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Vairano Patenora. Cava ‘Pizzomonte’, tutto un imbroglio? assise urgente invocata dalla minoranza

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martone-15x10_lino-tv+intervista-7cava-pizzomonte-15x10-vairano-11Preoccupato dal rilascio di nuove autorizzazioni, il gruppo consiliare ‘Torre’

vairano+cava-10x15-martone+istanza+consiglio-1ha invocato la convocazione di un Consiglio comunale straordinario per far luce sulla delicata vicenda, di seguito descritta dal sempre attento Lino Martone (nella foto mentre rilascia un’intervista):

La vicenda cava Pizzomonte di Vairano sta diventando una barzelletta di “botta e risposta” tra continue diffide a procedere fatte dal sottoscritto; risposte giustificative del Sindaco e continui tentativi di correzione da parte della Soprintendenza di Caserta, coadiuvata da un presunto responsabile dell’Ufficio Paesaggio del Comune di Vairano; avvertimenti e richiami da parte della Sezione Genio Civile di Caserta.
Sta diventando una questione non priva di ogni legittimo sospetto, di fronte a un comportamento Istituzionale, di tutti, che in luogo di dare esecutività al rispetto delle obbligatorie Norme di Legge, si comportano con l’unico obiettivo di ricercare i possibili cavilli al fine di confermare l’autorizzazione agli affari di un privato, dando conferma a quanto denunciato qualche giorno fa dalla Corte dei Conti nazionale, sottolineando che i troppi cambi di articoli di Legge consentono l’ingresso possibile di ogni corruzione.
Per questa inaccettabile situazione siamo stati costretti a chiedere, come per Legge, la convocazione specifica del Consiglio Comunale, a cui chiederemo che sii presente l’Autorità Giudiziaria, la Prefettura e i rappresentanti degli altri uffici di Regione e Soprintendenza interessati. 
Per la verità la vicenda dura da molti anni, già nel 2011 -27 aprile delibera 2 di Consiglio- con il sindaco Robbio, l’opposizione fece osservare che mancava il parere sul vincolo paesaggistico e non erano chiari tutti gli svincoli dovuti per Legge; lo stesso settore regionale, nel 2010, nel dare autorizzazione alla continuazione della coltivazione cava a termine della Conferenza dei Servizi, osservava che in detta Conferenza era pervenuto un non chiaro parere della Commissione Paesaggio del Comune.
La vicenda continua e viene aggravata dal comportamento dell’attuale Amministrazione e gli altri Uffici Regionali preposti. Inizia con il NO netto e motivato, del dirigente Cirillo, Assessorato Agricoltura Regione, all’uso del territorio sottoposto a vincolo di Uso Civico; invia la decisione per conoscenza anche alla DDA di Napoli, per salvaguardarsi contro ogni abuso. Stranamente nel 2014 cambia il dirigente all’assessorato, addetto al parere sull’utilizzo dell’Uso Civico, nominando la dott.ssa Della Valle.
Altrettanto stranamente, a fine 2014, il Comune di Vairano viene informato che è stato scalzato il dott. Cirillo e rinnova la domanda per l’autorizzazione alla cava su Uso Civico; la responsabile, senza revocare e motivare tale revoca del precedente responsabile, concede l’autorizzazione.
Il settore Genio Civile di Caserta provvede di conseguenza e decreta l’autorizzazione alla ditta ICI di Venafro (dello stesso proprietario ITALCAL), ma decreta una chiara obbligazione a munirsi prima del parere paesaggistico ai sensi della Legge 42/2004, propedeutica ad iniziare qualsiasi escavazione, oltre a riconfermare dei dubbi circa la procedura del parere VIA (Valutazione di imbatto ambientale).
Con prepotenza o leggerezza, la ditta ICI, noncurante di questo obbligo, comunica a marzo 2015 che avvia i lavori di coltivazione incominciando ad esportare continui autocarri di pietre; ne il sindaco ne ufficio tecnico preposto intervengono con ordinanza di divieto immediato.
Esponiamo denuncia e querela alla Procura per il tramite del Comando Carabinieri di Vairano oltre a informare il Genio Civile; gli agenti avviano anche un controllo fotografico sul traffico degli autocarri e nel frattempo giunge una ordinanza di immediato divieto a escavare da parte del Genio Civile, sezione di Caserta, per conoscenza alla Procura e il PM preposto di Santa Maria C.V. ordina il sequestro della cava medesima. 
Inizia il giochetto dei cavilli e di botta e risposta; a Luglio 2015 viene convocata la Commissione Paesaggistica del Comune e nonostante, in seguito a delibera specifica di Consiglio Comunale, gli viene notificata la diffida a procedere, dal momento che la montagna Pizzomonte era stata oggetto di grande incendio boschivo, pertanto ai sensi della Legge 353/2000 venivano sospese per 10 anni tutte le attività, edilizie e produttive; abusivamente nel verbale con calligrafia aggiuntiva viene concesso il parere paesaggistico.
Il parere, come per Legge, viene inviato alla Soprintendenza, ricevuto con protocollo inizio agosto. Il 24 di novembre 2015 viene riconvocata la Commissione Paesaggistica per confermare il parere positivo ricevuto dalla Soprintendenza, ma non si accorgono che detto parere positivo giunge e viene notificato ben oltre i 45 giorni previsti dalla Legge 42/2004, oltre i quali occorre andare alla riconvocazione della Conferenza dei Servizi. E
