Caiazzo. Centro storico: lavori fermi, mercato trasferito (inutilmente) e commercianti infuriati
Sembra che i preposti comunali ce la siano mettendo tutta per dare la stoccata letale al già agonizzante mercato settimanale del mercoledì, (quello domenicale può già considerarsi un mesto ricordo), ormai trasferito da piazza ex Verdi in parte al rione Garibaldi e in parte al foro Boario, con immaginabili mugugni degli addetti ai lavori, che comunque avevano accettato la decisione nella consapevolezza che fosse una scelta inevitabile per consentire la sollecita esecuzione dei lavori di rifacimento della pavimentazione e dei sottoservizi, essendo ormai imminente la scadenza del 31 dicembre per ultimare opere, si badi, per circa cinque miliardi delle sempre più rimpiante lire che praticamente non sono ancora iniziate.
Rectius, i lavori di sollevamento dello storico basalto sono iniziati (da piazza Portavetere) lunedì 19 ma sono incredibilmente fermi dall’indomani, martedì.
Comprensibile pertanto che commercianti, artigiani, operatori mercatali e del terziario in genere nonché residenti, privati perfino del diritto di accedere ai garage, si siano inalberati nel constatare, mercoledì mattina, che, essendo i lavori fermi e neanche intaccata l’area del centro storico normalmente adibita al mercato, trasferire tutto “fuori le mura”, almeno per il momento, era una grande “cavolata” che si sarebbe potuta evitare con un pizzico di “grano salis” invertendo il senso di marcia da via D’Ettorre e lungo via Umberto I°, o meglio istituendo una sorta di senso unico alternato e controllato, sì da consentire a tutti gli addetti ai lavori di accedere alla piazza ed allo stesso decumano, che invece sembravano un cimitero.
Altro che buon vivere e “bla bla” vari, con immaginabile sdegno dei commercianti, una delegazione dei quali si è recata in Comune a protestare ottenendo la promessa, a quanto riferito, che di “grano slis” sarebbe stato fatto buon uso il prossimo mercoledì, mettendo in pratica, pari pari, quanto suggerito dalle categorie danneggiate in modo davvero serio, tanto che molti sarebbero pronti a gettare la spugna ovvero a restituire le licenze entro fine anno, mentre alcuni mercatali avrebbero già optato per altre realtà, forse on altrettanto “buonviverine” ma sicuramente molto meglio organizzate… e -vox populi- soprattutto amministrate.
Intanto l’amministrazione comunale ha ovviato a una lacuna, evidentemente ostativa alla prosecuzione dei lavori di scavo, in quanto non risultava nominata una figura professionale specifica, sebbene la Soprintendenza avesse precisato da oltre cinque anni (17 maggio 210) che, tra l’altro, “tutti i movimenti di terra dovranno essere compiuti sotto la sorveglianza di archeologo specializzato”.
Con determina 388 r.g. quindi, in data 20 ottobre, il tecnico esterno del Comune, architetto Dario Giovini, ha disposto l’avvio di tale procedura da espletarsi con la massima urgenza, cioè evitando le “lungaggini” di una conforme gara d’appalto, ma tramite mera gara informale.
Procede intanto il conto alla rovescia del termine per concludere i lavori, fissato al 31 dicembre sebbene qualcuno vagheggi di una già concessa “prima” proroga di tre mesi: in realtà, per quanto è dato sapere, la richiesta, , sara fatta dal governatore regionale, nell’interesse di tanti enti ritardatari, e sono in seguito esaminata dalla C.E.; il tutto mentre ovviamente, essendo ancora fermi i lavori, cresce il fermento in particolare fra gli operatori del terziario… e presto potrebbero esserci eclatanti novità…
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