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Bio-Digestore: guardia alta del ‘fronte del ‘no’ che si estende ad altri Comuni, contrari come quello alifano

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Settimana Santa, ma la questione del Biodigestore non andrà in “soffitta”.

Il fronte del no, alla realizzazione dell’impianto nella zona industriale di Alife, tiene alta la guardia e sabato sera il Comitato ha ascoltato le parole dell’avvocato Colalillo dello Studio legale di Isernia, ed è stato fatto un punto sulla situazione.

È stato in ogni caso, un incontro interlocutorio tra i membri del Comitato per la tutela dell’ambiente ed i cittadini, al quale ha partecipato anche qualche amministratore del circondario, tra cui, il sindaco di Baia e Latina Michele Santoro, il vicesindaco di Piedimonte Matese, Costantino Leuci e quello di Ailano, Giovanni Cantelmo.

La riunione si è svolta presso il Comune di Alife ed era presente l’avvocato Umberto Colalillo, avvocato amministrativista molisano, incaricato dal sindaco Giuseppe Avecone di studiare il caso.

Sarà proprio lui a curare le iniziative del Comune per scongiurare la realizzazione del bio-digestore nell’area Asi.

Attualmente il progetto, targato General Construction, è in fase di valutazione presso la Regione.

Il Comune è contro, lo ha già ribadito in una delibera, ed altre amministrazioni si appresterebbero ad approvare analoghi atti; piedimonte Matese lo ha già fatto.

La Provincia, attraverso una lettera del presidente Domenico Zinzi, ha fatto sapere che il dissenso dell’amministrazione alifana è sufficiente per ritenere la questione superata, almeno sul piano formale, sebbene su quello sostanziale sarà la Conferenza dei Servizi a stabilire se si potrà realizzare o meno il Biodigestore alifano.

Tornando all’incontro di sabato sera è stato ribadito da parte del consigliere Gianfranco Di Caprio l’incongruenza dei numeri sui rifiuti destinati alla combustione e la preoccupazione per la destinazione dei fanghi provenienti dalla discarica di San Tammaro.

Si è altresì sottolineato, tuttavia, come la cultura ambientale sia emersa solo con l’approssimarsi della realizzazione dell’impianto.

Poche, infatti, le idee proposte su soluzioni alternative per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti della zona Matese.

Non c’è dubbio, invece, che il pressing da parte del fronte del no verso Asl, Arpa Campania e tutti gli enti coinvolti, nei prossimi giorni, si farà sentire, anche se, sia l’Azienda Sanitaria e sia l’Agenzia dell’Ambiente si atterranno solo ed esclusivamente alla procedura, ovvero a vagliare i requisiti, tralasciando l’onda emozionale, comprensibile della cittadinanza alifana.

A parte le iniziative legali che sono al vaglio dello studio Colalillo di Isernia, l’obiettivo è quello di dimostrare come la vocazione dell’area alifana sia essenzialmente zootecnica e agricola e, in quanto tale, da tutelare.

Ma si punterà pure sull’aspetto geomorfologico e sul rischio di inquinamento delle falde acquifere che, proprio nell’Alifano, si caratterizzano per la ridotta profondità dal suolo.

Quindi una battaglia di carte bollate e ricorsi che verrà combattuta fino all’ultimo per scongiurare la realizzazione dell’impianto, sebbene tutto ciò che è paventato sia al di la dall’essere dimostrato.

Infatti se il fronte del no -circa un migliaio di componenti del Comitato per la Tutela del Territorio- è stato ribadito, emerge timidamente anche un fronte del “ni” che vorrebbe capire come funziona questo impianto, fermo restando un altro no, forse pesante quanto quello alifano, giunto da San Tammaro e pronunciato dal sindaco Emiddio Cimmino, il quale, pur senza entrare nella questione, ha già ribadito più volte la volontà di non prendere più rifiuti dal Matese

(Comunicato Stampa elaborato – Archiviato in @TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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