sponiamo la nostra contestazione agli uffici preposti sempre via PEC e inoltriamo dovuta integrazione al procedimento presso la Procura di Santa Maria, la quale aveva revocato il sequestro di area per questi pareri dati, anche perché nel frattempo aveva avviato regolare procedura processuale penale a Giudizio del Tribunale.
Nel frattempo veniamo a conoscenza che Sindaco e Giunta, impropriamente, nonostante la Commissione Paesaggistica e la sua presidenza sia stata deliberata dal Consiglio Comunale nel 2013, nominano un nuovo presidente della Commissione e decidono di istituire l’ufficio paesaggistico, a Norma del reg. 5/2011 della Regione, competenza esclusiva del Consiglio Comunale, nominando un certo geom. Russo del Comune di Prata Sannita, in convenzione con la Giunta di detto comune.
Tra l’altro la nomina viene fatta con decreto del sindaco Cantelmo fatto in estate 2015, mai affisso all’albo e pubblicato addirittura dopo la Commissione presieduta impropriamente nel richiamato scorso 24 novembre. Si continua con i cavilli, le aggiustature e le tentate giustificazioni, la Commissione Paesaggistica viene riconvocata in data 21 gennaio u.s. e viene rinviata poiché, nonostante presieduta da un presidente abusivo, un componente gli fa osservare la mancata documentazione e procedura ai sensi del Regolamento guida sul Paesaggio della Regione Campania, concordato a suo tempo con il Ministero Beni Culturali.
Il 2 Febbraio u.s. il Genio Civile di Caserta decreta una nuova diffida a procedere in assenza di parere paesaggistico; “manco a farlo apposta”, come si dice popolarmente, il 3 febbraio, il giorno dopo, la Soprintendenza delibera parere positivo facendo un giro di parole per annullare il parere illegittimo dato a Novembre 2015 e si richiama alle conclusioni della Commissione Comunale tenuta in quella data; puntualmente da un ufficio paesaggistico costituito illegalmente, il 10 febbraio viene pubblicato all’Albo, richiamandosi alla Commissione di Novembre e non chiarisce i termini del rinvio dell’Ultima di gennaio 2016. 
Nel frattempo la Giunta di Prata Sannita, ai si sensi della Legge 165, rinnova l’incarico al geometra Russo che era scaduto a settembre 2015 e solo in data odierna, la Giunta di Vairano prende atto e delibera su tale proroga con un titolo che quasi da’ a Prata Sannita il potere di nominare un presidente di una nostra commissione comunale.
Intanto la Comunità deve prendere atto che sulla cava giungono Carabinieri e il CTU nominato dal Giudice per fare chiarezza sulla situazione del rischio ambientale. 
Sta diventando una vicenda assai scabrosa, aggravata da ultime rilevazioni per le quali si prende conoscenza di una richiesta dell’ICI di costruzione di una pesa all’ingresso della cava concordando, per essa, con l’Italcal precedente che si ritiene proprietaria (sempre stessi proprietari) un fitto mensile di 3000 euro, ossia molto di più di quanto la medesima ditta darebbe di fitto al Comune di Vairano.
Ancora più grave è il fatto che molte particelle dichiarate da Italcal e poi dopo ICI, alla base dell’autorizzazione regionale del 2010, sono intestate a Cantelmo Srl e adesso ancora indivise, tra cui la particella 96 foglio 25 dove sta la precedente pesa della cava.
Oltre al fatto sono state fatte false dichiarazioni al 2010 è anche legittimo il sospetto che vi poteva essere un interesse economico circa il corrispettivo per il fitto o compromesso di vendita di altre particelle. Con il prossimo Consiglio Comunale speriamo si faccia la piena chiarezza e si ponga definitivamente fine a questa stancante vicenda, con il punto fermo che l’Uso Civico è proprietà collettiva e nessuno deve farci affari sopra. 
Al di la di tutte le possibili furberie, cavilli e aggiustamenti utilizzati, vi è un punto fermo insuperabile e discriminante: la Sentenza della Corte Costituzionale 67/2010 pubblicata a marzo dello stesso anno, ossia molti mesi prima della decisione di autorizzazione regionale di continuazione della coltivazione pubblicata sul BURC nel dicembre successivo.
In questa sentenza, contro delibere regionali di Sicilia e Campania che nel 2008 cercavano di prolungare la continuazione delle cave in attesa di pubblicazione del PRAE, è scritto senza ombra di dubbio che la continuazione della coltivazione per motivi di risanamento ambientale non può essere data senza valutare in primo luogo le sanzioni dovute a chi il rischio ambientale ha provocato; in secondo luogo, in modo determinante richiamandosi anche a una Direttiva Comunitaria, stabilisce che per nessuna ragione può essere data autorizzazione a Cava senza preventiva VIA (valutazione imbatto ambientale), cosa che invece abusivamente l’ufficio regionale preposto ha preteso di non dover dare alla cava Pizzomonte.
Quindi tutto quanto fin’ora fatto è nullo, punto e basta. Se vi è un problema ambientale faccia il progetto la Regione con l’Università e si coinvolga la stessa ICI se vuole, ma facendosi carico dei guasti provocati.
Una risposta di dovere e di responsabilità deve dare la stessa Soprintendenza, spiegando alla stessa Magistratura come ha fatto a dare parere paesaggistico positivo in un luogo dove la cava straziata è in prima vista con il Borgo di Vairano dove un’altra parte della Soprintendenza si è battuta per il Decreto di Vincolo Nazionale, concesso a fine 2014, ai sensi della medesima Legge 42/2004.

(Lino Martone – Capogruppo Torre – Comunicato archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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