Alvignano. ‘Scandalo Autovelox’: la prescrizione dei termini ‘salva’ tutti… o quasi

Si contestava agli addetti della ditta appaltatrice di sottoscrivere i verbali di contestazione per eccesso di velocità al posto degli Agenti di Polizia Municipale.

Coinvolti il Capo Area della Polizia Municipale, il Comandante dello stesso presidio e inizialmente il corpo politico.

La prima parte delle indagini si era già estinte per prescrizione poiché le delibere dei politici, incriminate per violazione di legge, erano troppo remote e come sempre interviene la prescrizione a  “salvare” tutti.

Rimanevano i funzionari e i responsabili della ditta, ma anche tali fatti sono risalenti all’anno 2006.

Il processo praticamente non è partito perché il collegio giudicante ha potuto solo prendere atto dell’intervenuta prescrizione, essendo ormai decorsi oltre nove anni dai fatti contestati come reati.

Molti pare abbiano beneficiato di questa situazione, a partire da tutti coloro che dovevano avere una decurtazione dei punti della patente di guida: tutti salvi.

Ed ancora si contestava che l’apparecchiatura di rilevamento automatico dell’infrazione non fosse debitamente visibile né segnalata con adeguati cartelli stradali, conformi alle prescrizioni di legge e installati alle dovute distanze; pertanto gli stessi agenti non erano visibili.

Per la Procura si ometteva di comunicare al Ministero dei Trasporti i dati dei conducenti cui erano state elevate le infrazioni, per la sottrazione dei punti sulla patente, a norma dell’art.126 bis codice della strada.

Assolti per falso ideologico di cui al primo capo di imputazione Giannandrea Monia e Della Morte Pietro Ugo; per il resto è intervenuta la prescrizione.

Stessa sorte per Franco Vincenzo Mario.

A questo punto il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con sentenza 4550/2015 del 29 settembre 2015 ha messo la parola alla lunga storia del processo che aveva portato addirittura alla caduta del Governo Prodi.