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Attualità

Caiazzo. Comune, ribaltone in corso: inizio della fine per ‘l’era’ Sgueglia?

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A una prima impressione potrebbe trattarsi di una “rinascita”
ma, osservando il proscenio solo un po’ oltre il naso, si intuisce subito che i veri vincitori, in questo travagliato frangente della vita comunale, sono gli amministratori “defenestrati” dal sindaco Tommaso Sgueglia, costretto ad arrampicarsi sugli specchi, fuor di metafora, a dar credito proprio ai suoi detrattori (tanto per dire) politici, pur di restare in sella, cioé non mollare lo scettro, peraltro alludendo al presunto interesse collettivo: ma quanto potrà durare?

Domanda classica da cento pistole, dopo che lunedì il sindaco Tommaso Sgueglia ha revocato le deleghe in precedenza conferite ai residui assessori Patrizia Merola, Antonio Ponsillo e perfino al suo predecessore Stefano Giaquinto, alla faccia delle promesse di reciproca fedeltà a gran voce reiterate perfino dai palchi.

Sembra evidente che a tal punto Giaquinto -l’immagine del quale esce vincente nei confronti dell’opinione pubblica, che certo non può avallare i “voltafaccia”- sarà obbligato a rendere pan per focaccia allo “sleale” successore, attuando un’opposizione strenua e dura, supportata non solo dalla sua innegabile esperienza e acume politico, ma anche da quella degli altri “traditi”, peraltro i più votati, per far posto i giunta proprio a quanti sin dall’insediamento hanno osteggiato, sia pure flebilmente, in particolare la sua figura, contestando a Tommaso Sgueglia non solo interessi personali e familiari, per vicende che preferiamo non rivangare, essendo peraltro notorie nella città del presunto buon vivere.

Inevitabile per Giaquinto, evidentemente, anche ripuntare alla leadership cittadina scalzando quanto prima dal “podio” l’incoerente successore, sia poiché è imminente lo scioglimento dell’Ente Provincia di cui è assessore, ad onor del vero onnipresente, sia perché il “sogno” di un’eventuale candidatura alla Regione è stato ripetutamente vanificato, prima da Angelo Di Costanzo, poi da Antonio Carusone, rispettivamente sindaci di Alvignano e Carusone.

Certo il cimento sarebbe possibile con un simbolo diverso da quello ormai saturo di Forza Italia, ma senza grosse prospettive, proprio in considerazione della presenza di si’ validi antagonisti nello stesso fazzoletto, peraltro irrilevante rispetto alle platee elettorali su cui possono contare ad esempio i candidati dell’agro aversano.

Legittimo quindi l’interrogativo: quanto potrà durare l’intesa fra Tommaso Sgueglia e il suo immaginario successore Giovanni Mastroianni con il gruppo, per voce di popolo, facente capo al dottore Nicola Sibillo?

Intesa che, una volta “fatto fuori” Giaquinto, comporterebbe il conferimento ad Antimo Cerreto non solo della carica di vice sindaco, ma anche delle deleghe in materia finanziaria appena tolte a Patrizia Merola, chiudendo così l’esecutivo composto dagli altri “ribaltonisti”Rosetta De Rosa, Arianna Ponsillo e lo stesso Giovanni Mastroianni, mentre dovrebbero finalmente ottenere presidenza e vice presidenza del Consiglio comunale Raffaella Sibillo e Rosa De Filio, che invano finora avrebbero rivendicato altrimenti tali cariche.

Potrà, in buona sostanza, Tommaso Sgueglia, fidarsi ora di siffatti “salta-quaglia“, come sommessamente si maligna, ed eventualmente a quali condizioni, o d’ora innanzi dovrà sempre guardarsi non solo di fronte, dagli immaginabili affondi giaquintiani, ma anche alle spalle, cioè dai suoi nei alleati, definiti ribaltonisti?

Il tutto, si vocifera, prospettandosi altrimenti un commissariamento lungo e dispendioso per la collettività sebbene la prossima tornata elettorale si prospetti addirittura in primavera?

Una situazione che, per voce di popolo, a molti ricorda l’incoerenza mostrata da Renzi, che prima assicurò lealtà a Letta, escludendo categoricamente l’evenienza di un ribaltone senza elezioni, salvo poi silurarlo a tradimento, guarda caso, proprio nel nome del prioritario interesse collettivo.

Ancor più clamoroso, secondo gli stessi osservatori, che in tal modo Sgueglia favorirebbe proprio il nuovo antagonista Giaquinto,  dandogli modo e tempo per organizzare un’opposizione in grado di determinarne il tracollo in tempo utile per cimentarsi nuovamente quale sindaco, essendo decaduto il vincolo ostativo del terzo “mandato” consecutivo, proprio grazie al superamento della mezza legislatura “targata” Tommaso Sgueglia.

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