Dal Matese a Caserta. Politica e camorra, ASI: nuovo scandalo con stipendi favolosi e ‘ammucchiata bipartizan’?!
Anche il Consorzio di sviluppo industriale della provincia di Caserta (nella foto in basso a destra la sede), quindi, è finito nella bufera dell’inchiesta “Medea”, che nei giorni scorsi ha portato a 13 arresti “eccellenti” come quello dell’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio e l’ex consigliere regionale Angelo Polverino, accanto a una serie di imprenditori di camorra.
Indagati anche gli ex “vertici” Asi: l’ex presidente Piero Cappello, in “quota” PD, in carica fino al 2014, e l’ex direttore generale Giuseppe Ascierto, che invece ha lasciato l’incarico nel marzo scorso, accusati di concorso esterno in associazione camorristica nel nuovo filone investigativo a carico dell’ex assessore regionale di Forza Italia Fulvio Martusciello.
Tutto ruota intorno alla figura dell’imprenditore Pino Fontana, finito in cella e considerato espressione del gruppo Zagaria: sono i suoi appalti a finire nel mirino della Dda.
Ma la sua rete di favori e agevolazioni viene scoperta dai magistrati e scardina un intero sistema di potere in provincia di Caserta.
Piero Cappello, fratello di Vincenzo (insieme nella foto in alto a sinistra), sindaco di Piedimonte Matese e presidente provinciale del PD, nipote di Dante, storico esponente della Dc, è stato prima membro del consiglio di amministrazione dell’ASI, diventandone poi presidente nel 2009, dopo l’intesa raggiunta con Forza Italia e il centro-destra.
Per lui uno stipendio da 7.000 euro al mese.
L’accordo bipartisan portò Ascierto, voluto dall’ex sottosegretario Nicola Cosentino (nella foto in alto a destra con il deputato Carlo Sarro, per il quale addirittura è stata avanzata alla Camera richiesta di arresti) , alla direzione generale dell’ente.
Il compenso annuale di Ascierto era di 239.000 euro lordi, da “top manager“.
Cappello secondo la Direzione Distrettuale Antimafia -che dedica poche righe alla sua figura, definendolo impropriamente direttore generale anziché presidente dell’ente- avrebbe assicurato l’aggiudicazione degli appalti alle ditte di Giuseppe Fontana, mentre Ascierto (a sua volta definito presidente anziché direttore generale), originario di Casagiove, avrebbe promesso, sempre a Fontana, “importanti appalti indetti dall’ente e di ricevere in cambio appoggi di carattere politico, soprattutto da Fulvio Martusciello, e di carattere finanziario, avendo egli ricevuto dei finanziamenti da Fontana per lo svolgimento della campagna elettorale per le elezioni regionali del 2000“, dove peraltro fu battuto da Paolo Romano nella lista di Forza Italia.
Ascierto è già citato nell’ordinanza dell’operazione “Medea”, ma nel suo precedente ruolo di presidente Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) di Caserta.
Di lui, in un interrogatorio, parla l’imprenditore Francesco Martino:
“Nel periodo 1999-2000 fu nominato Giuseppe Ascierto come presidente dell’Iacp.
In questo periodo furono richiesti stanziamenti straordinari a seguito di successive perizie e l’Ente iniziò a gestire maggiori risorse economiche.
Di lì, sugli uffici dell’IACP di Caserta, iniziai a notare la presenza di Franco Zagaria il quale si accompagnava, agli inizi all’ingegnere Antonio Napoletano o Napolitano, a sua volta membro del Consiglio dello stesso IACP, che credo lo sponsorizzasse.
In effetti, da quel momento in poi, incominciarono anche loro, con ditte di riferimento, ad aggiudicarsi qualche lavoro di manutenzione.
La mia ditta continuò a partecipare ad alcune gare d’appalto, ma dal 2000, fino ad oggi, sempre con esito negativo“.
Ascierto ha appena inviato alla nuova governance dell’ASI una seconda lettera in cui chiede di essere assunto a tempo indeterminato.
Ma nelle scorse settimane per gli ex componenti del C.d.A. dell’ASI, tra cui Cappello, è arrivata una seconda condanna da parte della Corte dei Conti per l’utilizzo ingiustificato di consulenze legali.
La gestione Cappello-Ascierto ha lasciato l’ASI di Caserta con debiti per 46 milioni di euro, tra mutui e incarichi.
Dopo la fase di commissariamento, affidata al numero uno di Confindustria Luciano Morelli, nuovo presidente ASI, sempre in quota PD, è Raffaela Pignetti, 37enne, private banker, di Aversa.
Nominata a dicembre scorso, tra mille polemiche interne al PD, gioca tutto sulla trasparenza, avendo firmato un protocollo con il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, che monitora tutti gli appalti dell’ASI.
Nel C.d.A., ancora bipartisan, figurano invece Dario Di Matteo (scelto dalla Regione), Salvatore Davidde (NCD), Fulvio Granata (FI) e il nome-pomo della discordia del PD, l’ex sindaco di Teverola Biagio Lusini.
Il direttore generale è Anthony Acconcia, ex dg della Provincia. È lui che ha sostituito Ascierto. Con un contratto da 85 mila euro.
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