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Caserta Consorzio Idrico: Consiglio di Amministrazione ‘annullato’ dal Tribunale

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consorzio-15x10-idrico-11Consorzio Idrico Terra di Lavoro: il Tar Campania – prima sezione -annulla la contestatissima nomina

del presidente, del vicepresidente e dei componenti del Consiglio di Amministrazione, avvenutalo scorso 30 aprile al culmine di uno scontro politico durissimo dopo la decisione dell’ex presidente di Corso Trieste Domenico Zinzi di procedere alla convocazione dell’assemblea dei soci per giungere alla nuova composizione della governance.

All’assemblea dei consorziati, nella circostanza, avevano partecipato 13 enti su 31, per un valore di 200 quote sulle 432 complessive.

I risultati avevano visto l’elezione a presidente di Piergiorgio Mazzuoccolo (Pignataro Maggiore), vice presidente Pietro Casella (San Marco Evangelista), consiglieri Francesco Cervo (Caiazzo), Giuseppe Piccirillo (Portico) e Andrea De Filippo (Maddaloni).

Risultati impugnati dal Comune di Macerata Campania, su input dell’ex sindaco Luigi Munno, all’epoca dei fatti vicepresidente Pd dell’assemblea dei soci, difeso dall’avvocato Gaetano Fontana, sul presupposto del mancato raggiungimento del quorum necessario per deliberare sul punto come fissato dall’articolo 15 dello statuto (che prevede la maggioranza delle quote di partecipazione consortile).

Di opposto avviso il Consorzio, costituito in giudizio da Arturo Testa, e gli stessi consiglieri eletti (avvocati Lamberto, Cecere e Pacifico) secondo cui doveva invece trovare applicazione l’articolo 13 dello statuto consortile. Norma che prevede solo per la prima convocazione la maggioranza assoluta delle quote per la validità della seduta e per le deliberazioni, mentre per la seconda convocazione,ipotesi ricorrente nel caso di specie, sarebbe stata sufficiente la sola maggioranza dei presenti, corrispondente almeno a un terzo delle quote consortili. In altre parole, bastavano 145 quote. Quest’ultima tesi è stata rigettata dalla prima sezione del tribunale amministrativo, confermando il Tar un orientamento peraltro già apparso in sede di sospensiva dell’atto impugnato. L’udienza è quella di merito dello scorso 7 ottobre, le motivazioni, molto articolate, sono state appena depositate in cancelleria. Secondo il collegio giudicante (presidente Cesare Mastrocola, consigliere Paolo Corciulo e primo referendario Antonio Andolfi) “la previsione di cui all’articolo 15 costituisce fattispecie derogatoria rispetto alla disciplina statutaria generale in tema di quorum strutturali e funzionali dell’assemblea; innanzitutto,perché lo statuto si preoccupa di disciplinare specificamente l’ipotesi ”de qua” con una previsione sistematicamente collocata non già nella disposizione generale dedicata alla convocazione e funzionamento dell’organo assembleare, ossia l’art.13, ma in quella,del tutto differente, relativa al consiglio di amministrazione; in secondo luogo, tale competenza assembleare è regolata da una disciplina particolare il cui tratto distintivo rispetto a quella comune è costituito proprio dall’assenza di un alleggerimento del quorum deliberativo per la nomina del consiglio di amministrazione, ciò attraverso la mancata previsione dell’ipotesi della seconda convocazione”. Questione comunque complessa, quella decisa al Tar, che ha determinato l’integrale compensazione delle spese di giudizio. “Invero- scrive ancora il Tar – nel caso di specie, non si è in presenza di una maggioranza qualificata,criterio effettivamente particolarmente rigido per ottenere il formarsi del’attività deliberativa, ma, in ogni, caso,di una maggioranza assoluta, come tale di media intensità, oltre che ragionevole punto di equilibrio nella forcella i cui estremi sono costituiti da esigenze di spedito funzionamento dell’ente e di rappresentatività degli enti consorziati”.

UN CARROZZONE CHE CI COSTA 250.000 EURO

“Solo il Consorzio Idrico ci costa 250mila euro l’anno”, aveva detto nelle settimane scorse il presidente della Provincia Angelo Di Costanzo commentando i tagli di risorse agli enti locali.

Il percorso di rinnovo del CdA dell’Idrico “Terra di Lavoro” si è fermato a fine luglio.

Riavvolgendo il nastro e ripercorrendo le vicende che hanno travolto il Consorzio, noto alle cronache per il forte indebitamento, pari a circa 100 milioni di euro e per un consiglio d’amministrazione, attualmente in carica ma scaduto più di tre anni fa, Di Biasio e gli 8 membri, nominati nel 2006, avrebbero dovuto rimanere in carica solo quattro anni, l’ente è stato oggetto di discussione a fine aprile, quando è stato eletto il nuovo presidente, il pignatarese Mazzuoccolo e nel consiglio di amministrazione entrarono come vice Pietro Casella, Franco Cervo, Andrea De Filippo e Giuseppe Piccirillo.

Un’elezione che fu definita una mossa elettorale dell’allora presidente della Provincia, Domenico Zinzi perché a ridosso delle elezioni regionali, spinse per il rinnovo degli organi del Consorzio.

Un’elezione che, però, a giugno fu sospesa dal Tar Campania, accogliendo la richiesta di sospensiva presentata dal comune di Macerata Campania, riportando in carica il vecchio Cda con Pasquale Di Biasio presidente e con lui anche i vecchi componenti del cda, da Felice Del Monaco di Maddaloni, a Carmine Palmieri di San Felice a Cancello, a Franco Cervo di Caiazzo. L’Idrico conta oggi circa 50 dipendenti.

(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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