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Diocesi. Dissequestro negato per i conti bancari del vescovo, indagato per circonvenzione d’incapace

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Non le manda certo a dire, il decano della politica caiatina, Fabio Sgueglia (nella foto a destra), a monsignor Valentino Di Cerbo (nella foto a sinistra), vescovo della diocesi Alife-Caiazzo, indagato per circonvenzione di incapace in seguito alla denuncia, a quanto è dato sapere presentata nei confronti dell’autorità ecclesiastica diocesana per presunta appropriazione indebita di circa novecentomila euro che sarebbero stati sottratti, con artifizi e raggiri, a don Luca, sacerdote anziano e da tempo molto malato, con la presunta complicità della perpetua Rosa Cristina D’Anbrosio e di suo marito Giovanni Feola.

Proprio nei giorni di passione che precedono la resurrezione del Signore si è appreso che la Procura della Repubblica ha rigettato l’istanza, presentata dai legali del monsignore per ottenere il dissequestro, dei conti correnti riconducibili al monsignore, in precedenza sequestrati dalla Procura della Repubblica al termine di meticolose e delicate indagini che non avrebbero potuto escludere il suo coinvolgimento.

Lapidario l’invito di Sgueglia perché monsignor Di Cerbo, pare in età pensionabile già da alcuni anni, affinché si dimetta spontaneamente:

Sono un Cattolico Apostolico Romano, credente e fervente.

Mi permetto chiedere, molto sommessamente, a questo “vescovo” di lasciare la nostra diocesi, se non altro, per motivi di opportunità: sarebbe una scelta molto apprezzata da tutta la COMUNITÀ, la quale scelta denoterebbe, da parte del “vescovo”, una onorevole DIGNITÀ!

Voglio augurarmi che, in mancanza, il Cardinale Sepe, prenda i provvedimenti che il caso richiede.

Non si può somministrare l’EUCARISTIA anche con il solo sospetto di un simile, indegno comportamento!

Dopo che la magistratura, avrà accertato la verità, potrà, in caso d’innocenza, tornare a pascolare il “suo” popolo, con maggiore onore e DIGNITÀ.

Rincara la dose Gaetano Chichierchia con parole molto più pacate ma che appaiono di valenza centuplicata essendo lo stesso nipote diretto del sacerdote più anziano della diocesi caiatina: monsignor Antonio Chichierchia:

Sarebbe un bel gesto in attesa di chiarire la propria posizione davanti alla giustizia terrena, un bell’esempio che farebbe bene alla chiesa, specialmente in questo triste momento.

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