Matese. Comunità Montana, BAIF: dramma senza fine per 224 disperati
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Sono in attesa di una convocazione che sembra non arrivare mai
i 224 Baif della comunità montana del Matese, ai quali ancora non è stata riconosciuta la cassa integrazione agricola.
La seduta del comitato paritetico convocata per lo scorso 17 dicembre dopo un estenuante tuta e molla durato ben un anno, è andata deserta per l’assenza dei rappresentanti dei sindacati confederali di categoria, pertanto ora c’è bisogno di fissare una nuova data secondo le disponibilità del presidente del tavolo che è il direttore dell’ufficio provinciale del lavoro, da qualche mese ad interim anche responsabile dell’ufficio regionale del lavoro e, pertanto, oberato di lavoro è pieno di impegni.
Da ben due mesi ormai non si ha notizia nè si intende all’orizzonte un minimo di riconvocazione del comitato interno all’Inps con centinaia di unità di personale che attendono il sussidio relativo agli ultimi tre mesi del 2014.
Nonostante i diversi solleciti del presidente dell’ente lontano Fabrizio Pepe, il tavolo tarda a riunirsi e con esso ritarda anche la decisione sul riconoscimento degli ammortizzatori ai braccianti agricoli e idraulico-forestali che, da oltre un anno, si vedono rifiutato il diritto alla Cigs.
Nel corso del vertice svoltosi a metà novembre scorso tra il presidente dell’ente montano Fabrizio Pepe ed il direttore provinciale dell’Inps di Caserta, Giuseppe Maddaluna, era stato individuato un percorso corretto da seguire per sbloccare una situazione di impasse che perdura da ormai troppi mesi e che ha finito per costituire una sorta di beffa per le centinaia di operai forestali, oltre la beffa dei ritardi, pari ad oltre un anno e mezzo, nel pagamento degli stipendi per le note condizioni di grave difficoltà in cui versa la comunità montana matesina. A seguito di tale vertice, era stato convocato per il 17 dicembre scorso il comitato paritetico dell’istituto nazionale di previdenza sociale presso la direzione provinciale di Terra di Lavoro, ma c’è stato il nulla di fatto ed un rinvio sine due a data da destinarsi.
In quella sede, dovranno essere discusse varie motivazioni, partendo dalla circostanza che le motivazioni suggerite dalla Regione Campania ed addotte fino ad oggi dall’ente di via Sannitica per giustificare l’istanza di riconoscimento della Cisoa per i propri baif non erano corrette e fondate secondo l’Inps, atteso che la direzione provinciale, sulla scorta delle indicazioni fornite dalle rispettive direzioni regionale e centrale, non ritiene che il termine delle giornate lavorative pari a 182 al 30 settembre sia un requisito legittimo per accedere alla mobilità.
Da qui le numerose bocciature delle pratiche seguitesi nell’ultimo anno, una posizione sicuramente nuova questa dell’Inps che, ad esempio, per il 2013 aveva concesso regolarmente la cassa integrazione sulla base proprio di quel requisito oggi ritenuto non più idoneo, ma comunque per ottenere gli ammortizzatori sociali c’è bisogno della certificazione della ultimazione dei progetti di forestazione montana al 30 settembre, così da far scattare il diritto alla cassa integrazione salariale per le ultime tre mensilità del 2014 in favore del personale impiegato in quegli interventi finanziati dalla Regione Campania e terminati entro i primi 9 mesi dell’anno di riferimento.
Sulla scorta di tanto, le domande per la Cisoa per i 224 Baif sono state oggetto di una nuova istruttoria da parte dell’Inps, unitamente ad una certificazione che la Comunità Montana del Matese ha già prodotto per far fronte al la necessità energia dall’incontro della scorsa settimana di chiarire ed integrare i presupposti effettivi che hanno motivato e determinato il ricorso alla mobilità.
Con delibera adottata dalla giunta esecutiva presieduta da Pepe, nell’ esprimere alla Commissione competente gli elementi accertativi integranti i presupposti fattuali che hanno motivato le domande di Cisoa nel 2014, l’Ente montano ha precisato di aver approvato lo scorso anno i progetti dei lavori di forestazione, che gli stessi si sono esauriti alle date riportate nelle domande della Cisoa, che tutti i cantieri dei lavori progettati sono stati chiusi per fine lavori, determinando una breve stasi stagionale che è dimostrata dal fatto che gli operai sospesi per la cassa integrazione hanno ripreso normalmente a lavorare il primo gennaio scorso e che, per l’anno in corso, non è stata ripresentata domanda per il sussidio sociale da parte della Comunità Montana del Matese se non per cause meteorologiche.
Tutti elementi di fatto questi che, ai fini del ricorso alla cassa integrazione speciale per gli operai in agricoltura quali sono i Baif, sono comunque compatibili con la più ampia e generica fattispecie riportata per la stessa Cisoa in quanto nella stessa contenuti, per cui non sono in contrasto con i parametri adottati dall’Inps per concedere l’80% del salario agli operai per i mesi di ottobre, novembre e dicembre dello scorso anno.
“Speriamo che il comitato possa tornare a riunirsi quanto presto fiduciosi per ottenere la cassa integrazione in nostro favore – dichiarano alcuni forestali ormai esasperati dalla estenuante attesa – anche se l’errore è stato lo scorso anno della Regione Campania che ha indicato requisiti e motivazioni non più adeguate e legittime per la concessione della Cisoa.
Grazie alla disponibilità dell’Inps di Caserta, sembravamo venuti a capo della questione dopo aver individuato una soluzione che tenesse conto delle esigenze delle parti in causa, senza dimenticare che noi Baif viviamo davvero una situazione drammatica a causa della mancanza di risorse dalla Regione Campania e dei ritardi accumulati negli ultimi 5 anni.
Adesso però che la seduta non si è svolta per l’assenza di diversi soggetti chiamato al tavolo, si allontana l’erogazione del sussidio in nostro favore e ciò è inaccettabile perché davvero qui sembra che nessuno capisca le nostre esigenze, anzi qualcuno mostra più di un segno di strafottenza.
L’unico che davvero ci è vicini è il presidente Fabrizio Pepe e gli assessori che si stanno battendo da sempre in nostra difesa”.
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