Molise-Alto Casertano. Maltempo: emergenza dovuta anche all’incuria (o incoscienza!) umana?
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il Sava e il Lete (nelle foto).
Le previsioni dicono che precipitazioni abbondanti, fino a giovedì, sono possibili.
Il giorno dopo il nubifragio le acque si sono ritirate negli argini ma, l’Alto Casertano, il Matese soprattutto, mostra gli errori che potrebbero costare enormi danni.
Il confine tra la provincia di Isernia e quella di Caserta, lungo la Statale 85 Venafrana, è chiuso.
Colpa di una frana che, lunedì pomeriggio, è venuta giù dal monte che sovrasta l’abitato di Sesto Campano bassa.
C’è il rischio che massi si stacchino dal costone di monte che fiancheggia l’arteria.
Per questo le case che si trovano a valle, sulla traiettoria dello smottamento, sono state evacuate; negozi, farmacia, bar lungo l’importante strada, tutti chiusi.
Gli uomini dell’Anas erano al lavoro.
Ancora non è chiaro in che modo e quando sarà messa in sicurezza la parete.
Lasciato alle spalle il paese di Presenzano occorre deviare per le stradine interne per proseguire in direzione della frazione Torcino di Ciorlano.
La Piana di Venafro, proprio in questa zona, si interseca con la Media Valle del Volturno.
Due pianure che si incrociano e, con esse, fiumi e rivoli alimentati dalle sorgenti del massiccio del Matese che sfociano tutti nel Volturno, lo alimentano e, quando piove, lo ingrossano.
È la piena, che fa più paura quando si comprendono le ragioni del rischio idrogeologico.
La bomba d’acqua di lunedì lo ha fatto capire.
Il presidente del Consorzio di bonifica della Piana di Venafro, Vittorio Nola, ha denunciato l’immobilismo rispetto alla necessità di completare un’opera che rimedierebbe, in una certa misura, le esondazioni a valle dove il Volturno riceve l’immissione di diversi fiumi: il Cavaliere, poi il Calore.
Rallentare la piena per ridurre i rischi che, tuttavia, derivano dall’occupazione di alvei, costruzione di case, manufatti, ostacoli al corso dei fiumi. La
Piana di Venafro e la Media Valle del Volturno sono un grande bacino idrografico che vari soggetti, cioè enti e privati, hanno contribuito, consapevolmente o meno, a rendere fragile.
Il nubifragio di lunedì si è manifestato con molta violenza lungo la traiettoria che corre attraverso la ex Statale 158 da Ailano fino a Fontegreca.
Al posto della carreggiata scorreva un’autostrada di acqua, fango e detriti.
Ciò è stato dovuto alla tracimazione di due fiumi, entrambi affluenti del Volturno, il Lete e il Sava.
Il primo attraversa Pratella a filo d’acqua.
Lunedì è stato sufficiente un minimo innalzamento per provocare l’allagamento della strada, realizzata a un metro dalla riva.
Il secondo sgorga dalle montagne di Gallo e a Fontegreca attraversa una gola, creando cascate e vasche.
La cipresseta è uno dei luoghi più belli della provincia. C’è sempre stata ma, negli anni, si è trasformata.
Il giorno successivo alla piena che ha invaso le case lungo la strada che porta all’area adibita a picnic, le vasche erano piene fino all’orlo, la pressione dell’acqua che fuoriesce dagli scoli aperti sotto un muro in pietra che sbarra il corso del fiume era massima.
Muro che consente ai visitatori di attraversare il letto del Sava e scattare qualche bella foto ma che, intuitivamente, provoca un rischioso sbarramento.
Lo stesso ostacolo che ha contribuito a creare l’esondazione di lunedì.
Il muro ad effetto scenografico ha retto; se non lo avesse fatto, la natura si sarebbe ripresa con la forza i suoi spazi, trascinando con se ogni cosa.
(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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