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Piedimonte Matese. S.Tommaso: chiesa riaperta al culto con un pensiero per i due operai morti in altro cantiere ecclesiastico

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piedimonte-15x10-crollo-s11piedimonte-chiesa-riaperta-15x10-sarro+santomassimo-11Restituita ai fedeli la chiesa di San Tommaso d’Aquino, adiacente l’omonimo complesso

fatto erigere nel XV secolo da Sveva Sanseverino, danneggiata dal terremoto dal 29 dicembre 2013.
La riapertura ufficiale con tanto di ripresa delle attività di culto è avvenuta nella mattinata di domenica 21 febbraio, nel corso di una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Valentino Di Cerbo, concelebrante il parroco don Andrea De Vico, dinanzi a tantissimi credenti della parrocchia di Santa Maria Maggiore, in questi due anni costretti a seguire le funzioni presso il salone dell’oratorio, per via della contestuale indisponibilità di tutte le altre chiese parrocchiali interessate da lavori di restauro post-sisma.
“La riapertura di San Domenico – ha dichiarato monsignor Di Cerbo –rappresenta un momento di grande gioia per l’intera Diocesi.
Come auspicato alcuni mesi fa, lentamente stiamo portando in luce i risultati tanto attesi che la comunità di Piedimonte Matese aspettava e che merita.
Sarà così anche per le altre chiese danneggiate dal terremoto, a breve restituite alle rispettive comunità”.
Poi il riconoscimento del Vescovo al lavoro svolto dall’équipe dei tecnici che stanno seguendo gli 11 cantieri aperti dopo il sisma:
“Un lungo e faticoso lavoro, quello dei nostri tecnici, finalizzato ad ottenere i migliori risultati in breve tempo al fine di restituire alla gente le proprie chiese, luoghi di memoria, tradizione e preghiera; e restituire al territorio tutto dei preziosi scrigni di arte che la Chiesa locale nei secoli ha saputo mantenere e conservare”.
I lavori di restauro della chiesa di San Domenico come degli altri edifici religiosi lesionati e danneggiati dal terremoto che colpì il Matese a fine anno 2013, sono stati finanziati con le risorse messe a disposizione dalla passata giunta regionale targata Caldoro, su impulso del deputato Carlo Sarro che, proprio nel marzo 2014, fu primo firmatario di una mozione approvata dell’intera Camera dei Deputati che impegnava il Governo nazionale a reperire i fondi da assegnare in favore delle aree terremotate del Matese.
Nel mese di settembre dello stesso anno, sempre su iniziativa di Sarro, nel convento francescano di Santa Maria Occorrevole, la firma del protocollo d’intesa tra Regione e curia per lo stanziamento degli oltre 12 milioni di euro oggi utilizzati per riparare le chiese e gli edifici di culto della diocesi di Alife-Caiazzo.
Anche l’ex sindaco del capoluogo matesino era presente, insieme al presidente della Comunità Montana del Matese Fabrizio Pepe,  all’assessore comunale Pinuccio Simonetti ed al consigliere comunale Marcellino Iannotta, alla cerimonia che ha svelato l’intervento di riordino funzionale della chiesa di San Domenico, come è da tutti comunemente denominata in città.
Proprio a Sarro è andato il riconoscimento pubblico del vescovo Di Cerbo per essersi adoperato per la riapertura della chiesa i fedeli:
“Riconoscenza al Signore, che ha disposto le cose affinché fosse possibile realizzare le opere, ma anche a chi, in passato, ci ha lasciato la bellezza di questi luoghi di fede, come Sveva Sanseverino.
Gratitudine, a nome personale e della comunità, all’on. Carlo Sarro, la cui opera è stata determinante per avere i finanziamenti, ai tecnici, alle maestranze, e al nostro don Alfonso Caso, il quale si è dedicato molto a questi progetti. E’ anche merito suo se tutto si è reso possibile”.
Il pastore diocesano ha voluto ricordare anche i due operai morti sul cantiere della chiesa di San Marcellino, poco distante da San Domenico, sottolineando che “oggi è un momento di commozione e orgoglio.
Per realizzare queste opere la diocesi di Alife – Caiazzo ha lavorato in piena trasparenza, a carte scoperte, come ogni buon cristiano dovrebbe fare, e di questa trasparenza vado fiero.
Oggi però ricordiamo anche due persone che non ci sono più, che hanno perso la vita in un incidente sul cantiere dovuto forse all’imprudenza di qualcuno, ma non voluto da nessuno di coloro che hanno partecipato alla realizzazione dei lavori.
La Magistratura farà chiarezza sulla questione. Il dolore per la loro scomparsa è grande, nella messa di oggi va a loro il nostro ricordo”.

(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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