Piedimonte Matese ricorda e rimpiange il senatore Giovanni Caso

La sera del 9 aprile 1958 veniva improvvisamente a mancare, a Piedimonte d’Alife, ora Matese, il senatore Giovanni Caso (nella foto), uno dei personaggi che avevano fatto parte della Costituente e che tanto avevano contribuito alla ricostruzione dell’Italia del dopoguerra. A distanza di molti anni, oggi è da ricordare come simbolo dell’onestà più pura, quasi persa nel tempo, soprattutto in questa nostra epoca, caratterizzata dalla caotica situazione politico-sociale, in cui si annidano corruzione e disonestà. Per comprendere la figura del senatore Giovanni Caso e ricordarne doverosamente, a distanza di cinquantasette anni dalla morte, tutto lo spessore umano e professionale, sarebbe auspicabile la lettura attenta della sua opera “Itinerari Sociali” pubblicata nel 1957,poco prima della scomparsa. Un testamento morale, oltre che la “summa” della sua attività politica e sociale. “Il mio pensiero sulla complessa opera di Giovanni Caso, scrive lo scrittore Nino Salvaneschi nella presentazione, anche se limitata agli ultimi tredici anni (1943-1956), dopo una attenta lettura del volume che raccoglie i suoi scritti e le sue parole, cuciti insieme da un filo conduttore invisibile ma pur presente mercé la immensa fede… si esprime in forma piena e solidale con la sua stessa spiritualità… Inoltre registriamo un fatto al quanto straordinario.Questo: un senatore che abbandona le aule severe e i dibattiti solenni per intrattenersi piacevolmente con il lettore e renderlo partecipe delle sue idee sulle questioni più varie e sugli uomini più diversi, non è una cosa che succede tutti i giorni”. Il contenuto dell’opera parte dal 1943 con il “Medico della vita spirituale” per il 25esimo del Papato di SS. Pio XII, segue per il 1946 “Assistenza sociale (all’Assemblea Costituente)”, per finire al 1957. Va messa nel dovuto rilievo, tra l’altro, la parte che riguarda il Mezzogiorno con particolare riferimento alla zona alifana e del Matese. “La valorizzazione agricola – industriale della zona Alifana e lo sviluppo turistico – climatico – alberghiero del gruppo montagnoso del Matese formano uno dei tanti aspetti vitali e risolutivi dei cosiddetti interessi del Mezzogiorno che non possono sfuggire all’attenzione dei tecnici e del Governo, né prestarsi ad altre o meno interessate interpretazioni… Sono decenni che si parla dei problemi del Mezzogiorno e se ne vanta la necessità della risoluzione come per quelle medicine o per quelle demagogiche promesse di benessere terreno che sono rinviate sempre al beneficio di un ipotetico domani”. Sono piccoli spunti di un discorso che anticipava i tempi sulle problematiche del Sud e che ancora sono di attualità a distanza di tanti anni. Giovanni Caso, facente parte di quel gruppo composto, tra gli altri, da Luigi Sturzo e Giorgio La Pira, aveva sancito con rigore e chiarezza espressiva ciò che la storia del presente dimostra ampiamente, anche e soprattutto nel nostro martoriato Sud. Un’azione politica, senza valori, obiettivi sociali di interesse comune e programmazione oculata e lungimirante, innestati sulle reali e straordinarie risorse socio-ambientali del Mezzogiorno,sarebbe stata fallimentare.