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Caserta. PD: Sotto accusa la gestione ‘bipartizan’ di Graziano, Stellato, Cappello

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pd-lacerato-15x10-scritta-esulta-11 “Fronde interne contro i vertici provinciali del PD, a partire dal presidente Vincenzo Cappello.Il gruppo “Rifare l’Italia”, che fa capo alla senatrice Rosaria Capacchione, e il gruppo dell’Area Riformista (Dario Abbate e Luigi Munno) stigmatizzano quanto accaduto negli ultimi giorni a Casapesenna (circa un presunto accordo tra Marcello De Rosa e l’ex sindaco imputato per camorra Fortunato Zagaria) e all’assemblea dei sindaci dell’Asl per agitare le acque.
Con una dura missiva, i due gruppi attaccano frontalmente chi sostiene gli accordi bipartisan (Graziano, Stellato e sua moglie Sgambato) ed il presidente dell’assemblea provinciale Enzo Cappello.
Non è un caso che l’attacco arrivi nell’imminenza della settimana che dovrebbe portare alla scelta del nuovo coordinamento provinciale, chiamato a trainare il partito alle prossima tornata elettorale, e che potrebbe vedere fuori dai ranghi proprio i due gruppi che oggi attaccano frontalmente il resto del partito.
QUESTA LA LETTERA
Le notizia di stampa degli ultimi giorni ci restituiscono il quadro di un partito provinciale non solo spaccato ma anche, purtroppo, compromesso da quegli accordi trasversali e affaristici che denunciamo da oltre un anno.
Accordi che si sono concretizzati, a partire dal novembre del 2014, nell’appoggio a una lista ispirata da Forza Italia alle elezioni universitarie; nel patto scellerato all’Asi; nel consociativismo cinico nelle trattative per gli altri enti strumentali.
Ebbene, apprendiamo dal Corriere del Mezzogiorno che negli atti depositati dalla Direzione Distrettuale Antimafia nel processo a carico dell’ex sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria, esponente del Pdl, c’è una informativa della Dia di Napoli nella quale sarebbero dimostrati i contatti quotidiani, all’epoca del voto amministrativo del 2014, tra lo stesso Fortunato Zagaria e il candidato sindaco del Pd, poi eletto, Marcello De Rosa.
Contatti che dimostrerebbero che tra i due ci sarebbe stato un patto e che l’attuale amministrazione sarebbe, in sostanza, la prosecuzione di quella precedente, sciolta dal ministro dell’Interno per infiltrazioni camorristiche.
Marcello De Rosa, dunque, negli atti d’indagine viene descritto come una sorta di prestanome, un paravento, del sindaco precedente, impossibilitato a candidarsi a causa delle sue vicende giudiziarie.
Se le indiscrezioni giornalistiche dovessero essere dimostrate, ci troveremmo di fronte non solo alla dimostrazione di quell’accordo, che avevamo intuito, ma anche alla violazione sistematica dello statuto del Partito Democratico e al tradimento dei valori che ne avevano determinato la sua nascita.
Nel confermare la nostra intenzione di proseguire nella nostra battaglia di legalità, non possiamo non prendere ancora una volta, con la massima fermezza, le distanze da queste logiche e da chiunque intenda collocarsi, per opportunità elettoralistiche o per interesse personale, in quella melmosa zona grigia che ancora domina nella provincia di Caserta.
E non possiamo non stigmatizzare il comportamento del presidente provinciale del Pd, Vincenzo Cappello, che nella stessa giornata della pubblicazione delle notizie relative alle ombre sull’elezione del sindaco di Casapesenna ne appoggiava apertamente, invece, la nomina nell’assemblea dei sindaci dell’Asl.
Elezione che si è conclusa con preferenze paritarie tra De Rosa e il candidato di Forza Italia, a ulteriore conferma dell’accordo trasversale, e l’esclusione dell’altro candidato del Pd.
Situazioni che stanno creando continui e sempre più gravi imbarazzi al partito, che si appresta a una difficile sfida elettorale nelle maggiori città della provincia.
Nel caso in cui non si arresti questa deriva, il Partito Democratico di Caserta resterebbe in balìa di quelle stesse persone che durante la campagna elettorale hanno provato a controllarlo dall’esterno, forti dell’eredità elettorale cosentiniana ormai in libera uscita e di una imponente disponibilità economica, e che non hanno mai perso la speranza di riuscire a trasformare la nostra comunità di democratiche e democratici in un comitato d’affari permanente, aperto purtroppo anche alle istanze della camorra.
Non è questo il Pd che vogliamo, non è questo il Pd.
E a questa deriva ci opporremo con tutte le nostre forze chiedendo l’intervento degli organismi regionale nazionali.
(Rifare l’Italia Caserta Area Riformista Caserta -Comunicato Stampa elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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