Capua. Condanna definitiva per un ex carabiniere e sua moglie, per violenza selvaggia su un anziano morto dopo 45 giorni
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Accusati di aver picchiato e malmenarono selvaggiamente, senza pietà, un settantenne di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Ruberto, molto conosciuto in città, dove morì 45 giorni dopo la sentenza di primo grado.
Dopo la Corte di Appello di Napoli, dopo una lunga camera di consiglio, l’altra notte la quinta sezione Penale della Corte di Cassazione di Roma, presieduta dal dottor Gennaro Marasca, ha confermato la pena della reclusione irrogata il 25 maggio 2010 dal Giudice di primo grado, dottor Mario Morra, del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, e confermata il 17 aprile 2014 dalla Corte di Appello napoletana presieduta dal dottor Domenico De Stefano, nonché il risarcimento dei danni, da effettuare in sede civile.
Dopo pochi giorni dalla sentenza del Tribunale sammaritano il settantenne, peraltro cardiopatico ed invalido, morì.
La vicenda processuale dinanzi alla Corte di Cassazione di Roma si è conclusa a tarda notte dinanzi alla Quinta Sezione Penale, che ha dichiarato inammissibile il ricorso dei difensori degli imputati ed ha confermato la pena ad un anno di carcere per Giuseppe Ambrosino, 64 anni, originario e domiciliato a Capua, brigadiere dell’Arma dei Carabinieri in congedo, e la pena di sei mesi di carcere per sua moglie Anna Alfano, 58 anni, pure originaria e domiciliata a Capua.
Pesante il capo d’imputazione per il quale i due coniugi sono stati condannati: concorso in lesioni gravi con indebolimento permanente dell’organo della vista, come venne accertato da due consulenze mediche specialistiche durante il processo di primo grado.
Contro Giuseppe Ambrosino e Anna Alfano si è costituito, sin dall’inizio di questa vicenda, come difensore di parte civile, di Biagio Ruberto prima e di sua moglie dopo, l’avvocato Raffaele Gaetano Crisileo, le cui ragioni difensive sono state tutte accolte in tutti e tre gradi di giudizio, per cui è stata posta fine a questa vicenda di violenza che ha visto addirittura protagonista un ex appartenente all’Arma dei Carabinieri.
“Una volta apposto il visto di irrevocabilità sulla sentenza -ha dichiarato l’avvocato Crisileo- la vedova della persona offesa darà mandato ad un civilista per il ristoro di tutti i danni patiti dal suo defunto marito contro gli imputati condannati. Dal canto mio comunicheremo la sentenza al Comando Generale dell’Arma dei Carabiniere, come prevedono le disposizioni di attuazioni del Codice di Procedura Penale, per quanto di competenza, essendo Giuseppe Ambrosino, come è emerso dagli atti processuali, un appartenente all’Arma, ancorchè nello stato di quiescenza”.
I fatti risalgono a circa sei anni fa, quando BiagioRuberto, allora settantenne, venne aggredito e malmenato dal carabiniere Giuseppe Ambrosino, con l’ausilio di sua moglie, Anna Alfano, mentre si trovava, insieme ai suoi cagnolini, in un tenimento di campagna e stava raccogliendo dei cavolfiori.
Anche il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, dottor Mario Pinelli, che ha presenziato all’udienza, aveva chiesto, in sintonia con l’avvocato Crisileo, il rigetto e l’inammssibilità del ricorso dei difensori di Ambrosino Giuseppe e di Alfano Anna, che ora rischiano anche una pesante condanna civile.
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