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AttualitàCaserta e Sannio

Roccamonfina. Elezioni: l’ex vice sindaco De Filippo respinge le ‘profferte’ dell’ex sindaco Tari?

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“La nostra lista è già completa. Non ho nessunissima intenzione di ricompattarmi con la tua vecchia squadra amministrativa, per questo motivo ti suggerisco di non importunarci ulteriormente”.

Con questo messaggio l’ex Vice Sindaco Vittorio De Filippo, che dinanzi al Magistrato Luigi Landolfi riferì fatti inerenti appalti ed altro, nonché la gestione poco chiara messa in atto dall’ex Sindaco Letizia Tari, avrebbe respinto la proposta dell’indagata Tari che con l’avallo dei suoi ha messo a punto un incontro per cercare di destabilizzare il candidato a Sindaco Carlo Montefusco della lista di De Filippo.

L’avvicinamento di De Filippo è stata la conseguenza dell’azione della Tari che, con i suoi adepti, ha cercato di vedere da sola il candidato Montefusco.

L’ex Vice Sindaco De Filippo per tutelare la stabilità della lista, si è presentato all’incontro in una abitazione sita in Via Napoli.

La Tari, nonostante sia stata rimessa in libertà da meno di tre giorni, dopo aver coinvolto nella vicenda il marito di una persona presente nell’Ente Comune per la disponibilità della casa, e forse anche per i contatti, visto che ci sono delle intercettazioni, avrebbe cercato di convincere il De Filippo a rientrare nella sua squadra amministrativa.

Dall’intervista fatta al De Filippo, riportiamo uno stralcio di cosa ha riferito la Tari:

 “In questi mesi che ho dovuto trascorrere chiusa in casa, ho pensato di rimettere in piedi la vecchia squadra”.

L’ex Vice Sindaco De Filippo, con una risposta precisa e puntuale, dopo aver tacitato la Tari, insieme al suo candidato a Sindaco Montefusco si sarebbe dileguato  lestamente.

“Questa vicenda – hanno riferito alcuni residenti – deve far capire ai magistrati e organi competenti che forse non era il caso di rimettere in libertà chi continua a comportarsi in questa maniera.

Ora, più che mai, sarebbe il caso di non permettere le elezioni amministrative a Roccamonfina visto che in tre giorni l’indagata ha già tessuto un pezzo della sua nuova e vecchia rete politica”.

Da un stralcio dell’ordinanza redatta dai Magistrati Luigi Landolfi, Giovanni Conzo e Anna Maria Lucchetta, dove viene imputato il reato di corruzione alla Tari, tuttora indagata e sottoposta a processo, si evincerebbe il suo ruolo di “tessitrice”.

“Altro protagonista della corruzione, quanto alla parte pubblica, è il sindaco Tari Maria Cristina, politico rampante che per assicurare il consenso elettorale non esita a scendere a patti con Grillo Angelo ed il figlio Roberto, nonostante avesse buoni motivi per diffidare e, si badi, non solo per la notizia delle perquisizioni ma soprattutto per il dato oggettivo che gli atti erano a nome di società nelle quali i Grillo non figuravano formalmente pur essendo i reati titolari.

E questo avrebbe già dovuto mettere in allarme.

Ma la Tari accetta di buon grado di scendere a patti e lo fa per due posti di lavoro e per un contributo di 1000 euro.

Si dirà che si tratta di piccole cose, ma proprio per questo la pericolosità che se ne desume è maggiore.

Se si è disposti ad accettare poco per un affidamento a breve periodo (che per le società significa acquisire titoli per affidamenti ulteriori), è logico ritenere che per maggiori appalti si richiedano maggiori benefici.

Tutto ciò senza preoccuparsi affatto dell’interesse pubblico e delle condizioni di dissesto del comune e senza preoccuparsi neppure di agevolare società che schermano interessi di soggetti legati ad un clan camorristico e pertanto autorizzati ad operare nella zona (i collaboratori di giustizia hanno chiamato bene l’intreccio politica- camorra- impresa, di cui si parla nella prima ordinanza emessa nel corso di queste indagini).

Peraltro la Tari nella sua qualità ha creato una rete di rapporti personali (come rivelato dalle intercettazioni) che le consentirebbero comunque, qualora fosse sottoposta a misura meno afflittiva, di continuare a gestire i propri interessi, nonché di inquinare le fonti di prova. A suo carico, pertanto, unica misura adeguata è quella della custodia cautelare in carcere”.

(Anna Izzo – News elaborata – Archiviata in @TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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