Caiazzo. Travaglio al Palazzo per il parto del nuovo esecutivo: ‘Mons parturiens mus’?
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L’unica indiscrezione trapelata finora sull’incontro tenuto lunedì sera al Comune
fra il sindaco Tommaso Sgueglia e i consiglieri comunali di minoranza, Raffaella Sibillo, Antimo Cerreto, Rosa De Filio, Arianna Ponsillo e Rosetta De Rosa, nonché il presidente del Consiglio già sull’Aventino, Giovanni Mastroianni, riguarda la presenza del già dissidente assessore Antonio Di Sorbo che, in quanto dimissionario dalla carica e dal ruolo di leader del gruppo “Uniti per Caiazzo”, ritene evidentemente di avere ogni diritto a saltare (rectius: tornare) sul carro del vincitore.
Un altro motivo per rendere (ancor più) travagliato il parto della nuova maggioranza essendo risicati i posti in giunta rispetto alle cresciute ambizioni degli aspiranti alla poltrona, pardon, alla voglia di lavorare per il primario bene del bla bla paese…
Storia che ricorda tanto l’opera latina “Parturient montes, nascetur ridiculus mus“di Orazio, ripresa da Esopo e Fedro, sempre con l’intento di ironizzare sul parto tanto travagliato di una montagna che, dopo tanto pena, da’ alla luce un misero topo, di seguito riportata nella versione originale fedriana, seguita dalla traduzione in volgare italiano per qualche eventuale lettore che ignorasse sia la favola che la lingua latina:
Mons parturiens
Mons parturibat, gemitus immanes ciens, eratque in terris maxima exspectatio.
At ille murem peperit.
At ille murem peperit.
Hoc scriptum est tibi, qui, magna cum minaris, extricas nihil.
La montagna che partorisce
Una montagna stava partorendo emettendo grida immani e c’era nel mondo una grande attesa.
Alla fine partorì un topo.
Alla fine partorì un topo.
Questa favola è scritta per deridere te che prometti mari e monti ma non combini nulla.
(Fedro, libro quarto, favole – News archiviata in @TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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