Caserta. Guardia Forestale: sindacato mobilitato contro lo ‘smembramento’ del benemerito Corpo
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Radici profonde che affondano in un terreno mistico, a metà tra la tutela della natura e della salubrità ambientale nell’interesse pubblico e la difesa del Creato, dal patrimonio paesaggistico al valore della vita in tutte le sue forme.
Anche 193 anni, però, di continue evoluzioni.
Una continua corsa contro il tempo, soprattutto negli ultimi decenni, per rimanere al passo con le sfide a cui è sottoposto chi da sempre si occupa di polizia ambientale ed agroalimentare sviluppando, alla soglia del secondo centenario di fondazione, competenze e specialità invidiabili ed invidiate (vedi formale plauso della Comunità Europea al nostro Paese per l’esistenza di una Forza di Polizia specializzata nell’ambiente) e con diverse punte di eccellenze.
Storia di vita vissuta o testimoniata da quanti, come noi, in diverse occasioni, hanno testimoniato delle molteplici operazioni di tutela ambientale attuate con successo dal Corpo Forestale dello Stato, in particolare nel comprensorio caiatino – alto casertano.
Proprio nei nostri territori, famigerati anche quali terra dei fuochi, talvolta anche indebitamente, assume particolare rilevanza la constatazione che il benemerito corpo sia prezioso per la collettività.
Sono i nostri territori, con i loro boschi, i loro paesaggi, le acque e la purezza dell’aria ad essere considerati i polmoni verdi e i custodi per la Provincia Caserta di un patrimonio che va tutelato, curato, preservato giorno per giorno con passione e dedizione.
Testimonianze reiterate segnatamente in questo periodo, allorché sull’intero territorio provinciale gli agenti della Forestale sono impegnati a contrastare tantissimi incendi boschivi che provocano la devastazione ambientale, dal Parco Regionale del Matese (compresa la celeberrima Cipresseta di Fontegreca, nota al mondo e direttamente posta sotto la tutela della Forestale), al Sito di interesse Comunitario del Monte Maggiore, alle Pendici Meridionali del Monte Mutria ed altre.
Gli stessi territori che hanno, a ragion veduta, conquistato nell’immaginario collettivo il merito di essere ideali per eccellenti produzione agrarie, zootecniche e lattiero-casearie, pure e scevre da ogni contaminazione.
Anche in questo il Corpo Forestale dello Stato è sempre stato in prima linea e anche questi sono motivi per cui il nostro territorio non può fare a meno della professionalità dei tale benemerito Corpo e delle sue diverse articolazioni radicate sul territorio.
Rischieremmo peraltro, tra qualche anno, di ritrovarci nei panni dei nostri sfortunati concittadini della bassa provincia casertana, ove quasi quotidianamente vengono dissotterrati rifiuti altamente tossici, balzando pertanto sulle cronache mondiali e subendo danni per miliardi di euro per il comparto agricolo-alimentare come già accaduto nella purtroppo famigerata Terra dei Fuochi.
Altra piaga, snocciolata solo grazie alle durissime attività di indagine del Corpo Forestale, come la scoperta della più grande discarica abusiva d’Europa nel Comune di Calvi Risorta e quant’altro.
Si dirà che la sensibilità e la cultura attuale sono diverse da quelle dei tempi in cui si perpetravano tali scempi e sarà pur vero ma c’è bisogno di chi si faccia tutore di tale nuova coscienza ambientale.
Tutte tutele che rischiano di andare perdute per una scellerata scelta del Governo: è di questi giorni, infatti, la discussione al Senato relativa alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato che, invece di essere rafforzato e strutturalmente riorganizzato, sarà disciolto, disciogliendo quindi tutto il bagaglio di esperienze maturato nel tempo e perdendo di fatto la propria indole “autonoma”.
Il Corpo Forestale confluisce nell’Arma dei Carabinieri?!
Dovrebbe di fatto, la benemerita corporazione forestale, essere “spezzettata” tra l’Arma dei Carabinieri, i Vigili del Fuoco, altre Amministrazioni dello Stato ed Enti Locali.
A dar voce alla protesta dei Forestali, che in tutt’Italia stigmatizzano tale decisione, sul territorio casertano è il Segretario Provinciale casertano del SAPAF. (Sindacato Autonomo Polizia Ambientale e Forestale), Emiliano Formichella, con la seguente dichiarazione:
“Ciò appare illogico poiché ricordiamo essere, il Corpo Forestale dello Stato, una Forza di Polizia dello Stato ad Ordinamento Civile e tale aspetto ci ha consentito da sempre di lavorare in totale libertà di movimento ed assolutamente sganciati da qualsivoglia tipo di potere forte, non dovendo obbedire a nessuno ed a nessuna logica, se non a quella dell’abnegazione e del conseguimento della mission del Corpo stesso.
Anche sforzandoci di voler cogliere la buona fede da parte del Governo- continua il Segretario Provinciale SAPAF- ci risulta difficile non considerare l’eventualità che la fine che il Governo ci sta per riservare non sia proprio una conseguenza del nostro operato troppo integerrimo.
Porremo comunque in essere tutte le proteste possibili fino alla fine, dando seguito ai sit in che per diversi giorni il Sindacato Autonomo Polizia Ambientale Forestale ha portato avanti a Roma in piazza Montecitorio e alla manifestazione che qui ha avuto luogo, unitamente a tutte le O.O. S.S. del Corpo Forestale e tantissime Associazioni ambientaliste ed animaliste.
Siamo certi di poterlo fare, inoltre, con il risultato alla mano di un referendum interno posto a tutti gli appartenenti al Corpo.
Se è lecito credere che sia doveroso, da parte del Governo, attribuire una certa importanza anche a chi per anni ha operato con mille difficoltà tra incendi e materiali tossici e dal momento che questo ‘democratico’ Governo ha anche bocciato un emendamento che prevedeva il coinvolgimento delle Rappresentanze del personale in qualsiasi tipo di tavolo e di livello decisionale in merito al pre e post smembramento, questo è l’unico modo per offrire un opinione non falsata dell’opinione del personale.
Ciò che ci preoccupa è, inoltre, la repentina inversione di marcia da parte dell’esecutivo che, nel caso fosse stata inevitabile la soppressione del Corpo, aveva per mesi prospettato per il tramite di autorevoli membri (On. Ettore Rosato, On. Emanuele Fiano, eccetera) un nostro impiego in blocco in un nascendo Dipartimento di Polizia Ambientale all’interno della Polizia di Stato e con struttura quasi autonoma, un po’ come accade per il Dipartimento di Polizia Stradale.
In pochissimi giorni invece si sono rimangiati tutto quanto promesso (soprattutto riguardo all’unitarietà del personale) palesando passaggio della gran parte del personale all’Arma dei Carabinieri.
Arma onorabilissima certo, e con una storia tanto gloriosa come poche Istituzioni nel nostro Paese possono vantare, ma totalmente diversa per organizzazione interna e nello status militare essendo una Forza Armata (andando tra l’altro in totale controtendenza con le indicazioni della Comunità Europea che invece spinge i Paesi membri verso una smilitarizzazione delle forze dell’ordine).
Poi c’è il resto del personale che verrebbe scisso, diviso, sparpagliato nei Vigili del Fuoco ed in altre Amministrazioni o Enti Locali. Disgregando in tal modo anche tutte le competenze acquisite.
Noi abbiamo giurato fedeltà alla Repubblica Italiana e la serviremo ovunque, ma questo ben servito è mortificante e la totale mancanza di trasparenza nei nostri confronti non ci rassicura”.
(Comunicato Stampa elaborato – Archiviato in @TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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