Caserta. Politica & Camorra: Iovine ‘incastra’ anche Lorenzo Diana, vice presidente dell’Antimafia ed ex senatore PD
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Antonio Iovine parla, fa nomi e cognomi di imprenditori, politici e intermediari di quello che e’ stato il grande business della metanizzazione
dei comuni dell’agro aversano, gestito dalla Clp Concordia di Modena, attraverso la mediazione del clan dei Casalesi.
Questo è quanto hanno ricostruito gli inquirenti della Dda di Napoli, indagando, tra gli altri, anche l’ex senatore Lorenzo Diana, “pezzo grosso della politica casertana” ancora sotto scorta per le minacce subite.
Importanti per lo sviluppo delle indagini sono stati le dichiarazioni del capo clan pentito dei Casalesi, che, davanti ai magistrati, in più occasioni, ripercorre la gestione imprenditoriale della camorra casertana: dalle estorsioni agli accordi con gli imprenditori.
“Negli ultimi tempi – raccontava Iovine il 9 maggio dello scorso anno ai magistrati della Dda – mi autofinanziavo da solo sostenendomi attraverso i finanziamenti degli imprenditori Pagano, e altri, come ad esempio Giovanni Malinconico negli ultimi dieci anni che mi ha finanziato almeno con tre milioni di euro.
Mi dava questi soldi per i lavori eseguiti anche tramite le mie amicizie.
Parleremo della politica.
Per esempio per il lavoro di Villa Literno, chi ha indicato Pasquale Mastrominico come imprenditore è stato Diana Lorenzo – politico di sinistra, nella foto a destra, amico del Sindaco di Villa Literno- di sinistra anche lui.
So che Pasquale Mastrominico per le ecoballe ha affittato le sue terre tramite la Regione Campania per quattro milioni di euro ogni dieci anni.
Mastrominico parlava con Michele Zagaria tramite intermediari come Caterino Massimiliano detto o’ Mastrone.
Pasquale Mastrominico oltre a pagare quello che doveva pagare era coperto dai Casalesi come Panaro Nicola ed altri, per il tramite anche delle sue parentele.
Io conosco la storia di Pasquale Mastrominico.
Lui ha lavorato come imprenditore per tanti anni tramite appoggi politici, ha costruito tanti appartamenti…”.
Iovine poi si sofferma sul rapporto con l’imprenditore Giovanni Malinconico di Ailano (nella foto a sinistra).
“Otteneva in cambio degli importanti servizi che posso riassumere nel senso che aveva la tranquillità di poter svolgere liberamente la sua attività senza che nessuno potesse interferire chiedendo dei soldi bloccando cantieri, chiedendo l’assunzione di persone, chiedendo di preferire alcune imprese per le forniture ad esempio di calcestruzzo, chiedendo di favorire alcune imprese per i subappalti e così via.
Si trattava di una sorta di pacchetto completo che comprendeva anche il fatto che lui si rapportava esclusivamente con me e poi provvedevo io di volta in volta a regolare i conti con chi territorialmente aveva diritto ad un quota.
C’e’ anche un altro vantaggio che egli aveva e che posso spiegare bene raccontando quello che è accaduto per l’appalto di tredici milioni di euro a Villa Literno.
Si trattava di un finanziamento regionale e Giovanni Malinconico mi ha detto, prima che la gara fosse espletata, che egli aveva la possibilità di vincerla ed anzi gliela avevano proposta grazie ai suoi rapporti con esponenti politici legati al sindaco di Villa Literno Enrico Fabozzi.
Mi fece sapere tramite De Luca Ernesto che c’era questa possibilità e mi chiedeva cosa io ne pensassi e se ero d’accordo.
Io gli feci sapere che andava bene e che non ci sarebbero stati problemi.
La conferma che io gli diedi non era per nulla secondaria perché avrei avuto la possibilità, io o la famiglia Schiavone, di parlare con Nicola Ferraro e ottenere che l’appalto fosse attribuito ad un altro imprenditore; per esempio sapevo che era interessato Claudio Schiavone che era molto legato agli Schiavone ed ai Bidognetti.
Nicola Ferraro era la persona che faceva da intermediario con il sindaco di Villa Literno”.
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