dove quasi tutti i dipendenti sono funzionari “altolocati” (fuor di metafora: super pagati),  si commettono errori plateali ed elementari come quello di scopiazzare un documento da un altro ente senza neanche preoccuparsi di cambiare il nome del Comune “originario”.

Capita così che, come si evince dal bando tuttora pubblicato all’albo pretorio comunale on line,  inerente l’opportunità per le famiglie indigenti di ottenere un pacco mensile, per un anno, contenente generi alimentari, condizione inderogabile per i caiatini risulta quella di essere residenti nel Comune di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, da cui evidentemente è stato scopiazzato lo stesso bando.

O più credibilmente, attinto da qualche soggetto di una delle cooperative, sempre per voce di popolo, interessate al grosso business architettato sulla pelle dei disperati, ma in realtà associazioni di volontariato (“Banco Opere di Carità” e “Centro di Solidarietà Giovanni Paolo II”), entrambe con sede in Caserta, facenti capo alla Caritas nazionale e, nello specifico, al professor Luigi Tamburro, benemerito professionista che da decenni si prodiga in favore degli indigenti, sodalizi coi quali tantissimi Comuni italiani hanno stretto analogo accordo, grazie al quale migliaia e migliaia di pacchi alimentari potranno essere distribuiti mensilmente a famiglie indigenti non solo della Campania.

Delle due l’una, secondo il lettore (talpa?) che ha segnalato l’incongruenza: o anche al Comune di Caiazzo le sciabole riposano e si fanno combattere i foderi, giusto adagio, allusivo, nella fattispecie, che magari i dotti erano in tutt’altre faccende affaccendati (altro modo di dire, ovviamente!) mentre si facevano “sgobbare” i lavoratori cosiddetti socialmente utili, oppure gli stessi dotti si sono dimostrati incapaci perfino di copiare senza commettere errori plateali, ovvero da numeri al lotto, come quello di riportare il nome di un altro Comune, e(o)rrore che, peraltro, vanifica gli effetti stessi del bando,fino a correzione e conseguente ripubblicazione, con ovvi disagi per gli indigenti.

Una terza evenienza potrebbe esserci ma, giacché noi non siamo in grado di immaginarla, i preposti sarebbero pregati di illuminarci e, soprattutto, scusarsi pubblicamente con la comunità così “bene” amministrata.

Quando scriviamo, il bando “sbagliato” è ancora scaricabile dal sito web del Comune, semplicemente cliccando sulla foto a sinistra, ma, a scanso di equivoci, anche dopo che i saggi provvederanno alla doverosa (e silenziosa?) correzione, il suo stralcio “incriminato” potrà essere scaricato dal nostro archivio, dove è stato opportunamente salvato, semplicemente cliccando sulla foto a destra.

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