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Campania. ‘Election day’: in fermento Regione, Province e Comuni, ma quanta confusione, sopratutto per le province

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Gli opposti schieramenti politici si stanno organizzando in vista delle elezioni provinciali, secondo ciò che prevede la cosiddetta legge Delrio.

Il rebus da sciogliere, sul quale si stanno facendo una serie di ipotesi, è quello relativo alla data in cui si svolgeranno le elezioni in provincia di Caserta.

Il 31 maggio sono già previste le elezioni regionali, ma anche le comunali e quest’ultimo dettaglio potrebbe complicare il quadro che potrebbe essere definito con un decreto emanato dal Governo e le ipotesi che si possono prospettare sono due: o svolgere le elezioni prima della tornata elettorale delle amministrative, oppure decidere di attendere la tornata delle comunali e indire il rinnovo di presidente e consiglio provinciale dopo il secondo turno delle amministrative.

Le amministrative potrebbero far slittare la data perché, essendo quelle della Provincia elezioni di secondo livello, il presidente è eletto, in via indiretta, dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia e di conseguenza potrebbero essere tagliati fuori i sindaci dei comuni che si rinnovano nel caso di elezioni prima del 31 maggio.

Andando oltre la discussione che si sta animando nelle ultime settimane intorno alla data di apertura delle urne, stanno già circolando i nomi di coloro che ambiscono alla presidenza della Provincia e la scelta dovrà ricadere tra i sindaci della provincia, premesso che Zinzi ha già comunicato di non volersi candidare di nuovo, il cui mandato scada non prima di 18 mesi dalla data delle elezioni, ambirebbero a candidarsi per il Nuovo centrodestra: Pasquale De Lucia (San Felice a Cancello), Giovanni Schiappa (Mondragone) e Giuseppe Sagliocco (Aversa), ma il partito di Alfano su tale punto risulta abbastanza spaccato.

Per Forza Italia la rosa dei nomi è alquanto ristretta in quanto, per il limite dei 18 mesi imposti dalla legge, restano fuori il sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio e quello di Capua, Carmine Antropoli, anche se quest’ultimo punterebbe ad entrare come consigliere provinciale, sicché tra i nomi che stanno circolando spiccano quelli di: Antonio De Angelis (Marcianise), Rosa De Lucia (Maddaloni), Andrea Maccarelli (Presenzano) e Angelo Di Costanzo (Alvignano), anche se il nome di quest’ultimo viene annoverato tra quelli che puntano a candidarsi come consigliere regionale.

Anche Fratelli d’Italia guarda con attenzione alle Provinciali e potrebbe calare l’asso, ovvero Gabriele Piatto (Frignano).

Anche la scelta del candidato alla presidenza della Provincia subirà una selezione dettata dai numeri perché si devono raccogliere 69 firme di consiglieri comunali, alle quali vanno aggiunte quelle dei 16 della lista, perché i consiglieri saranno sedici.

Se nel centrodestra la discussione sembra essere un po’ più avanti, nel centrosinistra e guardando in modo particolare al Pd, non è stata ancora fatta una discussione sul tema specifico anche se la rosa dei nomi al momento si stringe su Enzo Cappello (Piedimonte Matese) e Renato Natale (Casal di Principe).

COME FUNZIONA E CHI VOTA

Entro il 13 maggio la Provincia di Caserta dovrà andare al voto e dare il via al nuovo assetto dell’ente voluto dalla riforma Delrio.

Sarà un ente di secondo livello. Non saranno chiamati alle urne i cittadini.

Il prossimo presidente dovrà essere un sindaco (il cui mandato non scada prima di 18 mesi) e sarà scelto dai suoi colleghi, dai consiglieri dei 104 Comuni e dai consiglieri provinciali uscenti.

Si vota entro trenta giorni dalla scadenza del mandato, per la precisione la legge recita “entro trenta giorni dalla scadenza per fine del mandato ovvero dalla decadenza o scioglimento anticipato degli organi provinciali”.

“Un tempo che però inizia a decorrere non dalla data dell’ultimo voto per le Provinciali, ma dalla data di insediamento del Consiglio provinciale”, precisano i tecnici dell’Unione delle Province d’Italia (Upi).

Di conseguenza per Caserta la data da considerare come scadenza di mandato non è il 27 marzo prossimo (si votò il 28 e 29 marzo 2010) bensì il 13 aprile, giorno dell’insediamento del Consiglio.

Sarebbe errata l’altra ipotesi di far decorrere i 30 giorni dalla data di proclamazione del presidente Zinzi (7 aprile 2010).

In nessun caso conterebbe invece la prima seduta del Consiglio provinciale (avvenuta il  29 aprile 2010).

L’Upi così cerca di fare chiarezza sulle numerose incognite del nuovo voto.

Non è prevista la figura di un commissario che traghetti l’ente fino alle elezioni, molto probabilmente al presidente uscente sarà affidato un interim per gestire gli affari correnti.

Nel clima di incertezza rientrano anche le indennità di presidente, assessori e consiglieri attuali, tanto che la Provincia di Caserta ha previsto impegni di spesa solo fino al 31 marzo.

Successivamente si dovranno trovare nuove risorse per gli stipendi, oppure si lavorerà a titolo gratuito fino al ritorno alle urne.

Con Caserta altre tre Province saranno chiamate alle elezioni: L’Aquila, che ha già fissato il voto per il 2 maggio; Imperia, che ha scelto il 3 maggio, e Viterbo che non ha ancora definito una data.

Il tempo stringe, dunque anche per Terra di Lavoro, che potrebbe agganciarsi proprio alle stesse date degli altri territori.

In base alla nuova legge sarà il presidente uscente Zinzi a decidere il giorno esatto delle votazioni, ovviamente entro il limite dei 30 giorni, e indire i comizi con le nuove modalità di voto.

Terra di Lavoro dovrebbe pertanto andare al voto prima dell’election day di fine maggio che, oltre alle Regionali, riguarderà anche le elezioni in dieci Comuni di Terra di Lavoro.

Situazione identica ad altre zone d’Italia, che sta scatenando prese di posizione e richieste di rinvio delle Provinciali a dopo il turno delle Comunali, per dare la possibilità di voto ad amministrazioni locali appena rinnovate.

In realtà i nuovi equilibri politici che usciranno dalle Comunali potrebbero determinare anche la vittoria di un candidato rispetto a un altro, visto che vanno al voto i consiglieri.

E dunque preoccupano i partiti, anche in considerazione dell’introduzione del “voto ponderato”, cioè non tutti i Comuni sono uguali, ma il loro “peso” sulle elezioni dipende dal cosiddetto “indice di ponderazione” definito dal ministero in base al numero di abitanti.

La Provincia avrà nuovi organi: oltre al presidente sono previsti il consiglio provinciale, che sarà composto da 16 membri, e l’assemblea dei sindaci, di cui entreranno a far parte tutti i primi cittadini casertani.

Scompare invece la Giunta, quindi niente più assessori.

Il presidente potrà affidare deleghe ai consiglieri ma senza potere di firma.

Non si conosce ancora invece il destino dei dipendenti delle Province.

Un problema non certo secondario, visto che quella di Caserta ne conta 630, compresi quelli delle società partecipate.

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