Caiazzo: Comune: Giaquinto protagonista indiscusso al Consiglio di giovedì 28, peraltro ‘saltato’ a metà

Non solo per l’assenza del sindaco e i conseguenti battibecchi fra signore, degni di ben altre piazze,il Consiglio comunale tenuto mercoledì sera nella città del presunto buon vivere potrebbe passare alla storia come uno dei più indecorosi, ma anche per il numero, forse maggiore in assoluto, di “spunti” per discussioni.

Sono tanti, infatti, i motivi di riflessione che con la presente cronaca potrebbero proporsi a chi, addetto ai lavori,  ancora (eventualmente) guardasse oltre il naso, a partire dalla totale assenza di pubblico (ma c’era stata qualche forma di pubblicità “istituzionale”?), evidentemente sintomatica della fiducia riposta dal popolo nei preposti, che certo non si offenderanno per qualche “provocazione”, ben consci del mero fine propositivo e costruttivo del cronista; molto peggio parrebbe se, come tante altre volte, dovesse “uscire” qualche inerente cronaca, dovuta a qualche fantasma, ovvero imbeccato, secondo gli interessi dell’imbeccatore di turno.

Se almeno avesse funzionato a dovere l’impianto di amplificazione microfonica -comunque acceso e pagato dai contribuenti, come le luci invano accese, in quantità semi industriale, nella parte sottratta alla sala consiliare per farne un ripostiglio di cartacce e monnezza varia- magari sarebbe stato meno complicato, oltre l’emiciclo, cercare di intuire “per labiali” nel quasi mercato (vivaddio: ancora non defunto?) cosa realmente volessero dirsi le signore de quibus, per fortuna a distanza debita dal potersi accapigliare, come in taluni momenti si poteva essere portati a temere, considerata la verve, sempre degna di miglior causa, rilevata specie in alcuni momenti.

Come allorché la presidente Raffaella Sibillo, per quanto si è potuto intuire facente anche funzioni di sindaco (in tutt’altre faccende affaccendato, perché convocato dal prefetto per discutere di “ordine pubblico”, come meglio contiamo di specificare in separata sede), ha ritenuto di non concedere la parola a Patrizia Merola, che avrebbe voluto fare delle precisazioni sull’argomento in discussione, costretta quindi a invocare la trascrizione a verbale di tale impedimento dal segretario reggente, avvocato Mario Nunzio Anastasio (nella foto accanto a destra, con Raffaelle Sibillo), da Sant’Anastasìa, in provincia di Napoli, che certo non si sarà fatto un’idea idilliaca del consesso e dei suoi agguerriti componenti.

Tanto più che, ribaltando l’antico adagio allusivo del godimento di un terzo fra due litiganti, forse toccata dall’animata discussione fra le due signore, con Patrizia Merola che si appellava alla consigliera alle Pari Opportunità, Rosa De Filio si è sentita male, tanto da essere soccorsa nel bagno, prima di abbandonare l’aula fra gli auguri, silenti o immaginari, degli astanti.

E dire che tutto era iniziato nel segno della pace e della condivisione non solo per gli auguri al neo consigliere provinciale Stefano Giaquinto (che peraltro l’indomani, cioè quando scriviamo, il 29 ottobre avrebbe festeggiato l’onomastico), ma anche per il minuto di raccoglimento invocato dal pro sindaco Antimo Cerreto in memoria della compianta segretaria Carmela Zanni, che in passato per anni aveva potuto dimostrare equilibrio e zelo reggendo da par sua le sorti (burocratiche) del municipio caiatino prima di essere trasferita a quello più importante di Piedimonte Matese; opportunamente fatto coincidere, su istanza del capogruppo di minoranza Antonio Di Sorbo, ad analogo pensiero per le persone alluvionate del vicino Sannio; minuto chiuso con uno scrosciante applauso dei pochi, ma sinceramente toccati, astanti.

