Monte Maggiore. Comunità Montana: fronda contro il ribaltone, adito il prefetto

È pronta a rivolgersi al Prefetto di Caserta la maggioranza uscente

che sosteneva l’ormai ex presidente della Comunità Montana del Monte Maggiore Antonio Carusone,  sfiduciato nel Consiglio generale dell’altra mattina e sostituito con il sindaco di Rocchetta e Croce Salvatore Geremia.

Già nella mattinata di mercoledì 21 gennaio, il vice presidente uscente Silvio Lavornia ha chiesto udienza dal massima rappresentante del Governo in Terra di Lavoro, Carmela Pagano (nella foto), per chiedere di intervenire sulla non rituale convocazione della seduta di martedì, il cui avviso è stato notificato proprio al sindaco di Dragoni oltre il termine dei cinque giorni previsto dall’articolo undici dello statuto comunitario.

Impegnato insieme al vice prefetto vicario Michele Campanaro e al capo di gabinetto Gaetano Cupello nella contestuale seduta del comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, Pagano potrebbe ricevere Lavornia mercoledì o, al massimo, giovedì, per poi assumere le determinazioni del caso all’esito della verifica sulla regolarità della procedura seguita per indire l’assise montana, sulla cui regolarità pesa comunque come un macigno il parere negativo reso dal segretario Marina Rosa Coletta che, in apertura del consiglio di martedì, ha reso a verbale una dichiarazione sul mancato rispetto del termine dei 5 giorni previsti dalla norma statutaria e, quindi, sulla illegittimità della stessa seduta.

L’obiettivo del fronte pro-Carusone è di far invalidare l’assemblea del ribaltone e far dichiarare nulla, di conseguenza, l’elezione a presidente di Geremia e la nomina della nuova giunta esecutiva formata dal vice sindaco di Castel di Sasso Mimì Ragozzino, che ha assunto le funzioni di vicario, e del consigliere comunale di Pietramelara Fernando Masella, designato assessore, mentre la pesante delega alla Forestazione è andata al rappresentante del comune di Giano Vetusto Antonio Feola.