Piedimonte Matese. Istituto agrario: accorato appello di un ex allievo, ignorato dalla Provincia, al neo presidente dell’Ordine
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Forse non mi conosci per la differenza di età o mi sai commerciante, ma faccio parte dei trenta alunni che nel 1960,
per primi furono anche gli iscritti in sede a Piedimonte, invece di andare a Ponticelli per conseguire il diploma di Perito Agrario.
Pur avendo fatto il commerciante, non ho mai dimenticato la mia Scuola, l’Istituto Tecnico Agrario Angelo Scorciarini Coppola.
Abito a Sepicciano e dai balconi di casa che affacciano sulla via Sannitica, tutte le mattine ho la veduta del vecchio Monastero, sede della Scuola, dichiarato inagibile.
Questa gloriosa istituzione educativa da centotrenta anni, ha formato per dirla alla maniera della Rivoluzione francese, un sacco di Cittadini.
Esempio, dalla mia quinta classe del 1960 sono venuti fuori un sindaco di Piedimonte (DI FIORE G.), un sindaco di Dragoni (DEL GIUDICE N.), un generale dell’Esercito Italiano, un consigliere provinciale, un ispettore del lavoro, quattro liberi professionisti, tre commercianti ed il resto tutti docenti della Pubblica Istruzione.
Non riesco quindi a restare fermo, impassibile alla eutanasia programmata, nella indifferenza dei Responsabili Istituzionali, che debbono adoperarsi per far riaprire l’ I.T.A.S. Scorciarini Coppola.
Questa mia affermazione di morte programmata si basa su carte scritte e non sulle promesse politiche, che ormai per l’età che ho, mi fanno solo sorridere.
Essendo la Provincia di Caserta proprietaria dell’ immobile, per verificare due anni di promesse, credevo di poter sapere lo stato dell’iter della pratica per recuperare l’uso della Scuola.
Scrivevo quindi alla segreteria del Presidente Angelo Di Costanzo, nella risposta mi viene detto che non ho i requisiti necessari, evidentemente per poter accedere ai Segreti di Stato.
Nel frattempo pensavo di fare la controprova, come da protocollo 14852 del 09/11/2015 e chiedevo al signor Sindaco ed al Responsabile del Settore del mio Comune, se esisteva al protocollo una richiesta diciamo di Licenza Edilizia, necessaria per fare i lavori alla Scuola.
Per scrupolo di coscienza aggiungevo anche l’indirizzo email, per risparmiare spese postali di risposta, ma naturalmente con una prassi già sperimentata, atavica e di tradizione, vissuta in cinquanta anni di attività commerciale e relativi contatti con il mio Municipio, silenzio di tomba.
Da un amico collega mi veniva chiesto di raccogliere firme per una petizione e personalmente raggiungevo il numero di trecentodieci firme.
Girando per tale motivo, ho sentito dire che non esiste alcun elaborato tecnico per il recupero della agibilità della Scuola, a differenza degli edifici di culto nessuno si è preoccupato di seguire l’iter burocratico.
Per formazione educativa, sono stato abituato a non dar fede agli anonimi, a chi butta la pietra, ma nasconde la mano.
Venendo al motivo di questo mio scritto, mentre Le faccio gli auguri di buon e proficuo lavoro per l’Ordine Professionale, Le voglio chiedere di interessarsi concretamente del problema segnalato, credo che Lei e l’Ordine, hanno i requisiti per chiedere i dati tecnici e sapere la verità.
Mi permetto di suggerirle di compilare una richiesta ufficiale a nome del Ordine.
Successivamente, chiedere ai colleghi Periti iscritti all’Ordine, usando gli indirizzi email che voi avete, di farla propria e spedirla alla segreteria della Provincia.
Dimostrare che si può fare anche qualche cosa senza avere un tornaconto economico personale, evidenziare non con le chiacchiere, che esiste veramente un amore ed un segno di riconoscenza degli ex alunni per la propria scuola. Grazie per l’ attenzione.
(Alfonso Ricigliano – Lettera aperta – Archiviata in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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