Ma la cenere non è più bastata a contenere il fuoco delle polemiche allorché, superato a piè pari il primo, formale argomento, inerente l’approvazione dei precedenti verbali, l’assise è passata all’esame di due interrogazioni con risposta orale, prodotte dalla minoranza e inerenti rispettivamente la mancata attuazione di una delibera finalizzata alla costruzione di un breve tratto fognario alla frazione Cesarano e una determina con cui, sempre a quanto si poteva arguire anche dai labiali, il Comune avrebbe disposto il pagamento di circa 40.000 euro in favore di un tecnico definito di “supporto al RUP (Responsabile Unico di Procedimento)” senza che vi fossero le condizioni né tampoco le necessarie competenze professionali.

Interrogazioni riscontrate tanto minuziosamente dall’architetto Arianna Ponsillo, che ha centellinato una sequela di dati, date, importi e circostanze tali da indurre più volte l’ex sindaco Stefano Giaquinto ad essere meno logorroica e il capogruppo di minoranza, Antonio Di Sorbo. a complimentarsi ironicamente con la Ponsillo che, col suo fare, sarebbe stata “capace” di far dimenticare addirittura l’oggetto dell’argomento in discussione.

Dalle riposte dell’interrogante però è parso di intendere che sia stata prospettata qualche “notitia criminis” tale da indurre chicchessia a farne denuncia, sempre che, come è parso di intendere, non abbiano già provveduto o concordato gli stessi componenti del gruppo interrogante “Uniti per Caiazzo” che, come lo stesso Giaquinto ha fatto notare al neo arrivato segretario, aveva vinto le elezioni prima del ribaltone, per giustificare il quale anche una persona attenta come il vice sindaco Animo Cerreto ha ribattuto, chissà quanto opportunamente, che si trattasse di mera conseguenza dell’altrui incapacità di amministrare bene, ovvero nel precipuo interesse della collettività.

Sorpresa nella sorpresa per i quattro successivi argomenti, inerenti altrettanti regolamenti (contributi e pubblicità; baratto amministrativo, rateazione dei tributi e uso di locali comunali) iscritti all’Ordine del Giorno dalla stessa presidente che, con nonchalanche forse degna di miglior causa, ne ha proposto il ritiro, giustamente impattando nelle obiezioni degli antagonisti, pronti a lamentare l’eccessivo ritardo procedurale e invocare uno straccio di logica motivazione per tale incomprensibile scelta preannunciando la loro conseguenziale astensione nel voto sicché, in estrema sintesi, gli stessi proponenti hanno proposto e votato il rinvio degli argomenti, peraltro non atto per atto ma, come è parso di intendere, con una sorta di votazione cumulativa, evidentemente improntata, vivaddio, al risparmio, almeno cartaceo.

Scampato invece a tale “falcidie” il regolamento di Polizia municipale, adeguato pertanto alla rivisitata normativa regionale, con soddisfazione del corpo guidato dal comandante Pietro Del Bene che pazientemente ha atteso per circa due ore, prima di motivare la proposta, peraltro su istanza della minoranza, senza però spiegare (né chiedere, nessuno?) se il tutto comporta spese in particolare per le casse comunali, essendosi alluso a uniformi, mansioni, livelli e quant’altro immaginabile.

Coup de théâtre per l’epilogo allorché, prima di trattare l’ultimo argomento, inerente l’approvazione del nuovo Piano di Protezione Civile, la minoranza compatta ha abbandonato l’aula, salutando gli astanti, che procedevano con indifferenza finché, resisi conto che era (già) mancato il numero legale, non si sono posti alla ricerca dei quattro antagonisti, fino ad allora tanto osteggiati, invocandone il sostegno, puntualmente ottenuto, per fingere che nulla fosse accaduto, tornando in aula e assicurando il proprio voto, rivelatosi prezioso per non perdere un finanziamento di 35.000 euro e soprattutto poter avere quanto prima un piano di emergenza del quale ovviamente è auspicabile la comunità non abbia mai bisogno.

Occasione propizia per indurre l’ex sindaco Stefano Giaquinto a fare qualche altra morale alla controparte, sempre a quanto poteva evincersi dal labiale poiché, in quel trambusto, ovviamente ai microfoni nessuno poteva pensare: pericoli seri scansati, quindi, ma figuracce da contare, con buona pace del sicuramente perplesso segretario, al quale comunque va il nostro benvenuto, fiduciosi che andrà meglio, o comunque “men peggio”, quando ci sarà anche il sindaco Tommaso Sgueglia.

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